Tutti sanno (o almeno spero) dell’assassinio di Giacomo Matteotti nel Giugno del ‘24.
Forse qualcuno conosce pure il suo famoso discorso alla camera, che gli costò la condanna a morte.
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“Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse”.
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Ma un motivo per cui pagò con la vita il suo impegno fu anche un altro.
Nei tre anni precedenti la Marcia su Roma di Mussolini le basi dello squadrismo si erano ben consolidate: soprusi, violenze avvenivano di continuo ma erano sottovalutate.
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Dopo la Marcia su Roma tutti pensavano che una volta che Mussolini aveva raggiunto il suo scopo anche i disordini si sarebbero placati. Non fu così, e Matteotti fu uno dei pochi ad accorgersene.
E scrisse dei libri, sull’avvento del PNF e sulle conseguenze.
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Nel 1921 pubblicò una famosa "Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia", in cui si denunciavano, per la prima volta, le violenze delle squadre d'azione fasciste durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921.
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Poi scrisse ‘Un anno di dominazione fascista’, in cui riportava meticolosamente gli atti di violenza fascista contro gli oppositori.
Il disordine prendeva il sopravvento, lui lo documentò.
Ma in pochi capivano il pericolo, in modo particolare i politici.
Matteotti documentò con grande minuzia, giorno dopo giorno, quello che successe in Italia dal Iº novembre 1922 fino al Marzo del 1923: in totale 118 persone uccise dai fascisti, sindacalisti, giornalisti, ma anche semplici operai e contadini.
La loro colpa?
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Essere contro il duce, pensarla in modo diverso. Si accanirono soprattutto sugli iscritti ai circoli socialisti e comunisti: le idee diverse e le voci di dissenso erano da silenziare.
Con le buone o con le cattive.
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Matteotti fece di più: nel suo libro descrisse anche le morti di 106 fascisti uccisi allungando il periodo fino al 1924.
Era un buonista?
No, era uno storico vero, che non nascondeva quello che tutti facevano finta di non vedere: la guerra civile.
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La maggior parte di noi pensa che la guerra civile italiana del secolo scorso durò dal Settembre del ‘43 al 25 Aprile del ‘45.
No.
Matteotti fu uno dei primi a capire che la guerra civile era già in atto da prima del ‘22.
E lui ne fu una delle tante vittime.
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Perché ve lo racconto oggi?
Perché sono inorridito dal clima di buonismo che circonda i fatti degli ultimi anni.
Viene deriso chi parla del ritorno del fascismo ed è in atto da anni un tentativo di revisionismo storico.
Gli effetti?
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Molteplici: il meno preoccupante porta le persone a dire che il duce “Ha fatto anche cose buone”, una pura dimostrazione di ignoranza. Che è riscontrabile non solo al bar del paese, no.
I casi della candidata più votata di Michetti, o il caso Durigon,
⬇️ lo confermano.
Preoccupante invece è lo squadrismo che si rafforza sempre più: nuclei sovversivi (sì, uso proprio questo parola) che organizzano manifestazioni violente possono farlo da impuniti solo per due motivi.
La complicità di politici a cui fanno comodo.
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E la sottovalutazione di politici che, invece di contrastare questi delinquenti con decisione, usano il guanto di velluto.
“Niente di grave, è scappata loro la mano, sono stati provocati ed hanno reagito, è colpa di Lamorgese”.
Deve scapparci il morto?
O una nuova guerra civile?
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Il filo di Arianna.
Il vittimismo fa parte essenziale di una cultura populista, basti pensare al successo elettorale dei primi grillini ottenuto con la promessa di eliminare i privilegi dei politici e di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. 1/n
Chiaramente era un inganno, tutta fuffa e propaganda, i privilegi i grillini se li sono tenuti ben stretti.
Promettere e non mantenere.
Per questo parlo del filo di Arianna, la più fidata consigliera della sorella: promesse fatte in campagna elettorale e poi mai mantenute.
2/n
E il filo di oggi è lo stesso di un rotolo dipanato per la prima volta durante la marcia su Roma del ‘22.
Sì, perché il più famigerato soggetto populista risponde al nome di Benito Mussolini, responsabile del periodo più nero e tragico dell’Italia.
3/n
Vannacci fonda un nuovo movimento politico, si chiamerà ' "NOI CON VANNACCI".
Programma?
