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Antifascista e antirazzista. Pro Ambiente, pro Europa, pro Umanità intera. Natura dipendente.

Aug 24, 2021, 17 tweets

Oggi vi racconto una storia, una storia molto triste di cui si sente parlare troppo poco.
Il mio nome è Maria Stella Del Giudice, e sono nata nel 1942 a Vinca, in provincia di Massa Carrara.
Le Alpi Apuane, un territorio meraviglioso che descrive con amore @trescogli
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È un piccolo paesino, arroccato sui monti e circondato da boschi meravigliosi.
Peccato che il 24 Agosto di settantasette anni fa si trovava proprio sulla Linea Gotica.
Tanti giovani forse manco sanno cos’era, metto una piantina così possono vedere dove era.
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Quella fascia nera in realtà dovrebbero segnarla in rosso: con gli alleati che salivano dal Sud quei territori hanno visto scorrere fiumi di sangue, soprattutto nel ‘44 e nel ‘45.
Era la linea di difesa dei tedeschi per impedire l’accesso alla pianura padana.
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Le vittime in quei luoghi?
Tanti partigiani, tantissimi.
Ma un numero altrettanto spaventoso di civili, di anziani, di sacerdoti, di donne e bambini.
Come accadde qui a Vinca, nel mio paesino a 800 metri di altitudine, ad un passo dal cielo dicono.
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Si sente spesso parlare di Sant’Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, quasi mai di noi, della gente di Vinca.
Forse perché siamo gente di montagna, riservata, abituata alla sofferenza, ai sacrifici.
Ma perché hanno colpito proprio noi?
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Dovete sapere che per fortificare la Linea Gotica i tedeschi utilizzarono la Todt, un’impresa di costruzioni che realizzò molte opere per il regime nazista: strade, ponti e fortificazioni soprattutto.
Utilizzavano anche manodopera locale e prigionieri dei territori occupati.
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I partigiani che operavano in Toscana in quel periodo facevano operazioni di sabotaggio per rallentare i lavori, e capitava spesso loro di restare coinvolti in scontri a fuoco.
In uno di quegli scontri sembra morì un ufficiale tedesco.
Proprio vicino al ns. paese.
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Nel ‘44 ormai avevamo capito come funzionava: per ogni nazista ucciso avrebbero fucilato 10 partigiani.
O al loro posto dei civili presi a caso. Così in paese si diffuse la paura: i partigiani, gli uomini ed i giovani li mandammo noi sulle montagne, nel tentativo di salvarli.
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Restarono in paese solo i vecchi e qualche donna, non tutte. Le più giovani fuggirono pure loro a nascondersi nelle grotte o nei boschi.
Io ero piccola, avevo solo due anni il 24 Agosto del ‘44, e fu solo per fortuna che mi salvai: mia cugina mi portò con sé in una grotta.
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Il nonno e la nonna non vollero lasciare la casa, dissero “Noi siamo vecchi, e poi non abbiamo fatto niente”.
Le truppe tedesche arrivarono alla 8 del mattino, sparavano a tutti quelli che vedevano.
La prima a cadere fu una donna che andava al suo campo.
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A mio nonno spararono una raffica di mitra sulla porta di casa, mia nonna si salvò solo perché era nella latrina fuori dall’abitazione.
Ma vide tutta la scena.
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C’era tutto il 16° Battaglione guidato dal tenente Wilfried Segebrecht, e con loro il Battaglione comandato dal maggiore Walter Reder.
Sì proprio lui, il boia di Marzabotto.

Ma i tedeschi non erano soli, ad accompagnarli c’erano i fascisti di Carrara: 1.500 fascisti delle Brigate Nere guidati dal colonnello Giulio Lodovici.
Il loro motto era “Mai morti”.
Loro conoscevano bene la zona e organizzarono il rastrellamento nei boschi e sulle montagne.

In tre giorni uccisero 174 persone, con una ferocia che è descrivibile con una sola parola: disumanità, la negazione di ogni principio o valore umano.
Un crimine di guerra diranno poi.
Donne e uomini impalati, e altre cose agghiaccianti.
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Come quella donna incinta di nove mesi a cui aprirono il ventre per poi accanirsi anche sul feto, usandolo come bersaglio.
Il paese ha dedicato a quelle due povere creature la statua.
Non lontano una lapide con i nomi di tutte le vittime.

Ringrazio @ANPI_Scuola che oggi ha fatto un thread in inglese per ricordare l’anniversario di questo eccidio.
E ringrazio Maria Stella Del Giudice per il commovente articolo da cui ho tratto questa storia.
Lei combatte ancora per mantenere viva la memoria.
Con un’altra donna
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La deputata del Pd Martina Nardi ha depositato una interrogazione parlamentare per la realizzazione di una “casa della memoria” a Vinca.
La vorrebbe nella prima casa del paese, al numero civico 1: lì furono violentate 27 giovani donne che poi furono uccise insieme ai loro figli.

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