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In attesa di bonifico dai "poteri forti" Incubo gratuito dei cazzari Non chiedo donazioni, ne ho canali vari Quelle le lascio ai ciarlatani tifoso del Messina

Nov 25, 19 tweets

E' importante, in questo momento storico spiegare bene un fenomeno, per comprenderlo. Per valutarlo con oggettività.
La propaganda sulla #famigliadelbosco afferma che con i bambini #rom non vengono portati via alle famiglie E' vero? Guardiamo i dati.
alanpaulpanassiti.blogspot.com/2025/11/bambin…

La pancia non fa bene a motivare le opinioni. Ma in una epoca in cui tutti esprimono una idea per dar fiato alla bocca, guidato da politici o da influencer mistificatori che vanno avanti a slogan, l'unica cosa che occorre è spiegare.

Quando si parla di minori rom o sinti allontanati dalle famiglie, la domanda ricorrente è sempre la stessa:

“Quanti sono? Perché nessuno pubblica le statistiche?”

La risposta è meno semplice di quanto sembri.

minori.gov.it/sites/default/…

E non ha nulla a che vedere con segreti, cospirazioni o reticenze istituzionali. Dipende invece da come è organizzato il sistema di tutela minorile in Italia.

In Italia non si registrano le etnie nei procedimenti giudiziari

Tribunali e servizi sociali non catalogano i minori secondo la loro etnia:
non esiste una casella “rom”, “sinti”, “italiano”, “albanese”, ecc.

Questo per un motivo preciso: 📌 evitare discriminazioni istituzionali 📌 tutelare la privacy dei minori 📌 impedire usi impropri dell’origine culturale nei procedimenti.

Quale è il risultato di tutto ciò?

➡️ Non esiste alcun database nazionale che possa dirci “quanti bambini rom sono stati allontanati”.

Esistono solo dati generali

L’Italia registra un solo dato aggregato:

👉 quanti minori, in totale, vivono fuori dalla famiglia d’origine.

L’ultimo censimento parla di circa 33 mila bambini e ragazzi, ma senza distinguere origine, cultura, religione o etnia.

Questi dati servono a monitorare il sistema, non le singole comunità.

Gli studi specifici esistono… ma sono locali e non aggiornati

Alcune ricerche accademiche hanno provato a indagare la situazione dei minori rom:

in Lazio, uno studio ha mostrato che i bambini rom vengono segnalati ai servizi molto più spesso dei coetanei non rom;

un’altra ricerca, su 8 tribunali italiani, ha documentato numerosi casi di minori rom dichiarati adottabili. Sono dati importanti, ma con limiti chiari: riguardano territori circoscritti. non coprono tutto il Paese. Non possono quindi diventare statistiche nazionali.

Perché la questione è delicata?

Ogni volta che si tenta di analizzare la situazione di una minoranza etnica, bisogna evitare due rischi:
1) Lo stereotipo

“Se non ci sono numeri, allora ce li tolgono tutti”.
Non è così: senza dati certi, non si può generalizzare.

2 — La negazione

“Senza statistiche non c’è nessun problema”.
Nemmeno questo è vero: gli studi disponibili mostrano una sproporzione nelle segnalazioni e nelle misure di tutela.

La realtà sta nel mezzo:
abbiamo segnali di criticità, ma non numeri completi.

La cosa più importante da ricordare?

Quando un minore viene allontanato, non lo è per “chi è”, ma per come vive:

condizioni di sicurezza

stato di salute

frequenza scolastica

collaborazione con i servizi

tutela dell’incolumità

capacità genitoriale in quel momento specifico

Il Tribunale valuta lo stato del minore, non la sua etnia. Quindi chiedere statistiche è legittimo, ma il sistema minorile italiano è strutturato in modo da non creare categorie etniche.

Allora cosa possiamo fare?

L’unica strada è:

migliorare la raccolta dati (senza etichette etniche)

sostenere le famiglie vulnerabili prima che arrivi l’intervento giudiziario

capire che il tema non è “rom sì o rom no”, ma povertà, esclusione, isolamento

E' fondamentale affrontare la questione in modo non emotivo e non politico.
Non sappiamo quanti bambini rom siano stati allontanati — perché non possiamo saperlo con i sistemi attuali.

Sappiamo però che la vulnerabilità sociale porta più facilmente all’intervento dei tribunali. Ed è lì che si deve intervenire: nelle condizioni di vita, non nell’etnia.

Questi studi però:

coprono periodi e territori limitati,

non permettono di dire “quanti sono in totale oggi”,

ma indicano un possibile problema strutturale (maggiore vulnerabilità sociale + possibili bias nei servizi e nella giustizia minorile).

Grazie a chi, al solito, ha resistito fino alla fine

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