I 5 punti proposti da Zingaretti a Casaleggio descrivono bene il vuoto programmatico e di idee dell'ennesima "alleanza contro", l'ultimo di quella lunga serie di "mali minori" che ci ha portato fin qui.
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Ci si allea con un partito autoritario che vuole eliminare la democrazia rappresentativa, non per realizzare qualcosa in particolare ma solo per tenere lontano dai palazzi un altro partito autoritario che vuole eliminare la democrazia rappresentativa.
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Si spera di disinnescare le pulsioni autoritarie del nuovo alleato chiedendogli "pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento".
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Il fatto che tale riconoscimento sia tutt'altro che scontato dà una volta di più la misura dell'abisso su cui siamo affacciati.
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Si chiede poi una "svolta delle ricette economiche e sociali in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti", ben sapendo che in cassa non c'è un euro per finanziare tali fantasie.
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A meno di non cancellare le prebende elettorali approvate dai 5 stelle oppure di seguire le stesse identiche ricette di Salvini: chiedere tutte le risorse a prestito, scaricare i costi sulle generazioni future, dilapidare risorse in cambio di un consenso effimero...
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... avviare il debito su di una traiettoria esplosiva fino alla crisi finanziaria e all'incidente che metta a rischio quella stessa "appartenenza leale all'Unione Europea" vagheggiata da Zingaretti al primo punto.
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Altrimenti spieghi Zingaretti (o chi per lui) come intende finanziare redistribuzione, investimenti, sviluppo e al tempo stesso sanare la voragine lasciata dai gialloverdi senza imporre nuove tasse.
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È giusto lavorare perché Salvini non metta mai più piede nei palazzi del potere, ma l'unico modo per assicurarsi questo risultato è costruire una offerta politica alternativa alla sua, che convinca più della sua. Per ora non si vede niente di tutto ciò, purtroppo.
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Dopo la militarizzazione dell'apparato statale, Trump sta licenziando gli ufficiali non allineati o sospetti, per rimpiazzarli con dei fedelissimi.
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Non solo: saranno sostituiti anche i JAG (Judge Advocates General) officers del ministero della difesa.
I JAG officers hanno il compito di interpretare la legge - stabilendo cosa sia illegale o incostituzionale - per le forze armate.
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Succede 3 giorni dopo l'ordine esecutivo che dà al presidente (o al ministro della giustizia) il potere ultimo di interpretare e far applicare ai dipendenti federali i suoi ordini esecutivi, anche quando un giudice accerti che tali ordini sono in contrasto con la legge.
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🧵 In catene. Il regime di Musk e Trump ha avviato l’espulsione degli immigrati, dopo averli incatenati a beneficio degli odiatori da tastiera.
Per la propaganda, le espulsioni servono a creare posti di lavoro e ridurre la criminalità.
Nessuna delle due, mi dispiace. 👇
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Gli immigrati irregolari costituiscono almeno il 6% della forza lavoro USA, e sono impiegati soprattutto nei settori delle costruzioni, alimentare, agricolo e nella ristorazione, con pessime condizioni di lavoro, senza tutele, in ambienti spesso malsani e stipendi risibili.
2/
La loro espulsione non libererà posti di lavoro per i nativi americani.
I precedenti storici inducono al pessimismo. Le espulsioni durante l’amministrazione Obama hanno determinato la perdita del lavoro di almeno 1 lavoratore americano ogni 11 espulsi.
🧵 I media italiani non si sono accorti che gli Stati Uniti sono in transizione dalla democrazia a un regime autoritario.
Non il tipo di regime in cui esiste un solo partito e gli oppositori vengono imprigionati, esiliati o uccisi.
1/
Bensì un regime di autoritarismo competitivo, in cui vi sono elezioni ma la competizione è impari, perché il governo abusa in modo così pervasivo del potere che le regole del gioco e gli arbitri non sono più imparziali e le libertà civili e politiche non sono garantite.
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Steven Levitsky (Harvard) e Lucan Way (University of Toronto) hanno spiegato in modo accessibile il concetto di autoritarismo competitivo in un articolo su
Foreign Affairs.
3/
"Zelensky non avrebbe mai dovuto iniziare la guerra ... avrebbe potuto cedere quasi tutta l'Ucraina e nessuno sarebbe rimasto ucciso".
L'ordine internazionale costruito dopo la seconda guerra mondiale non esiste più.
1/
Gli Stati Uniti sono guidati da un fantoccio che si ritiene al di sopra della legge e ripete pedissequamente la propaganda e la disinformazione di uno stato terrorista guidato da criminali di guerra.
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Ci troviamo nel mezzo di una nuova guerra, per il momento fredda, tra la democrazia liberale, rappresentata dall'Europa, e l'autocrazia cleptocratica, guidata da Putin e Trump, con tanti altri sostenitori nel mondo.
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🧵Ora che Sanremo è alle spalle, è utile riassumere le lezioni sconvolgenti (ancorché prevedibili) di questo mese per ricordare che il mondo è cambiato sotto i nostri occhi e familiarizzare con la nuova realtà.
1. La democrazia non è scontata e va difesa.
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2. Gli Stati Uniti non sono più un alleato, almeno per i prossimi quattro anni.
3. L'amministrazione USA e la dittatura russa coltivano un nuovo bilateralismo con l'intento di spartirsi zone di influenza, promuovere l'autoritarismo e minare ovunque la democrazia.
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4. Le posizioni di politica estera di Trump e Vance consistono nel ripetere pedissequamente gli elementi fondanti della propaganda russa.
In politica interna, sono soggetti al controllo da parte dell'uomo più ricco del mondo, che ha un'agenda politica eversiva.
Vance oggi a Monaco: la più grande minaccia all’Europa non è la Russia, ma la regolamentazione (dei social media) che soffoca il free speech.
Vance a settembre 2024: se l’Europa proverà a regolamentare i social media, prenderemo in considerazione lo scioglimento della Nato.
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Dovremmo prestare più attenzione a quello che dice il vicepresidente Jack Vance, che a volte racconta il pensiero dei wannabe autocrati americani in modo più trasparente di quanto vorrebbe.
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Dobbiamo chiederci perché, per l’amministrazione Musk-Trump, la regolamentazione della disinformazione sui social è talmente importante da essere paragonata esplicitamente a un’alleanza che per mezzo secolo ha costituito un pilastro degli equilibri mondiali.
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