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Mar 11, 2022, 13 tweets

L'11 marzo di 353 anni fa stava per avere inizio la più grande ed importante eruzione laterale mai avvenuta in epoca storica sull'#Etna. Si trattò di un evento quasi spartiacque sia dal punto di vista vulcanologico che culturale per la regione etnea. 🧵👇

L'eruzione del 1669 fu preceduta da una corposa ed intensa sequenza sismica che interessò le pendici del vulcano sin dal mese di febbraio. Tale sequenza raggiunse il culmine nella notte tra il 10 e l'11 marzo, ovvero poche ore prima dell'inizio dell'eruzione.

Alle ore 16:30 dello stesso giorno, ben cinque fratture eruttive differenti iniziarono ad aprirsi sul fianco meridionale dell'edificio vulcanico, più precisamente ad una quota compresa tra i 950 e i 700 metri.

Tra le cinque fratture eruttive, la più importante ed attiva è stata quella che si è aperta alle porte della città di Nicolosi, un particolare segmento che ha prodotto sia un'intensa attività esplosiva che una sostenuta attività effusiva.

Con il passare dei mesi la bocca principale di questa terza frattura eruttiva ha generato una ricaduta di materiale vulcanico talmente importante da formare un grande cono di scorie che possiamo ammirare ancora oggi, si tratta dei Monti Rossi, un luogo molto affascinante.

Nel giro di quattro mesi, l'eruzione del 1669 espulse oltre 600 milioni di metri cubi di lava, 66 dei quali sono da attribuire al materiale piroclastico (ceneri, lapilli e scorie) ricaduto in una vasta zona dell'area etnea.

Questi 600 milioni di metri cubi di lava hanno ricoperto un'area di circa 40 km² e hanno permesso la formazione della colata di lava più lunga mai prodotta negli ultimi 15.000 anni di attività del vulcano: ben 17 chilometri.

Le numerose colate alimentate durante l'eruzione hanno travolto e distrutto numerosi paesi come Belpasso, Mompilieri, San Pietro Clarenza, Camporotondo Etneo, San Giovanni Galermo e Misterbianco.

Grazie alla formazione di numerosi tunnel lavici - o se preferite tubi lavici - le colate laviche hanno lentamente raggiunto la parte occidentale delle mura della città di Catania durante la prima metà del mese di aprile.

Per via di ulteriori accorgimenti però, il grosso dei flussi lavici venne deviato verso la costa, un'area di epoca romana in cui erano presenti diverse strutture architettoniche come il Circo Massimo e la Naumachia.

La lava che si riversò in mare formò un delta lavico lungo circa 1,5 chilometri che contribuì ad espandere la linea di costa di oltre 800 metri in avanti.

I tentativi di deviazione della lava non salvarono del tutto la città di Catania, una piccola parte della lava riuscì infatti a far crollare un tratto delle mura, il che permise il suo avanzamento fino alla parte occidentale della città.

L'eruzione si concluse l'11 luglio dopo quattro lunghi mesi di intensa e persistente attività vulcanica che interessò perfino la zona sommitale del vulcano, pensate che il 25 marzo un violento evento esplosivo causò il collasso del cono sommitale dell'Etna.

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