Fabio Sabatini Profile picture
Professor of Economics at @SapienzaRoma | Fellow at @IZA_bonn | Substack: https://t.co/GZEo13PlVv
28 subscribers
May 2 13 tweets 7 min read
🧵No, le importazioni non "bruciano" il Pil.
E il Pil non può scendere sotto zero.
La qualità dell’informazione, purtroppo, sì.
Il modo in cui l’economia viene raccontata in questi giorni dice molto sullo stato di salute dell’informazione italiana.

Per la prima volta dopo molto tempo, la variazione del Pil su base annua è risultata negativa, con una flessione del tasso di crescita dello 0,3%. Un dato significativo, se si considera che nell’ultimo trimestre del 2024 il Pil era cresciuto del 2,4%.

Vediamo cosa c'è di sbagliato nel modo in cui molti media hanno riportato la notizia.

1/12Image ⚠️ Prima di procedere, un avviso: questo thread è una versione ridotta di un post più completo che ho pubblicato su Substack, qui:
Chi è interessato, può iscriversi alla newsletter per ricevere alcuni thread selezionati via email.

2/12fabiosabatini.substack.com/p/il-pil-negat…
Apr 30 18 tweets 9 min read
🧵Sull'economia, Trump si è chiuso in un vicolo cieco.

Deve tagliare le tasse per tamponare gli effetti delle sue stesse politiche ma, proprio a causa di queste politiche, tagliare le tasse è diventato economicamente insostenibile e politicamente rischioso.

C'è poco da stare allegri però, perché l'uscita dal vicolo cieco potrebbe passare per scelte disastrose.

Quali sono le opzioni di Trump, e quali le conseguenze?

1/Image Oggi lo U.S. Bureau of Economic Analysis ha pubblicato la stima del tasso di crescita del Pil per il primo trimestre del 2025.
Per la prima volta da molto tempo, la variazione è negativa.
Un risultato straordinario (in negativo), se si considera che nell'ultimo trimestre del 2024 il tasso di crescita era stimato al 2,4%.

2/Image
Apr 26 4 tweets 1 min read
🧵Mentre Trump volava a Roma per godersi il funerale ("non vedo l'ora", parole sue), il suo regime ha arrestato una giudice sospetta di aver aiutato un immigrato a sfuggire alla deportazione.

E ha deportato una cittadina *americana* di due anni. Due.
Anni.

1/4
Ogni giorno si testano nuovi limiti, si erodono un po' di più gli argini della democrazia, si misura fin dove è possibile spingersi senza che il pubblico si svegli dal torpore.
Sta andando più velocemente di quanto si potesse immaginare. La fragilità della democrazia è nuda.

2/4
Apr 23 4 tweets 4 min read
🧵 ll dazio verso la Cina “Non sarà zero, ma scenderà di molto”.
Dollaro in caduta libera, capitali in fuga dagli Stati Uniti, rendimenti dei titoli di Stato in aumento costante, attese di inflazione e disoccupazione in rialzo, indici di incertezza economica e politica alle stelle, fiducia dei consumatori sottoterra.
Filiere interrotte, nessun miglioramento del gettito fiscale, ex alleati che si riarmano, ex partner commerciali che si mettono d’accordo tra loro, previsioni di crescita riviste al ribasso - non solo per gli Stati Uniti ma per il mondo intero.
Dopo settimane passate a implorare la Cina senza ricevere neppure una risposta, Trump annuncia l’ennesimo dietrofront sui dazi. Come previsto.
Cosa ha ottenuto fin qui? Assolutamente nulla, come previsto.
Nel frattempo, ha distrutto l’economia americana un po’ di più e inferto danni seri, ma non irreversibili, all’economia globale.
The art of the deal.

