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Curiosità, news ed articoli sul mondo dei terremoti e dei vulcani.

Dec 9, 2021, 24 tweets

Con il lungo thread di oggi dobbiamo parlarvi di #Grímsvötn, un particolare vulcano subglaciale che si trova nella parte sud-orientale dell'Islanda. Il sistema vulcanico in questione è composto principalmente da una caldera vulcanica posizionata sotto una calotta di ghiaccio

spessa tra i 100 e i 700 metri che fa parte del ghiacciaio più grande di tutto il paese: il #Vatnajökull. Essendo un vulcano, il sistema idrotermale di Grímsvötn emana una quantità di calore verso l’esterno sufficiente a sciogliere la parte più interna della calotta glaciale.

Questo particolare processo genera un lago subglaciale che viene intrappolato tra la parte sommitale della caldera e la parte interna della calotta di ghiaccio, un fenomeno che tende a sollevare il ghiacciaio fino a quando non viene raggiunto un particolare punto critico.

Una volta che questo punto critico viene raggiunto - generalmente una volta ogni 2-3 anni – l’acqua che compone questo lago inizia a muoversi piuttosto velocemente verso la zona meridionale della calotta

più precisamente una specifica zona che si trova a circa 50 chilometri di distanza dalla caldera vulcanica. Qui, attraverso un sistema di fratture, l’acqua accumulata negli anni può raggiungere l’esterno e può finalmente riversarsi nell’oceano attraverso alcuni fiumi.

Trattandosi di una grandissima quantità di acqua che viene espulsa nel giro di pochissimi giorni, il fenomeno in questione provoca una serie di inondazioni che vengono chiamate Jökulhlaup, un termine islandese che è stato coniato proprio dopo una delle inondazioni più importanti

che hanno colpito quest’area dell’Islanda nel corso dell’ultimo secolo. Stiamo parlando del Jökulhlaup avvenuto nel corso dei primi giorni di novembre del 1996, anno nel quale un’eruzione vulcanica avvenuta all’interno della caldera di Grímsvötn aveva favorito lo scioglimento

del ghiaccio e il suo conseguente movimento verso l’esterno della calotta. In quell’occasione furono espulsi oltre 3 km³ di acqua in pochissimi giorni, il che provocò la distruzione di ponti e strade di fondamentale importanza per la circolazione dei mezzi islandesi.

Fortunatamente l’area interessata da questi eventi era – ed è – completamente disabitata, di conseguenza non mette in pericolo la vita della popolazione islandese.

Lo svuotamento improvviso dell’acqua presente nella parte sommitale della caldera può – se il sistema è già instabile – favorire ed innescare una nuova eruzione vulcanica. Questo perché un lago subglaciale esercita una pressione piuttosto importante sul sistema vulcanico

una pressione che viene improvvisamente e velocemente rilasciata dalla migrazione della massa d’acqua verso l’esterno della calotta glaciale.

È proprio questa remota possibilità che sta tenendo con il fiato sospeso gli scienziati che fanno parte dell’Ufficio Meteorologico Islandese (IMO), l’ente che si occupa del monitoraggio sia delle condizioni atmosferiche che di quelle vulcaniche all’interno del paese.

In queste ultime settimane ha infatti avuto inizio un nuovo Jökulhlaup nella zona meridionale della caldera di Grímsvötn, un fenomeno che in pochi giorni ha provocato un abbassamento della calotta di ghiaccio di ben 80 metri, un valore piuttosto importante.

Dall’interno del ghiacciaio sono già stati drenati ben 0.8 km³ di acqua, una quantità non troppo elevata, soprattutto se confrontata con quella espulsa durante la terribile inondazione del 1996.

La preoccupazione in merito a questo nuovo Jökulhlaup deriva dal fatto che il sistema vulcanico di Grímsvötn si trovava da diverso tempo in una fase già piuttosto instabile, dall’ultima eruzione avvenuta nel 2011, l’intero edificio vulcanico si è infatti gonfiato di circa 60 cm.

Circa un anno fa, questa lenta ma continua inflazione dell’edificio vulcanico aveva spinto l’Ufficio Meteorologico Islandese ad innalzare il livello di allerta vulcanica dal livello verde al livello giallo.

Fortunatamente al momento nonostante si sia verificato un nuovo Jökulhlaup non ci sono segni concreti che il vulcano in questione stia davvero per generare una nuova eruzione nel breve periodo.

I vulcanologi dell’IMO non hanno infatti rilevato alcuna variazione significativa nelle emissioni gassose o nei parametri geochimici dell’acqua in uscita dal ghiacciaio.

Per quanto riguarda la sismicità invece, i terremoti registrati nell’area della caldera vulcanica si erano intensificati soltanto durante il picco dell’inondazione, ovvero durante la giornata di lunedì, momento nel quale era stata registrata una piccola sequenza di terremoti.

(magnitudo massima di 3.6). In concomitanza di questa sequenza, l’IMO aveva innalzato il livello di allerta vulcanica dal livello giallo al livello arancione, fortunatamente però, i terremoti sono rapidamente diminuiti e l’allerta vulcanica è tornata al livello precedente.

Ma quanto sono frequenti le eruzioni del Grímsvötn? Il complesso sistema vulcanico di Grímsvötn è uno dei più attivi di tutta quanta l'Islanda. Secondo gli studi recenti svolti dai vulcanologi dell'IMO, il vulcano in questione ha generato ben 65 eruzioni in appena 800 anni.

La maggior parte di queste eruzioni sono state classificate come VEI (Indice di Esplosività Vulcanica) 2, 3 e 4 su una scala che va da 0 ad 8, si tratta quindi di un vulcano che produce eruzioni di natura prevalentemente esplosiva.

Il materiale vulcanico (principalmente ceneri e lapilli) emesso durante le eruzioni raggiunge l'esterno della calotta glaciale in tempi relativamente brevi, dopodiché si forma una colonna eruttiva di modeste dimensioni che in particolari casi può paralizzare il traffico aereo.

L'ultima eruzione prodotta dal vulcano risale al 2011, un dato piuttosto preoccupante visto che - sempre secondo gli studi - il Grímsvötn erutta mediamente ogni 10-15 anni circa.

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