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Jan 6, 2023, 23 tweets

Arriverà la fine, ma non sarà la fine. La vita coraggiosa e avventurosa di Gianluca #Vialli (1964-2022), un bel film che ha lasciato tutti senza parole: come un western scanzonato anni 70, in cui lui era Butch Cassidy e Roberto Mancini era il suo Sundance Kid.

La promozione in serie A (1984) con la Cremonese, tornata al piano di sopra dopo 54 anni con la guida di Emiliano Mondonico e i 10 gol di questo centravanti ricciolone che viene subito acquistato per tre miliardi dalla Sampdoria di Paolo Mantovani.

Avere vent'anni: il primo gol in serie A in Sampdoria-Avellino 1-0 del 16 dicembre 1984, dopo essere entrato dalla panchina al posto di Beccalossi - ovviamente, su splendido assist di Mancini. I Gemelli hanno 40 anni in due.

La magnifica doppietta alla Svezia al San Paolo di Napoli, 14 novembre 1987, che qualifica l'Italia agli Europei 1988 e lo impone come il nuovo prototipo di centravanti azzurro, con la 11 come Gigi Riva: un primo violino secondo Gianni Brera, che lo chiama "Stradivialli".

Gianluca l'acrobata, amante lussurioso delle soluzioni spettacolari: non bastano due mani per contare tutte le rovesciate vincenti della carriera, come questa a Empoli il 24 gennaio 1988.

Il gol più importante della sua carriera azzurra: Europei, Francoforte, 14 giugno 1988, Italia-Spagna 1-0, una combinazione con Altobelli che è purissimo distillato di coppia d'attacco italiana. Una sigla della felice estate 1988 della Nazionale di Vicini, leggera e ottimista.

Goteborg, 9 maggio 1990: la doppietta all'Anderlecht nei tempi supplementari della finale di Coppa delle Coppe con la Sampdoria, con i tifosi blucerchiati che travolgono d'emozione Bruno Pizzul in tribuna.

Italia 90 ha tutto per essere il suo Mondiale, ma va tutto storto tra voci di gossip, problemi muscolari e la crescita impetuosa di Totò Schillaci che gli soffia il posto da titolare. Il rumore sordo del palo colpito contro gli USA lo tormenterà per parecchi mesi.

"I gioiellieri con me fanno affari d'oro": il Vialli sex symbol, primo calciatore italiano di spicco a sfoggiare un orecchino, è un personaggio che buca il video e avvicina al tifo per la Sampdoria anche tanti ragazzi da fuori Genova.

E allora il giorno di gloria arriva davvero: 5 maggio 1991, Inter-Sampdoria 0-2, lo scontro diretto a San Siro vinto all'italiana, con Pagliuca che para un rigore a Matthaeus e Dossena e Vialli che pungono in contropiede. Scudetto!

Forse il momento più tenero è quest'esibizione spericolata dei Gemelli su "Quella carezza della sera" dei New Trolls. I sampdoriani la chiamano "la nostra favola" e in effetti fu l'ultimo scudetto popolare, che non dispiacque davvero a nessuno - genoani a parte, naturalmente.

I 65 secondi che potevano trasformare la favola in leggenda: quelli che passano tra la prima e la seconda occasione mancata da Vialli davanti a Zubizarreta, nel secondo tempo della finale di Coppa Campioni contro il Barcellona a Wembley, il 20 maggio 1992.

È tempo di andare: ma alla Juventus Vialli si smarrisce, non va d'accordo con Trapattoni, si fa male spesso, perde la Nazionale. Rinasce nell'estate 1994 quando arriva Marcello Lippi: il gol che apre la Part II, ovviamente in rovesciata, lo segna nella sua Cremona.

Full Metal Vialli: cranio rasato, fascia di capitano al braccio, è il simbolo della volontà di potenza della prima Juve lippiana. Memorabile la doppietta che avvia la rimonta contro la Fiorentina il 4 dicembre 1994, prima dell'arcobaleno di Del Piero.

Il suo unico gol alla Sampdoria in serie A, il 26 febbraio 1995: un gol fortemente viallesco, fondamentale per la corsa scudetto della Juve, vincendo il duello spalla a spalla con Sinisa Mihajlovic.

È scudetto anche alla Juventus, dopo 9 anni. Dopo un anno a tirare la carretta, Vialli si rilassa e dà sfogo al suo lato - com'è che si dice? - più cazzone, esibendosi insieme ai Bulgari a Mai Dire Gol.

Ma resta ancora una cosa da vincere, ed è la più importante. Nella Champions League 1995-96 Vialli deve aspettare la semifinale d'andata contro il Nantes per segnare il primo gol, il 3 aprile 1996...

...ma poi è il primo ad alzarla, il 22 maggio 1996, con un sapore particolare condiviso con Vierchowod e Lombardo, gli altri due reduci di Wembley 1992. Dopo quattro anni di Juventus, non potrebbe esserci un congedo migliore.

Perché c'è da andare a scoprire questa misteriosa Premier League di cui s'inizia a parlare: il 18 agosto 1996 al "The Dell" (la conca) di Southampton debutta il Chelsea "tutto italiano", con uno 0-0 in cui Vialli colpisce due pali - il secondo, con il suo marchio di fabbrica.

Il tempo scorre in fretta: in meno di due anni Vialli sarà già diventato player-manager, fino addirittura a sostituire sé stesso nella finale di Coppa delle Coppe vinta 1-0 contro lo Stoccarda, il 13 maggio 1998, con gol di Gianfranco Zola.

Gianluca Vialli se n'è andato nel giorno dell'Epifania e forse avrebbe gradito di essere ricordato anche con questa foto insieme tenera, romantica e cialtrona, perfettamente rappresentativa del suo modo di essere, condiviso con gli altri due Re Magi.

Vialli è stato un uomo coraggioso che nel momento più difficile è riuscito a diventare una fonte d'ispirazione. L'Europeo perso nel 1988 lo ha vinto nel 2021, proprio nel suo stadio maledetto, e da protagonista. È stato l'uomo nell'arena: gli spetta tutto l'onore di questo mondo.

(2023, ovviamente)

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