1/4Image E ora? Probabilmente la pantomima riprenderà tra pochi giorni, aggravando ulteriormente i danni per l’economia.
Magari dopo la visita a Roma nel weekend, i dazi saliranno di nuovo, finché lo spread con i titoli europei non toccherà nuove vette spaventando i consiglieri del presidente abbastanza da stimolare una nuova marcia indietro.
Ma non basterà togliere i dazi a giorni alterni per riparare le filiere, ricostruire la fiducia e far ripartire attività economiche ormai paralizzate dall’incertezza.
Di tanto in tanto annuncerà un accordo da dare in pasto ai gonzi. Dirà di aver ottenuto un’area di libero scambio con l’Australia, con cui il libero scambio esiste già.
The art of the deal.
Intensificherà gli attacchi alla Fed, alla disperata ricerca di capri espiatori.
Aumenterà il tasso di cattiveria sia in politica estera (cominciando dalla svendita dell’Ucraina) sia interna (deportazioni, repressione del dissenso, prime espulsioni di cittadini americani sgraditi).

2/4
Apr 18 9 tweets 4 min read
🧵Questo grafico - tratto da uno short memo di @ProfJiang (Northwestern), @HannoLustig (Stanford) e coautori – mostra una disconnessione sorprendente: lo spread fra i titoli di Stato USA e i Bund tedeschi a 10 anni (asse verticale sinistro) aumenta, ma il dollaro si deprezza (asse destro).
È una rottura profonda rispetto al passato: rendimenti più alti dovrebbero attrarre capitali e rafforzare il dollaro. Stavolta no.
Il paper descrive accuratamente la trasformazione in corso nei mercati finanziari.
Secondo gli autori, gli investitori hanno smesso di considerare il dollaro e un rifugio e guardano altrove: all’euro.
Un breve thread: 👇

1/7Image Normalmente, un aumento di 50 punti dello spread avrebbe determinato un apprezzamento del dollaro del 5% rispetto all’euro. Invece, ha perso il 3,6%: un gap dell’8.6%.
Gli autori mostrano che i Treasury a tutte le scadenze sono diventati più "economici" rispetto agli equivalenti europei, e offrono rendimenti più elevati.
Tradotto: per detenere titoli americani, gli investitori ora chiedono un premio. Il valore del dollaro segue lo stesso declino dei Treasury.

2/7
Apr 16 21 tweets 10 min read
🧵 Il piano "geniale" di Trump prevedeva di finanziare i tagli delle tasse – che avrebbero avvantaggiato soprattutto le imprese e i redditi più elevati – attraverso due canali: da un lato, un aumento vertiginoso di altre tasse, quelle sul consumo "nascoste" nei dazi, che colpiscono in modo regressivo le fasce sociali più deboli; dall’altro, l’emissione di nuovi titoli di Stato alle "consuete" condizioni favorevoli garantite dal ruolo di valuta di riserva del dollaro.

Vediamo perché non funzionerà e con quali conseguenze sul dollaro e l'euro - cioè sull'Europa e i suoi cittadini. 👇

1/20Image In secondo luogo — ma non meno importante — la guerra commerciale di Trump sembra perseguire un obiettivo politico interno: la costruzione di un sistema in cui la sopravvivenza e la prosperità delle imprese (e dei lavoratori che impiegano) non dipendono dal merito, dalla competitività o dall’innovazione, ma dalla capacità di ottenere esenzioni tariffarie e altri privilegi dal sovrano in cambio di sostegno e fedeltà.
Una logica di tipo clientelare mascherata da politica industriale, che, se persistente, farà arretrare l'economia statunitense di decenni.

2/20Image
Apr 15 12 tweets 3 min read
Dopo aver deportato ricercatori e studenti internazionali senza accuse né processo, per meri reati d’opinione, Trump ha dichiarato con candore che intende deportare anche cittadini americani.
Non più soltanto immigrati legalmente residenti negli Stati Uniti.

1/9
Ciò che distingue un campo di concentramento da una prigione è che il campo di è al di fuori di qualsiasi giurisdizione. I prigionieri non sono accusati di alcun reato, né sottoposti a processo. Vengono arrestati, deportati, internati per le loro opinioni o la loro stessa identità.

