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Sep 19, 2022, 17 tweets

Le voci di un avvicendamento di #Allegri con il tecnico della Primavera sono solo l'ultimo déjà-vu di una storia già scritta. Perciò andiamo con ordine: thread su tutte le somiglianze tra la #Juventus 2021-22 e il Milan 2013-14.

La stagione prende una brutta piega da subito: dopo aver eliminato il PSV nel play-off di Champions, Allegri sbotta in tv e ventila idee di dimissioni. Poi se la prende con colui che era l'Adani 2013-14, ovvero Arrigo Sacchi, dandogli più o meno del rincoglionito.

Lo spogliatoio è indebolito dalla polemica uscita di scena di uno degli ultimi mohicani del ciclo vincente (Ambrosini), con Abbiati, Abate, Bonera e Robinho ultimi reduci di uno scudetto vinto appena due anni prima. La rosa si scopre drammaticamente priva di leadership.

Centrocampi a confronto: anche quel Milan aveva abbondanza di rozzi muscolari (Muntari, De Jong), un incursore senza altre qualità (Poli-McKennie), un uomo d'ordine senza molto nerbo per governare il reparto in acque così tempestose (Montolivo-Locatelli).

Un altro topos ricorrente in questi casi è il Giovane lanciato un po' per disperazione, un po' per tentativo di rinfrescare l'undici titolare: il Miretti 2013-14 era Bryan Cristante, che ancora veniva schierato come regista (qui il suo unico gol all'Atalanta).

Quindi il Godot, il talento atteso invano per mesi e mesi. Stesso ruolo, stesse prospettive: il Federico Chiesa 2013-14 era Stephan El Shaarawy, reduce da un ottimo 2012-13, in gol nel play-off di Champions contro il PSV e poi fermo praticamente per tutta la stagione.

Ed ecco il Campione giovane e nervoso, costretto a fare reparto da solo. Non vi sembri irrispettoso paragonare Vlahovic a Mario Balotelli: all'epoca era pur sempre il centravanti titolare della Nazionale ed era arrivato 23° al Pallone d'Oro dell'anno precedente.

Poi la Punta Esperta, arrivata negli ultimi giorni di mercato. In questo caso, per fortuna della Juventus, Milik sembra partito decisamente meglio di Alessandro Matri, pagato 11 milioni e gravato della numero 9: un flop da 1 gol in 18 presenze, ceduto a gennaio alla Fiorentina.

La Vecchia Gloria: il Di Maria 2013-14 era nientemeno che Kakà, 32 anni, come lui all'inseguimento (vano) dell'ultimo Mondiale in carriera, come lui brillante a spazzi ma irrimediabilmente logoro e come lui infortunato già alla prima partita, in casa del Torino.

Il De Sciglio 2013-14 era ovviamente... lo stesso De Sciglio, che in questo romanzo noir ha una funzione da personaggio di Kieslowski: sta sempre lì, defilato sulla scena, e non se ne capisce il motivo, come se la sua sola presenza fosse già presagio di sventura.

La confusione societaria del Milan 2013-14 si riassume in questo celebre fotogramma con i due a.d. Adriano e Barbara seduti uno accanto all'altra, sostanzialmente ignorandosi, nella tribuna d'onore del Camp Nou in Champions. Vi ricorda qualcosa?

Quando le cose vanno male, ovviamente ogni pretesto è buono per fare cagnara: benché molto più grave, l'episodio di Juve-Salernitana ricorda il finale molto agitato di Milan-Napoli 1-2, con Balotelli ironicamente espulso da Luca Banti, ovvero il varista di Juve-Salernitana.

La sconfitta di Monza ricorda altre due partite da incubo del Milan 2013-14. Prima di tutto lo 0-0 in casa del Chievo pure lui ultimo, sempre prima della sosta, sempre di domenica alle 15, sempre con un'espulsione (allora Montolivo) ad appesantire la giornata.

Anche in quel caso, sulla testa di Allegri iniziarono a volteggiare gli avvoltoi di chi ipotizzava già il tecnico della Primavera (Pippo Inzaghi). Avvoltoi che lui provò a scacciare nel solito modo: con una battuta. Li allontanò di due mesi passando il girone di Champions.

Ma Monza-Juventus ricorda ovviamente anche Sassuolo-Milan del 12 gennaio 2014, capolinea dell'era Allegri al Milan: mettendo i due 11 a confronto, a parte il teen-ager Berardi, forse quel Sassuolo era addirittura più scarso del Monza di ieri.

Dopo quella disfatta Allegri fu sostituito con Seedorf - scelta di ispirazione barbariana - che finì ottavo dopo 35 punti in 19 partite (comunque non pochi), sparando a zero sulla rosa ed evocando necessità di rivoluzioni che non furono accolte. Perché non c'erano soldi.

La situazione in Champions di questa Juve è molto più grave rispetto al Milan 13-14 e in più c'è una sosta autunnale fatta apposta per le rivoluzioni. Insomma la storia ci dice che presto o tardi Allegri salterà e il tecnico, visto anche il precedente, sembra non aspettare altro.

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