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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)

Feb 27, 2023, 23 tweets

Mi chiamo Mario.
Nel 1961 avevo 26 anni e facevo il panettiere.
Il negozietto che avevo a Bagno a Ripoli non mi permetteva di tirare avanti decorosamente.
Ero disperato e per quello presi quella decisione.
Lasciare i miei affetti per cercare un futuro migliore in un altro Paese

Qualcuno diceva che era inutile rischiare di morire.
Bastava avere un visto sulla carta d’identità per andare in Francia.
Già, peccato che per quelli come me niente visto.
Noi “miserabili” non avevamo i soldi per fare il turista o per avere un lavoro di là dal confine.

Ricordo che era il 30 dicembre.
Avevo preso il treno da Firenze verso Ventimiglia.
Poi in autostop verso Grimaldi.
Perché da Grimaldi partiva il Sentiero della Speranza. Tra Grimaldi e Garavan c'erano due sentieri che si riunivano all’altezza della linea della frontiera.

Su su fino a quello che chiamavano il Passo della Morte.
Difficile attraversarlo. Dicevano quasi impossibile.
Ma quando sei disperato.
I clandestini italiani non avevano mai smesso di provarci.
Era l'unica loro speranza di un futuro migliore.

I clandestini valutavano solo la difficoltà della salita e non quello della discesa: la discesa verso la Francia. Per loro significa una nuova vita, lavoro e finalmente la pace.
Ma la discesa era spaventosa, a piombo, per quello il valico aveva il nome "della morte" .

01/01/1962 - Anche Mario è caduto. Proprio la notte di Capodanno.

Fu il commerciante Fernand Delrue a trovarlo ai piedi della massa rocciosa. Venti giorni dopo.
Ferito, forse aveva cercato di avvicinarsi alle case.
Lui, Mario, era il fenicottero numero 87.

Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.
Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".

Prima di Mario era caduta una ragazza.
Si chiamava Rossana Orru, sarda di 24 anni.
Egisto lo aveva incontrato sul treno.
Ed era caduto con lei.
Come Giambattista Rovida, 25 anni, che sperava di potersi rifare una vita in Francia.
Fenicotteri.

“Non avevano scampo quelli che venivano portati su al Pont Saint-Louis e con un gesto della mano incoraggiati a proseguire nella notte lungo quello che era chiamato “il cammino della speranza” e portava verso il Picco del Diavolo, che a vederlo dal basso sembra quasi accessibile”

Per anni gli emigranti italiani hanno rischiato e perduto la vita per passare clandestinamente in Francia.
Sul Passo della Morte persero la vita 250 “fenicotteri clandestini” per 5.000 lire.
Pagamento anticipato

Furono così tanti i clandestini italiani ad essere uccisi dalla montagna che a Giaglione il sindaco arrivò a chiedere aiuto al prefetto di Torino “non avendo più risorse per dar sepoltura ai clandestini italiani che morivano nell’impresa disperata di valicare le Alpi”.

Chi se le ricorda più.
Quelle tragedie sulle montagne affrontate da italiani disperati, intendo.
Tutto rimosso. Cancellato.

03/12/1925 – Clandestini italiani.

1948 - L'odissea degli emigranti clandestini.

Anno 1948 - Nel 1947 sono stati 45.000 i clandestini italiani ad entrare irregolarmente in Francia.

Istruzioni per entrare da clandestini in Francia.

Quanti uomini, donne e bambini italiani clandestini devono morire ancora?

Italiani clandestini, arrestati al confine con la Francia e pure derubati.

Su ottantamila lavoratori italiani entrati in Francia, la metà sono immigrati clandestini

Anno 1948 - Italiani clandestini alla ricerca di un futuro migliore.
"Donna sorpresa dalla tempesta di neve vide il suo bambino spirarle tra le braccia"

19/04/1949 - I clandestini italiani che tentano di passare il confine della Francia.
Un mercato di schiavi.

Negli anni ’70 in Svizzera c’erano 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori a dispetto delle leggi contro i ricongiungimenti familiari.

Clandestini italiani in Romania.

31/01/1897 - Fuori gli analfabeti italiani dagli Stati Uniti.

Treccani:
disperazióne s. f. [dal lat. desperatio -onis, der. di desperare «disperare»]. –
1. Stato d’animo di chi non ha più alcuna speranza ed è perciò oppresso da inconsolabile sconforto [...]
il coraggio della d. di chi, non avendo altra via d’uscita, osa tutto per tutto.

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