2/9
Apr 12 6 tweets 3 min read
🧵Dopo aver implorato invano la Cina di farsi avanti con una proposta, Trump ha annunciato l’esenzione dai dazi per smartphone, laptop e altri dispositivi elettronici.
Un "regalo" ad Apple (che assembla in Cina) e un contentino per i consumatori.

1/6 Image I prodotti ad alto valore aggiunto ricevono trattamenti di favore.
Beni agricoli, materie prime e beni di consumo economici (per esempio, abbigliamento e giocattoli) restano invece soggetti a dazi proibitivi.

2/6 Image
Image
Apr 11 11 tweets 6 min read
🧵Nella copertura mediatica della retromarcia di Trump ci sono molti errori che meritano di essere corretti.

1) I dazi complessivi non sono diminuiti, sono aumentati.

2) Siamo ancora di fronte al più grande aumento delle tasse nella storia degli Stati Uniti. E al più regressivo.

3) "These countries are calling us up, kissing my a--...dying to make a deal." No, non c’è stato alcun negoziato e il presidente non ha ottenuto assolutamente nulla.

4) Gli unici a "chiamare" Trump sono stati i mercati finanziari. Per dirgli: "You don’t have the cards" (ricorda qualcosa?)

5) Trump ha sospeso *alcuni* dazi perché spaventato da a) le vendite massicce dei treasury bond – e attenuare il deflusso di capitali dagli USA a Europa e Cina; b) il timore di un’accelerazione della de-dollarizzazione dell’economia.

6) La fuga dai treasury bond è causata dalla crescente incertezza politica degli Stati Uniti, che somigliano sempre più a un’economia emergente, e dal timore che i dazi siano affiancati da sanzioni finanziarie – come il congelamento degli asset.

7) I dazi sono un’arma negoziale che Trump brandisce per contrattare concessioni politiche oppure un modo per riportare le imprese manifatturiere negli USA? Un obiettivo esclude l’altro (le manifatture tornano solo se i dazi sono duraturi).

8.) Nelle dichiarazioni degli economisti della Casa Bianca, la guerra commerciale serve a preservare il “privilegio insostenibile del dollaro” scaricando una parte dei suoi oneri sui partner commerciali.

1/8Image 1 e 2) Con l’ulteriore aumento dei dazi verso la Cina (145%), il peso complessivo dei dazi è aumentato nonostante la sospensione di 90 giorni per alcuni paesi.
Il potenziale inflazionistico della configurazione attuale dei dazi è rimasto sostanzialmente invariato.
Poiché la Cina — ora colpita da un dazio del 145% (alle 17.09 mentre sto scrivendo questo thread; stasera si vedrà) — esporta una quota molto più alta di beni di consumo rispetto ai paesi a cui i dazi sono stati temporaneamente sospesi, l’onere effettivo per i consumatori americani è aumentato significativamente.
In sintesi, ci troviamo ancora di fronte al più grande aumento delle tasse mai osservato negli Stati Uniti — e al più regressivo nella storia.

2/8Image
Image
Apr 9 6 tweets 3 min read
125% contro la Cina e sospensione dei dazi per (tutti?) gli altri. Che significa:

1) È Trump che ha implorato gli altri governi di trattare e sta facendo temporaneamente molti passi indietro (fino al prossimo passo avanti, che potrebbe anche essere domattina).

1/5 Image 2) Dazi al 125% non sono sostenibili e la Casa Bianca ha fatto filtrare la possibilità di sanzioni di altro tipo, finanziarie.
Questa scelta, per adesso ancora improbabile (ma con Trump vai a sapere), insieme all'erraticità delle politiche dell'amministrazione e le tensioni internazionali con gli ex alleati, rendono gli asset statunitensi sempre meno appetibili per gli investitori, provocando la fuga dai treasury bond, che determina un aumento del loro rendimento.
Oggi c'è stato un momento in cui i bond trentennali greci erano valutati più sicuri di quelli statunitensi.

