Marco 🇮🇹🇪🇺 🕊📚🍃 Profile picture
Antifascista e antirazzista. Pro Ambiente, pro Europa, pro Umanità intera. Natura dipendente.

Jul 7, 2021, 12 tweets

Lauro Farioli morì per un raffica di mitra.
Marino Serri morì mentre cercava di aiutare il ragazzo.
Ovidio Franchi fu ucciso perché voleva far passare un’ambulanza.
Emilio Reverberi, fu pure falciato da una raffica di mitra.
E poi lui.

Afro Tondelli fu ucciso da un poliziotto che estrasse la pistola, si inginocchiò per prendere bene la mira, e fece fuoco.
Pericolosi terroristi?
No.
Erano operai, un pastore, tre di loro ex partigiani che erano sopravvissuti alle pallottole dei fascisti e nazisti.
E dunque?

Fu colpa del clima dicono.
Un clima di tensione, di lotta in una terra che non per niente fu chiamata “il triangolo della morte”.
20 anni di soprusi e delitti fascisti.
Miglia di morti per mano dei nazisti e della milizia RSI.
Poi il “perdono, la pacificazione”.
Non funzionò.

Partirono le vendette contro chi si era macchiato di delitti orribili ed era stato “perdonato” dallo Stato.
Occhio per occhio, dente per dente.
Quando sembrava finita arrivò il governo Tambroni, ma la DC ebbe bisogno dei voti dell’MSI, il partito del “perdonato” Almirante.

Almirante pensò bene di indire il convegno annuale a Genova, una città che ancora portava i segni delle stragi fasciste, medaglia d’oro per la Resistenza.
Fu l’avvio delle proteste, gli antifascisti di tutta Italia si mobilitarono.
E il governo che fece?

Dispose il divieto di assembramenti, un po’ come tentò di fare Salvini contro gli scioperi e le manifestazioni.
Però solo a Reggio Emilia in 20.000 si presentarono in piazza, 300 operai delle Officine Meccaniche Reggiane si riunirono vicino al Monumento ai Caduti.

Cantavano.
Canzoni partigiane, canzoni di lotta, Bella Ciao.
E non erano figli di papà viziati con il Rolex, non erano drogati dei centri sociali.
Arrivò la Polizia, il governo aveva utilizzato l’uso delle armi per questioni di sicurezza.
Prima gli idranti, poi i mitra.

Oltre alle 5 vittime di Reggio Emilia ci furono altri 6 morti in altre città. E centinaia di feriti.
Si era sull’orlo di una guerra civile.
Finì che il 19 Luglio del 1960 il governo Tambroni si dimise.

Quel giorno sembrò definitiva la messa al bando della destra neofascista.
Grazie al sacrificio di 11 persone pochi giorni prima, il 7 Luglio.
Purtroppo non è andata così, e per quelle morti nessuno ha mai pagato.
E fu l’inizio di 20 anni di tragedie.

Fu un pullulare di movimenti di estrema destra e di estrema sinistra, che diede il via ad una serie di omicidi, stragi, delitti e vendette.
Gli anni di piombo.
Una scia di sangue di cui ancora si parla nei tribunali.

Il processo per quei fatti di Reggio Emilia si svolse nel 1964 e portò alla piena assoluzione del vicequestore Giulio Cafari Panico, a capo della polizia il 7 luglio, dell’agente Orlando Celani, accusato di aver assassinato Tondelli.

Fatti accaduti 61 anni fa, ma scommetto che nessun studente da allora ne ha mai trovato traccia nei libri di storia.
Troppo poco tempo per un giudizio storico? No.
Forse dovremmo studiare un po’ meno le oche del Campidoglio ed un po’ di più la storia recente.
Parere mio eh…

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