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Nov 13, 5 tweets

1/5 🚨🇺🇸Buongiorno a tutti.

Per Donald Trump sono ore complicate. Il Presidente degli Stati Uniti ha lottato per mesi tentando di allontanare questo momento, apparentemente inutilmente. La pubblicazione di circa 20mila nuovi documenti relativi a Jeffrey Epstein rischia di avere un effetto dirompente sul suo futuro alla Casa Bianca. La dinamica è simile a quella delle sabbie mobili: più cerchi di tirartene fuori, più finisci per sprofondarvi dentro. E allora, si dirà, cosa dovrebbe fare Trump per non essere risucchiato da questo vortice? Probabilmente non c’è una risposta corretta. Probabilmente non è possibile negare che Trump sapesse molto più di quanto abbia mai ammesso pubblicamente rispetto al finanziere accusato di abusi su minori e traffico sessuale e ai suoi rapporti con lui.

Ho trascorso le ultime ore scandagliando il contenuto di queste email. Non è stato semplice, ma c’è molta carne al fuoco. Per questo ho preparato per voi una lista contenente i 5 fatti veramente nuovi e importanti emersi dalle corrispondenze private di Jeffrey Epstein in relazione a Donald Trump. Partiamo dalla questione che più si avvicina ai temi trattati generalmente dal Blog. 

Epstein, Trump e Vladimir Putin

Il 24 giugno 2018, poco prima del vertice fra Donald Trump e il presidente russo in quel di Helsinki, Epstein invia un’email a Thorbjorn Jagland, ex primo ministro norvegese e all’epoca segretario generale del Consiglio d’Europa. Il finanziere si offre per fornire alla Russia informazioni sul presidente USA: “Penso che potresti suggerire a Putin che Lavrov può ottenere un punto di vista utile parlando con me”. Jagland risponde dicendo che avrebbe visto l’assistente di Lavrov il giorno successivo e che avrebbe proposto un contatto con Epstein. 

Non è chiaro se l’incontro sia mai avvenuto.

Dopo l’incontro in Finlandia, è Larry Summers, ex segretario al Tesoro, a scrivere a Epstein: “I russi hanno qualcosa su Trump? Quello che è successo oggi è sconvolgente”. 

Epstein replica esprimendo ironia e disprezzo nei confronti di Trump: “Sono sicuro che secondo lui è andata benissimo. Crede di aver affascinato il suo avversario. Ovviamente non ha idea del simbolismo. Non ha idea della maggior parte delle cose”. 

In un’altra mail, Epstein lascia intendere di aver parlato di Trump con Vitaly Churkin, ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, prima della morte di quest’ultimo nel 2017: “Churkin era fantastico. Ha capito Trump dopo le nostre conversazioni. Non è complicato: deve sembrare che ottenga qualcosa, è tutto qui”. 👇

2/5
🚨🇺🇸 Epstein, Trump e la battuta di Sherlock Holmes

Epstein e la sua collaboratrice storica, Ghislaine Maxwell, sembrano considerare significative le informazioni di cui sono in possesso su Trump. Da alcuni passaggi trapela persino l’idea che tali informazioni possano essere utilizzate come leva.

In un’email dell’aprile 2011, Epstein scrive alla donna: “Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump”.

Il riferimento è a una storica battuta di Sherlock Holmes nel racconto Silver Blaze, in cui l’investigatore deduce l’identità del colpevole dal fatto che un cane da guardia non ha abbaiato durante il furto di un cavallo: un’assenza di comportamento che rivela che il ladro è qualcuno conosciuto dall’animale.

Allo stesso modo, questa espressione indica indica l’assenza di un evento che ci si sarebbe aspettati.

Da qui nasce la domanda: perché Epstein e Maxwell si aspettavano che emergessero notizie su Trump? Perché il cane non ha abbaiato?

3/5
🚨🇺🇸 “Dovresti lasciare che Trump si impicchi da solo”

Il 15 dicembre 2015, lo scrittore Michael Wolff - autore di un best-seller sulla West Wing dell’amministrazione Trump - scrive a Epstein con oggetto “heads up” (“avviso”).

Per quel giorno è in programma un dibattito delle primarie repubblicane trasmesso dalla CNN. E Wollf commenta: “Ho sentito che alla CNN intendono chiedere a Trump stasera della sua relazione con te - o in diretta o subito dopo il dibattito”.