2/5Image
Apr 7 18 tweets 10 min read
🧵Dazi: cosa dobbiamo aspettarci adesso e nel lungo periodo? Perché i mercati finanziari sono nel panico?
Alcune riflessioni alla luce del nuovo annuncio di alzare i dazi contro la Cina al 50%
Spoiler: per gli USA andrà male, ma l'Europa ha un'occasione di rafforzarsi.

1/17 Image ⚠️Prima di procedere, un avviso. Una versione molto più completa di questo thread si trova su Substack, dove si legge decisamente meglio. Il link è qui e nel PS. Ci si può iscrivere gratuitamente alla newsletter cliccando sul tasto blu. ⬇️


2/17 fabiosabatini.substack.com/p/verso-un-nuo…Image
Apr 4 17 tweets 9 min read
🧵Da ieri tutti, compresi i pinguini delle isole disabitate dell’Antartide, si interrogano sulla logica dei dazi di Trump. Una spiegazione.

⚠️ Avviso: questo è un thread lungo che si legge meglio su Substack (link in bio e nel PS) dove ci si può iscrivere alla newsletter).

1/16 Image Anzitutto, bisogna notare che gli unici paesi risparmiati dai dazi sono la Russia e la Corea del Nord, i nuovi migliori amici degli Stati Uniti. L’Ucraina è colpita da un dazio del 10%.
Il dazio per l'UE è del 20% e per la Cina del 34%.
Scorrere la tabella è quasi divertente. Trump ha imposto un dazio del 10% contro l’Isola Heard e le Isole McDonald. Dove abitano soltanto dei pinguini.
Lo stesso è toccato al British Indian Ocean Territory, dove risiedono soltanto militari americani.
Reunion, “tassata” al 37% non è un paese, ma fa parte della Francia e quindi dell’UE.
Al temibile Lesotho è andata anche peggio, visto il dazio del 50%. Con un reddito medio di 5$ al giorno, il Lesotho è troppo povero per importare qualcosa dagli Stati Uniti, ma ha la grave colpa di vendere diamanti agli americani.

2/16Image
Apr 2 13 tweets 4 min read
🧵Anziché opporsi alla guerra alla scienza e al sistema della ricerca lanciata dalla nuova amministrazione, le università americane si stanno inginocchiando a Trump una dopo l'altra. 👇

1/12 Solo alcuni esempi recenti:
NYU ha cancellato un seminario di Joanne Liu (McGill University, già presidente di MSF), perché alcune slide della sua presentazione su Gaza "avrebbero potuto essere percepite come antisemite" e altre su USAID come "anti-governative".

2/12 Image
Apr 1 17 tweets 6 min read
Scommettereste sulla regolarità di un’elezione, se a garantirla fosse Elon Musk?
In Italia non se ne è parlato, ma vale la pena soffermarsi sul nuovo ordine esecutivo che modifica le regole elettorali negli Stati Uniti, scavalcando apertamente Congresso e Stati.

1/16 Image L’ordine:
- Assegna al Department of Government Efficiency (DOGE), guidato da Elon Musk, un ruolo diretto nella revisione delle liste elettorali.
In coordinamento con il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS), il DOGE avrà accesso alle registrazioni degli elettori e ai registri di manutenzione degli elenchi elettorali degli Stati per verificarne la coerenza coi requisiti federali.
Tali informazioni potranno essere incrociate con altre banche dati (per esempio sull’immigrazione) e ottenute, se necessario, tramite strumenti coercitivi (subpoena).

2/16Image
Mar 30 13 tweets 4 min read
Si comincia così: controllando i social media degli immigrati. Togliendo la libertà di espressione a una minoranza che pochi difenderanno.
Una dopo l'altra, altre minoranze, professioni, gruppi sociali, seguiranno.

