Tra poche ore la nostra amica e compagna Dana verrà tradotta in carcere per 2 anni. Vorrebbero ridurci a numeri nei tribunali, seppellirci in galera. Per questo è importante raccontare la sua e la nostra storia #notav 1/n
Potremmo dire che la storia comincia 30 anni fa, quando un gruppo di cocciuti montanari che hanno iniziato a opporsi all'ennesima devastazione nella propria valle ma questo frammento della nostra storia in particolare comincia lunedì 27 febbraio 2012 #notav 2/n
È il giorno in cui un centinaio di poliziotti con ruspe al seguito si presentano all'alba per sgomberare la baita Clarea e procedere con gli espropri dei terreni per il cantiere del TAV #notav 3/n
Un contadino del Cels, Luca Abbà, riesce a farsi beffe dell'apparato di sicurezza e arriva a salire su un pilone. Nonostante Luca gridi chiedendogli di tenersi a distanza, un rocciatore dell'esercito lo insegue e lo spinge sempre più su verso i cavi dell'alta tensione 4/n
In pochi secondi, Luca viene folgorato da una scarica elettrica da 50.000 volt. Il suo corpo esanime precipita al suolo da oltre 10 metri e resta lì per oltre mezz'ora fino all'arrivo dell'ambulanza 5/n
Mentre risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo della polizia Manganelli, ci viene impedito di avvicinarci a Luca. Nonostante ci sia il suo corpo privo di sensi a pochi metri le ruspe non si fermano neanche un minuto 6/n
Luca finisce in coma tra la vita e la morte. Passerà 109 giorni in ospedale. Mesi dopo presenterà un esposto per chiedere di chiarire l’operato della Polizia di Stato ma la procura di Torino deciderà di non procedere 7/n
notav.info/post/27-febbra…
L'emozione in valle è enorme, mentre Luca viene trasportato in ospedale senza sapere se ce la farà, l'assemblea dei comitati #notav decide di occupare l'autostrada in segno di protesta
Il 2 marzo Mario Monti convoca una conferenza stampa per dichiarare che il governo va avanti con l'opera. Evidentemente l'austerità vale solo per per welfare e servizi, non per i general contractor e i grandi costruttori che si arricchiranno sul TAV 9/n
Il 3 marzo il movimento decide una nuova azione di protesta. I #notav invece di bloccare l'autostrada scelgono di far passare gratis gli automobilisti che transitano sulla a32 al casello al grido di "Oggi paga Monti"
Un'azione estemporanea e pacifica, durata poche decine di minuti e il cui danno è stato stimato dal tribunale a 777 euro di mancati pedaggi. Come si vede nel video, tra i manifestanti c'è anche Dana che spiega al megafono i motivi della protesta
Nonostante durante il processo parecchi automobilisti testimoniano di non essere stati minimamente "terrorizzati dalla violenza dei notav", il PM Rinaudo chiederà 40 anni di carcere per i presenti 12/n
Richiesta che porterà a una condanna i 18 anni di reclusione per 12 persone. Tra loro anche una professoressa di greco ultrasettantenne, Nicoletta Dosio, che ha passerà 3 mesi al carcere delle Valletta per aver alzato la sbarra del casello 13/n
Quanto a Dana, nonostante sia incensurata e abbia un lavoro stabile, tutte le misure alternative al carcere sono state rifiutate dalla giudice che, a 8 anni dai fatti, ha deciso di buttarla in galera per i prossimi 2 anni per aver parlato al megafono durante la protesta 14/n
Tra le motivazioni scritte nero su bianco dalla giudice per giustificare la sua decisione c'è il fatto che Dana ha continuato a vivere a Bussoleno, a essere inserita nel tessuto sociale del paese e a prendere parte alle proteste #notav 15/n
Ora noi capiamo che questa vicenda possa sembrare lontana come lontana è la Val di Susa. Anche a noi le proteste, le manifestazioni e la politica sembravano una cosa lontana fino a quando il "progresso" è venuto a bussarci alla porta con ruspe, manganelli e filo spinato 16/n
Ma pensiamo che debba far riflettere in tanti su qual'è lo spazio per il dissenso nel nostro paese, su cosa significa quella scritta "la legge è uguale per tutti" dietro gli scranni di tribunali e su tutta la farsa che qui in Val di Susa continuano a chiamare democrazia 17/n
Il movimento #notav ha avuto già a che fare con il carcere ma qui siamo di fronte a un fatto così grave e assurdo che chiama tutte e tutti ad assumere una responsabilità collettiva. Non staremo in silenzio a veder trasformare la Valsusa in una prigione a cielo aperto 18/18
* scusate i mille refusi, sono momenti un po' concitati.
Nel frattempo è nato un presidio sotto casa di Dana. Si parte e si torna insieme non è uno slogan, è una promessa
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