Epstein replica: “Se riuscissimo a preparargli una risposta, quale pensi che dovrebbe essere?”.

E Wolff: “Penso che dovresti lasciarlo impiccarsi da solo. Se dirà di non essere mai stato sul tuo aereo o nella tua casa, questo ti darà un valore in termini di immagine e di moneta politica. Potrai usarlo contro di lui in modo da ottenere un vantaggio, oppure - se davvero sembrerà che possa vincere - potrai salvarlo, creando così un debito. Ovviamente, è anche possibile che, se gli verrà chiesto, dirà che Jeffrey è un grande tipo che ha avuto un trattamento ingiusto e che è una vittima del politicamente corretto, cosa che nel regime di Trump sarà messa fuori legge”.

Perché è importante: perché sottolinea come Trump, già prima della sua ascesa alla Casa Bianca, fosse percepito da Epstein come una pedina da manovrare, qualcuno da cui si può ottenere qualcosa o a cui si può far pesare un debito, a seconda di come evolveranno gli eventi.

4/5
🚨🇺🇸 “Lui sapeva delle ragazze”

Il fatto che Jeffrey Epstein ritenga di poter mettere in imbarazzo Donald Trump emerge chiaramente anche in un’altra mail del 2018.

Durante una conversazione sul possibile impeachment di Trump, Epstein scrive: “Vedi, io so quanto è sporco Donald. Immagino che i non avvocati, gli uomini d’affari di New York, non abbiano idea di cosa significhi quando il tuo ‘fixer’ ti tradisce”. L’ultimo riferimento è apparentemente a Michael Cohen, l’ex avvocato personale di Trump che decise di collaborare con la giustizia.

In un altro scambio, Epstein afferma di poter mostrare “foto di Donald e ragazze in bikini nella mia cucina”.

Gennaio 2019 - durante il primo mandato di Donald Trump e circa sette mesi prima che Epstein si tolga la vita in carcere.

Ancora in uno scambio di mail con Wolff, Epstein commenta la dichiarazione di Trump secondo cui gli avrebbe chiesto di dimettersi dal club Mar-a-Lago. “Trump ha detto che mi ha chiesto di dimettermi”, scrive Epstein, aggiungendo: “Mai stato un membro. Ovviamente sapeva delle ragazze, dato che chiese a Ghislaine di smettere”.

Perché è importante: perché suggerisce che Trump sapesse molto di più di quanto abbia mai ammesso sulla condotta di Epstein.

5/5
🚨🇺🇸 Trump e il Giorno del Ringraziamento con Epstein

In uno scambio di email datato mattina del 23 novembre 2017, la manager newyorkese di modelle Faith Kates chiede al finanziere caduto in disgrazia dove avrebbe passato il Ringraziamento.

Epstein risponde semplicemente: “eva” - un probabile riferimento probabile alla sua ex fidanzata Eva Andersson-Dubin, che anni dopo avrebbe testimoniato al processo per traffico sessuale contro Ghislaine Maxwell.

Ma la Kates chiede: “Chi altro è lì con voi?”. Epstein risponde citando il fondatore di hedge fund David Fiszel, una persona di nome Hanson e…Trump.

Perché è importante? Perché Trump all’epoca era già presidente. E perché ha sempre dichiarato di aver rotto i rapporti con Epstein nei primi anni 2000, sostenendo di averlo “bandito da Mar-a-Lago” per il suo comportamento verso le giovani donne che lavoravano nel resort.

Secondo i registri ufficiali della Casa Bianca, Trump trascorse il Giorno del Ringraziamento del 2017 - il primo da presidente - nel suo resort di Mar-a-Lago, a Palm Beach. Tuttavia, la Casa Bianca non rese pubblicò la lista degli ospiti.

La prossima settimana, la Camera USA voterà sulla pubblicazione integrale degli Epstein Files in possesso del Dipartimento di Giustizia. Ci attendono giorni di fuoco dal punto di vista politico. Li seguiremo, come sempre, insieme. Chi ha apprezzato il mio impegno, non dia per scontata la permanenza online del Blog e si iscriva adesso: steady.page/it/dangelodari…

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Grazie a tutti davvero.

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