1/12 Image Catch and Revoke è il piano dell’amministrazione Trump per schedare gli account social degli immigrati tramite intelligenza artificiale, valutarne le opinioni politiche, decidere se revocare loro il permesso di soggiorno o la residenza permanente e, nel caso, espellerli.

2/12 Image
Mar 29 18 tweets 5 min read
Catch and Revoke. È il piano dell’amministrazione Trump per schedare gli account social degli immigrati tramite intelligenza artificiale, valutarne le opinioni politiche, decidere se revocare loro il permesso di soggiorno o la residenza permanente e, nel caso, espellerli.

1/ Image Si comincia così: controllando i social media degli immigrati. Togliendo la libertà di espressione a una minoranza che pochi difenderanno. Una dopo l'altra, altre minoranze, professioni, gruppi sociali, seguiranno.

2/
Mar 27 16 tweets 4 min read
🧵Arresti, deportazioni e intimidazioni per reati d'opinione. È così che comincia, colpendo quelli sgraditi alla maggioranza. Per arrivare a chiunque osi dissentire.
Una repressione del dissenso sistematica, che si estenderà dalle università a ogni angolo della vita pubblica.

1/ Image Il video dell’arresto di Rumeysa Ozturk diffuso da AP mette i brividi, fa paura, indigna. Ozturk è una dottoranda di ricerca presso il Department of Child Study and Human Development della Tufts University, dove si occupa di psicologia dello sviluppo infantile. Aveva un regolare permesso di soggiorno e risiede negli USA da quando ha conseguito un Master alla Columbia University.

2/
Mar 26 21 tweets 8 min read
Fact checking Witkoff. I falsi mediatori che trattano la resa dell'Ucraina.

Thread 🧵

In un paese inondato dalla propaganda russa come l’Italia, è fondamentale un fact checking delle dichiarazioni di Steven Witkoff, il mediatore di Trump per l'Ucraina e il Medio Oriente.

1/ Image Il mediatore di Trump per l’Ucraina e inviato speciale in Medio Oriente, l’immobiliarista Steven Witkoff, ha incontrato Putin a Mosca e subito dopo ha rilasciato un'intervista a Tucker Carlson, giornalista vicino a Trump ed esplicitamente filorusso, per raccontare l’incontro.

2/ Image
Mar 24 22 tweets 7 min read
🧵 Prezzi più alti, meno occupazione, meno ricerca e meno sviluppo. Le deportazioni di massa sono uno show crudele travestito da politica economica.
Servono solo a cercare consenso eccitando la sete di manette dei populisti.
Ma il conto sarà salato.

Thread 👇

1/ Image Prima di cominciare: se questi thread vi interessa, ma non potete o non volete leggerlo tutto o tutto insieme, potete iscrivervi alla newsletter su Substack (dove c'è una versione più completa) per riceverlo via email e metterlo da parte.
Il link è nel Post Scriptum.

2/
Mar 19 18 tweets 4 min read
🧵Un teatro osceno a beneficio dei gonzi. Molti dei quali, purtroppo, abitano in Italia.
Con le sue telefonate, Trump non sta negoziando la pace, ma facilitando la resa dell’Ucraina.

1/ Image L’annessione alla Russia dei territori occupati, il disarmo di Kiev, la sostituzione di Zelensky con un fantoccio di Putin e la spartizione di un bottino di guerra.

2/
Mar 16 18 tweets 5 min read
🧵In due mesi, Musk e Trump hanno avviato la demolizione del sistema della ricerca scientifica USA, pubblico e privato.
Una guerra alla scienza guidata da obiettivi politici autoritari e miopi, che mira a minare la libertà di pensiero colpendo le università e la ricerca. 👇

1/ Image Una strategia che non solo distruggerà uno dei pilastri del modello di sviluppo americano, ma avrà conseguenze profonde e durature per il mondo intero.
Il definanziamento drastico delle università—che stanno sospendendo le assunzioni e i programmi di istruzione avanzata...

2/ Image