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Antifascista e antirazzista. Pro Ambiente, pro Europa, pro Umanità intera. Natura dipendente.

Oct 10, 2021, 14 tweets

Tutti sanno (o almeno spero) dell’assassinio di Giacomo Matteotti nel Giugno del ‘24.
Forse qualcuno conosce pure il suo famoso discorso alla camera, che gli costò la condanna a morte.

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“Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse”.
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Ma un motivo per cui pagò con la vita il suo impegno fu anche un altro.
Nei tre anni precedenti la Marcia su Roma di Mussolini le basi dello squadrismo si erano ben consolidate: soprusi, violenze avvenivano di continuo ma erano sottovalutate.
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Dopo la Marcia su Roma tutti pensavano che una volta che Mussolini aveva raggiunto il suo scopo anche i disordini si sarebbero placati. Non fu così, e Matteotti fu uno dei pochi ad accorgersene.
E scrisse dei libri, sull’avvento del PNF e sulle conseguenze.
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Nel 1921 pubblicò una famosa "Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia", in cui si denunciavano, per la prima volta, le violenze delle squadre d'azione fasciste durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921.
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Poi scrisse ‘Un anno di dominazione fascista’, in cui riportava meticolosamente gli atti di violenza fascista contro gli oppositori.
Il disordine prendeva il sopravvento, lui lo documentò.
Ma in pochi capivano il pericolo, in modo particolare i politici.

Matteotti documentò con grande minuzia, giorno dopo giorno, quello che successe in Italia dal Iº novembre 1922 fino al Marzo del 1923: in totale 118 persone uccise dai fascisti, sindacalisti, giornalisti, ma anche semplici operai e contadini.
La loro colpa?
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Essere contro il duce, pensarla in modo diverso. Si accanirono soprattutto sugli iscritti ai circoli socialisti e comunisti: le idee diverse e le voci di dissenso erano da silenziare.
Con le buone o con le cattive.
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Matteotti fece di più: nel suo libro descrisse anche le morti di 106 fascisti uccisi allungando il periodo fino al 1924.
Era un buonista?
No, era uno storico vero, che non nascondeva quello che tutti facevano finta di non vedere: la guerra civile.
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La maggior parte di noi pensa che la guerra civile italiana del secolo scorso durò dal Settembre del ‘43 al 25 Aprile del ‘45.
No.
Matteotti fu uno dei primi a capire che la guerra civile era già in atto da prima del ‘22.
E lui ne fu una delle tante vittime.
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Perché ve lo racconto oggi?
Perché sono inorridito dal clima di buonismo che circonda i fatti degli ultimi anni.
Viene deriso chi parla del ritorno del fascismo ed è in atto da anni un tentativo di revisionismo storico.
Gli effetti?
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Molteplici: il meno preoccupante porta le persone a dire che il duce “Ha fatto anche cose buone”, una pura dimostrazione di ignoranza. Che è riscontrabile non solo al bar del paese, no.
I casi della candidata più votata di Michetti, o il caso Durigon,
⬇️ lo confermano.

Preoccupante invece è lo squadrismo che si rafforza sempre più: nuclei sovversivi (sì, uso proprio questo parola) che organizzano manifestazioni violente possono farlo da impuniti solo per due motivi.
La complicità di politici a cui fanno comodo.
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E la sottovalutazione di politici che, invece di contrastare questi delinquenti con decisione, usano il guanto di velluto.
“Niente di grave, è scappata loro la mano, sono stati provocati ed hanno reagito, è colpa di Lamorgese”.
Deve scapparci il morto?
O una nuova guerra civile?

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