"I miei amici camerati ex militari faranno quello che devono fare.”
Si è forse messo in testa di imitare Borghese?
Nel 1970 il neofascista Junio Valerio Borghese tentò un colpo di Stato⬇️
Borghese era stato il comandante della X Flottiglia MAS dal 1º maggio 1943 e dopo l'8 settembre 1943 con il proprio reparto aderì alla RSI.
Fondò in seguito il Fronte Nazionale che addestrava gruppi clandestini armati, supportati da settori delle Forze Armate.⬇️
Il piano prevedeva un’azione armata simultanea che avrebbe occupato diversi ministeri, la RAI e tutte le fonti di informazione. All’azione sarebbe seguito un proclama ritrovato fra le carte di Borghese. ⬇️
Non è vero che sotto il fascismo non si votava più: il 24 marzo del 1929, al termine della legislatura, gli italiani andarono di nuovo alle urne.
La scheda era quella nella foto, la lista dei parlamentari era stata fatta dal Consiglio del PNF 1/4
Si poteva solo dire se si era d’accordo o no.
Tutto molto bello vero?
Vinse il SI con il 98%.
Nel ‘34 idem, il SI vinse con il 99,85%.
Nel ‘39 le camere furono sciolte e il PNF nominò direttamente i parlamentari.
Palazzo Braschi Roma 1934 2/4
L’esclusione dal voto delle donne, l’esclusione di chi non apparteneva a certe categorie o pagava almeno 100 Lire di tasse, la propaganda martellante e le intimidazioni ai seggi, oltre ai brogli, resero possibile questo successo elettorale.
Palazzo Tenta, Bagnoli Irpino 1929. 3/4
Salvini chiude il comizio a Milano con ‘Generale’ di De Gregori in omaggio a Vannacci.
La mia prima reazione è stata pensare che siamo veramente al livello da bambini dell’asilo.
Risultato?
Tutti i presidenti di Regione, Zaia per primo, incazzati.
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Alla domanda a Zaia se ha salutato Vannacci la risposta è stata: “Mia madre mi ha insegnato che per educazione bisogna salutare tutti”.
Inoltre come al solito Salvini dimostra di non capire nulla.
Lui vuole ripristinare il servizio di leva e la canzone dice il contrario.
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Infatti è un testo autobiografico in cui racconta della felicità nel tornare alla vita normale di un militare che ha passato le notti (crucche e assassine) a fare guardie inutili.
Non solo.
È un testo polemico anche contro le idee che piacciono a Meloni.
Infatti le parole…
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In Tajkistan negli ultimi 30 anni molti cittadini hanno preso il passaporto russo, principalmente per motivi di lavoro essendo il paese retto da una dittatura che governa da 32 anni.
È fra i più poveri del mondo e lo stipendio dei pochi lavoratori si aggira sui 100$. 1/n
Fino al 2102 i lavoratori tagiki all’estero erano circa 1 milione e mezzo su una popolazione di 7 milioni di abitanti, alcuni in Uzbekistan e persino in Corea, ma la stragrande maggioranza in Russia.
Fino al ‘92 il Tajikistan era invece una regione fiorente, sotto l’URSS.
2/n
Da qui il desiderio di molti abitanti di ritornare sotto l’ombrello russo, anche perché i servizi sociali sono allo sbando, e anche in questi giorni in molte zone del paese l’elettricità è razionata.
Putin prima della guerra con Kuev visitava il paese 5-6 volte all’anno. 3/n
Era il 1948, migliaia di ebrei stavano arrivando a Tel Aviv, da tutto il mondo.
È l’anno in cui l’esercito israeliano ha cominciato ad occupare i villaggi della Palestina, dove famiglie arabe vivevano lì da 40 generazioni.
Il campo profughi di Jenin, aperto nel ‘53. 1/n
Vecchi, donne e bambini vivevano in tende, inviate da Giordania, Iraq e altri paesi arabi.
Aspettando di tornare ai loro campi, alle loro case.
Dopo il Luglio ‘48 seppero che il mediatore svedese delle Nazioni Unite, il conte Folke Bernadotte sosteneva una tesi: 2/n
“Sarebbe un'offesa ai principi elementari della giustizia se a queste innocenti vittime del conflitto fosse negato il diritto di tornare alle loro case, mentre gli immigrati ebrei continuano a entrare in Palestina…
3/n