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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)

Dec 8, 2023, 18 tweets

"Il fascismo sta cercando di rialzare la testa.
Posso dirlo con cognizione di causa perché io il fascismo l’ho visto in faccia.
Lo abbiamo visto in faccia.
E lo abbiamo sconfitto".
Per questo oggi l’Italia è antifascista.
Per legge, non per opinione.

La Resistenza di noi donne non fu marginale.
Eravamo crocerossine certo, staffette, assistenti, ma abbiamo subito arresti, torture, violenze, deportazioni e fucilazioni.
Migliaia le donne partigiane.
4.653 quelle arrestate e torturate.
2.750 deportate, 2.900 uccise.
E c’ero io

Ricordate i vostri 18 anni?
Immagino di sì, e spero siano stati sereni.
E' un’età importante.
L’affetto dei vostri genitori, gli amici, le giornate in biblioteca a studiare, le serate in discoteca.
O una passeggiata a cavallo.
Un momento della vita particolare, indimenticabile.

I miei 18 anni?
Un ricordo nitido.
Un giorno esatto.
L’11 agosto 1944.
Il luogo? Villa San Prospero.
Un salone, la bandiera della Repubblica di Salò e alla parete i ritratti di Mussolini e Hitler.
Non era una festa, ma un interrogatorio.
Violento, perché io stavo zitta.

Era lui che mi picchiava.
Lui, il camerata Raffaele Raffaeli, un fascista caratterizzato da un estremo fanatismo ideologico, come suo padre.
Mi avevano arrestato alle 10 del mattino.
Ero in bicicletta nei pressi di Marzeno quando i fascisti mi avevano riconosciuto.

“E’ Annunziata Verità, l’amica dei partigiani, di quel bastardo comunista di Marx Emiliani che abbiamo fucilato alla schiena il 30 dicembre del 1943”.
Già.
E in tre mi avevano tirato giù dalla bicicletta e picchiata.
Poi portata con altri contadini a Villa San Prospero.

E poi la decisione.
La fucilazione per me e per loro.
Io, Annunziata Verità, 18 anni;
Carlo Casalini, 50 anni, celibe;
Emilio Nanni, 35 anni, sposato, e con un figlio di 7 anni;
Luigi Sangiorgi, 33 anni, celibe;
Giuseppe Savini, 36 anni, sposato, e padre di due bambini.

“Condannata a morte” a soli 18 anni.
Quelle parole mi risuonarono nella testa tutta la notte. Fino alle 4.00 del mattino quando ci caricarono su un camion.
Con noi una decina di fascisti con mitra e moschetti e alcuni tedeschi.
Direzione?
Il cimitero di Rivalta.

Ci legarono tutti insieme e ci misero davanti al muro del cimitero.
Girati di schiena come si fa con i traditori.
Le braccia sollevate in alto contro il muro.
Non riuscivo nemmeno a piangere.
E poi l’ordine di Raffaeli.
“Plotone attenti!.
Caricare!
Puntare!
Fuoco!"

Oggi è il 25 aprile 2019.
E come ogni anno, io, Annunziata Verità, sono qui davanti alla lapide che ricorda i miei quattro compagni morti fucilati quel giorno.
Eppure dopo i primi colpi ero stata proprio io, Nunziatina, la prima a cadere.

Non so se fu voluto, ma la scarica mi colpì tutte due le braccia che tenevo in alto.
Sentii un gran bruciore e mi lasciai cadere.
Ho ancora le cicatrici dei proiettili che mi trapassarono le braccia.
Mi finsi morta.
Raffaeli diede il colpo di grazia in testa a tutti.

Ma la mia testa era finita sotto quei corpi e il colpo prese di striscio la mia testa.
Non credo ai miracoli.
So solo che sono sopravvissuta.
Mi slegai da sola dalle corde, con i denti.
Quando i fascisti scoprirono che non ero tra i cadaveri io ero già in fuga.
Salva.

Ricordate Raffaele Raffaeli che mi aveva picchiata durante l’interrogatorio e che aveva esploso o colpi di grazia sui miei compagni?
E’ morto tranquillamente nel suo letto nel 1981.
Mai condannato, come gli altri otto fascisti responsabili.

O meglio.
Furono condannati a pene pesanti in primo grado, poi arrivò l'amnistia Togliatti, poi la Cassazione ribaltò le condanne e alla fine degli anni Cinquanta erano tutti liberi.
E Raffaele Raffaeli, il crudele e sanguinario Raffaeli?

A Roma aveva agganci in campo ecclesiastico. Raffaeli non era laureato, ma un prete gli offrì la cattedra di insegnante di italiano al Liceo Classico del Cristo Re.
Con una nuova identità, Antonio Petani.

E’ difficile oggi raccontare l’orrore, il terrore e la paura di quella notte.
Condannata a morte, a soli 18 anni.
Torno sempre al cimitero di Rivalta.
A fianco del cancello di ingresso una lapide con le foto e i nomi dei miei compagni: Qui caddero fucilati il 12 agosto 1944…

Ogni volta che leggete queste storie, provate a chiudere gli occhi e a immaginare quei giorni.
Se vi dicessero che vostra figlia di diciotto anni è stata condannata a morte, come è successo a me?
Quello era il fascismo.
Per quello l'Italia è antifascista.

E questa è la mia storia.
Raccontata magistralmente nel libro "La ragazza ribelle. Annunziata Verità, storia, amori e guerra di una sopravvissuta alla fucilazione fascista" di Claudio Visani.

Scusate.
Vi ho già detto che l'Italia è antifascista?
Per legge, non per opinione.

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