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Travolto dal precipitare degli eventi dei 45 giorni successivi, fino all'armistizio e alla doppia occupazione che ha reso l'Italia un fronte di guerra, il tornante del 25 luglio è spesso sottovalutato, eppure presenta molti aspetti di complessità
In primo luogo, come è nato l'ordine del giorno Grandi con cui il Gran Consiglio obbliga il duce a rimettere immediatamente al re i suoi poteri militari? Possibile che sia stato stilato e abbia raccolto consenso senza che Mussolini se ne accorgesse?
Il biografo di Dino Grandi, Paolo Nello, presenta una tesi "estrema", ovvero quella per cui potesse essere stato Mussolini stesso a promuovere un'assunzione di responsabilità da parte del re nel tentativo, disperato, di un'uscita "concordata" dalla guerra ormai disastrosa
Solo di fronte a un testo che, pur nella sua genericità, di fatto lo esautorava dal comando, e forse iniziando a subodorare che dietro la mossa ci fosse il re stesso che aveva bisogno di un punto d'appoggio per licenziarlo, Mussolini si butta sugli estremisti
La proposta alternativa di Farinacci e Scorza, che prevedeva di fatto la saldatura delle sorti italiane e tedesche nel conflitto, era quanto di più distante da quel che il capo del governo cercava, e proveniva da una corrente ormai da anni priva di poteri di governo
Questa proposta interpretativa secondo me può essere accolta a patto di non vederla come troppo "meccanica", ma di coglierne soprattutto il senso di improvvisazione tattica che Mussolini aveva normalmente mostrato nelle sue scelte soprattutto di politica internazionale
E anche ricordando che l'ala radicale e squadrista del fascismo, pur emarginata negli anni del regime maturo, era rimasta influente proprio perché Mussolini, memore di quanto successo nel dopo-Matteotti, sapeva che su quella parte poteva contare se le cose si fossero messe male
L'ormai ex duce, peraltro, non era l'unico a navigare a vista in quello che sempre più chiaramente appare come un evento estemporaneo, in cui tutti gli attori hanno colto un'occasione che si sapeva sarebbe giunta dopo lo sbarco alleato in Sicilia, ma a cui nessuno era preparato
Colpisce infatti come il governo Badoglio (non a caso affidato a uno dei comandanti militari più compromessi col regime, mentre nei salotti ben informati circolavano nomi un po' più ai margini come quello di Enrico Caviglia) in continuità col regime precedente...
...eppure iniziasse subito contatti sotterranei con esponenti dell'opposizione clandestina che nell'anno precedente aveva iniziato seriamente a riorganizzarsi. La liberazione alla chetichella e quasi in segreto di diversi prigionieri politici si accompagnava infatti...
...ai pesantissimi endorsement di Croce ed Einaudi, tra il 10 e l'11 agosto, con una rapidità che stupiva l'antifascismo in esilio. E' noto infatti come Salvemini abbia duramente attaccato questo presunto cedimento a un "fascismo senza Mussolini"
Il giudizio, formulato senza conoscere cosa sarebbe successo di lì a un mese, quando il nuovo governo di Salò avrebbe condannato a morte in contumacia Einaudi per avere accettato la carica di rettore dell'Università di Torino, condusse poi alla rottura...
...dei rapporti tra Salvemini e il figlio di Einaudi, Mario, allora anche lui docente universitario negli USA e fino ad allora suo collaboratore e corrispondente
Questi aspetti aiutano forse a comprendere come si sia arrivati alla sciagurata gestione dell'armistizio, ma non schioda dalle proprie responsabilità una classe dirigente che ha vissuto questo passaggio nell'incertezza per un motivo preciso
L'idea che, in fondo, al di là del disastro bellico il regime fascista non fosse poi così male per i suoi interessi, e che quindi mantenere una sua versione non si sa quanto ammorbidita doveva essere l'opzione prioritaria rispetto al rinunciarvi, a costo di non rompere con Hitler
*fosse in
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