Pur senza 4 dita della mano, scelse di giocare a basket. Serie A solo sfiorata, ma dominio dalla Serie B in giù, spesso capocannoniere di vari campionati, spesso con prestazioni oltre i 50 punti a partita. Vi raccontiamo la storia del fenomeno Gianni Gualdi.
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È un giorno come gli altri del 1960 a Campagnola Emilia, nella pianura reggiana. Nel retrobottega di un piccolo forno, il figlio del titolare gioca con una pallina di pasta. Il papà è nei paraggi ma non si accorge di quello che sta per accadere.
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Il piccolo infila la pallina tra i rulli di acciaio dell’impastatrice. L’urlo disperato del genitore non riesce a fermare l’inevitabile e la manina di Gianni viene inghiottita. Della mano destra si salvano solo il pollice e una falange dell’indice.
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Qualsiasi bambino privato dell’uso di una mano avrebbe scelto la strada del Dio Pallone e invece Gianni accetta la sfida contro il proprio destino. Passa le ore a giocare in giardino, dove spesso usa la parete come trampolino per schiacciare con la mano sinistra.
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I suoi genitori sono amici di quelli di Orazio Rustichelli, che diventerà il trascinatore della Pallacanestro Reggiana fino alla Serie A1, osannato anche da Dan Peterson. I due passano le ore a giocare 1 contro 1. Gianni perde sempre, ma impara a non mollare mai, studiando i… twitter.com/i/web/status/1…
Grazie a quelle sfide infinite Gianni sviluppa un grande agonismo, trasformandosi in un realizzatore spietato, specializzandosi nel rubare palloni e catturare rimbalzi. Proprio a rimbalzo, quello che rimane della mano destra diventa l’arma in più per colpire velocemente la palla,… twitter.com/i/web/status/1…
Poco più che adolescente viene convocato in prima squadra e qualche settimana dopo esordisce in Serie C. L’anno successivo è già una pedina fondamentale della Pallacanestro Correggio. Anzi, domina. Ma viene snobbato dalle selezioni regionali.
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«Quando giocavo nelle giovanili di Correggio, sia che fossi cadetto o juniores ero regolarmente tra i migliori, ma ai concentramenti provinciali e regionali chiamavano solo i miei compagni di squadra. Ho pensato che non mi chiamavano perché avevo una mano sola».
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La frustrazione cresce ma allo stesso tempo alimenta il suo agonismo e con la Fornaciari, la seconda squadra di Reggio Emilia, vince tutti i campionati dalla D alla B in 3 sole stagioni, vincendo sempre la classifica marcatori.
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Il look di Gianni ne rispecchia la personalità, un rocker delle minors, schivo e burbero ma sempre schietto: capelli lunghi, folte basette, pantaloni a zampa. Ascolta gli Who, colleziona dischi dei Waterboys, e inizia a lavorare in fabbrica appena quindicenne.
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Il suo nome inizia a girare tra i piani alti del basket. Accetta così una ricca offerta da Roseto. Dopo una stagione in Abruzzo, rifiuta due proposte allettanti da Trapani e Treviso: non vuole più spostarsi dalla sua amata Emilia. Prima a Castelnovo di Sotto, poi di nuovo a… twitter.com/i/web/status/1…
In quegli anni spesso parte per trasferte di lavoro che lo portano a effettuare consegne fino in Germania, ma per Gianni è inconcepibile saltare allenamento, così sale sul furgone con due borse d’allenamento. Dopo la seduta della sera si mette in viaggio, effettua la consegna,… twitter.com/i/web/status/1…
Nemmeno la febbre lo ferma. Dopo cinque giorni con più di 39 si presenta a Prato e ne segna 37. La febbre non passa, anzi, subentrano le allucinazioni. La moglie è preoccupata ma la partita successiva ne mette 47, prima che l’herpes gli ricopra le labbra.
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«Qualcuno mi prenderà per pazzo, ma ho visto soltanto un giocatore con lo stesso controllo del corpo in qualsiasi circostanza e la capacità di trovarsi sempre nelle migliori condizioni di equilibrio. Quel giocatore si chiama Julius Erving. Quante volte gli ho visto fare… twitter.com/i/web/status/1…
A 40 anni centra l’ennesima promozione trascinando proprio Bagnolo in C1, dopodiché giocherà una stagione a Carpi e una a Guastalla, prima di riunirsi con tanti ex-compagni correggesi nella Budriese. Parte dalla Promozione e centra subito la Serie D. In quegli anni compie… twitter.com/i/web/status/1…
Gianni è, per sua stessa ammissione, drogato di basket ma a 56 anni è costretto a smettere, chiudendo con gli Amatori un’avventura meravigliosa durata tutta la vita. La sua storia è una favola da tramandare ai nipotini: per i tanti che hanno avuto la fortuna di vederlo in azione,… twitter.com/i/web/status/1…
La storia di Gianni Gualdi potete leggerla anche sul nostro sito, qui lagiornatatipo.it/leggenda-giann…
L'articolo è stato curato da Davide Giudici. Per tanti giovani emiliani è stato per anni il "Michael Jordan di provincia".
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