Questa è una storia che pare emergere dal passato, una storia di discriminazione e della giustificazione giuridica che ne dà l’America di Trump.
Negli USA oggi è legittimo licenziare una persona per il suo orientamento sessuale?
È questione più controversa di quanto non crediate
Don Zarda amava il paracadutismo. Era istruttore alla Altitude Express, una società di Long Island, N.Y.
Il suo lavoro di istruttore comportava che spesso i primi lanci avvenissero in copia con l’allievo.
Nel 2010 Don e un collega erano pronti al lancio con una giovane coppia.
Don si sarebbe gettato in tandem con la donna.
Perché l’allieva non si sentisse in imbarazzo per il contatto fisico con un uomo sconosciuto, Don pensò di rassicurarla dicendole che era gay.
La società di cui Don era dipendente lo licenziò per aver dichiarato di essere gay.
Don morì nel 2014 durante un volo con il paracadute.
Il suo compagno e la sorella, dopo la sua morte, proseguirono il procedimento giudiziario per la condotta discriminatoria della società che lo aveva licenziato
Gerard Bostock nel 2013 era coordinatore dei servizi di assistenza all'infanzia della contea di Clayton.
Gerard fu licenziato dalla Contea quando si seppe che giocava in una squadra di softball appartenente ad una Lega dichiaratamente LGBT
Aimee Stephens ha lavorato per 30 anni in una società di servizi funerari. Decise di scegliere quel lavoro perché si sentiva portata a confortare le persone nel momento del lutto.
Aimee ha vissuto una doppia vita per anni
Nel 2012 decide di rivelarsi e dichiara al suo datore di lavoro che avrebbe assunto il nome di Aimee e avrebbe cominciato a vestirsi da donna. La società di servizi funerari la licenzia perché transgender. Qui il suo racconto aclu.org/blog/lgbt-righ…
Nei tre casi giudiziari instaurati di fronte a tre diverse District Court e poi davanti alle Appeal Court competenti, si discute dell’illegittimità dei licenziamenti in quanto discriminatori perché fondati sull’orientamento sessuale del dipendente
Esiti contrastanti.
La questione finisce alla Corte Suprema che verosimilmente deciderà il prossimo anno sulla seguente questione:
Ossia se la discriminazione nei con confronti di un dipendente per il suo orientamento sessuale sia proibita in quanto basata sul sesso secondo il significato del Title VII del Civil Rights Act of 1964, 42 U.S.C. § 2000e-2.
È illegittimo
to fail or refuse to hire or to discharge any individual, or otherwise to discriminate against any individual with respect to his compensation, terms, conditions, or privileges of employment, because of such individual’s race, color, religion, sex or national origin
Il Civil Rights Act (1964) -di cui il titolo VII sui comportamenti discriminatori sul lavoro fa parte- fu anticipato dal discorso tv di Kennedy l’11 giugno 1963.
Dopo l’assassinio di JFK, Lyndon Johnson affermò che il miglior omaggio sarebbe stato l’approvazione della legge
In occasione del dibattito sulla legge al Senato nel marzo 1964 si incontrarono pubblicamente per la prima e ultima volta Martin Luther King e Malcolm X
Il 2 luglio 1964 dopo un travagliato iter la legge viene approvata e firmata dal presidente Johnson
Tutto questo giusto per capire che cosa ci sia dietro al Civil Rights Act.
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Tornando alle storie di Aimee, Gerald e Don, la Corte Suprema -la cui composizione sta cambiando durante la presidenza Trump- è chiamata a risolvere un conflitto tra decisioni di diverse corti d’appello
Ne parlo oggi perché venerdì è stato depositato nel procedimento davanti alla Supreme Court l’amicus curiae brief dell’amministrazione statunitense nella persona del Solicitor General, Noel Francisco, che rappresenta il Dipartimento della Giustizia di fronte alla Suprema Corte
La presentazione di una amicus curiae brief da parte del Solicitor General non è frequentissima: avviene quando il Governo federale ha un interesse ritenuto rilevante nella questione giuridica in decisione davanti alla Corte Suprema.
Qui l’atto: supremecourt.gov/DocketPDF/17/1…
Fatto sta che il governo federale ritiene opportuno rappresentare la sua posizione alla Corte Suprema chiedendo di confermare la decisione della Corte d’Appello sfavorevole a Gerald e di ribaltare la decisione favorevole agli eredi di Don
Ad avviso del governo federale non c’è discriminazione basata sul “sesso” quando un dipendente viene licenziato in ragione del suo “orientamento sessuale”.
Si avete letto bene.
Di seguito, rapidamente che è tardi, gli argomenti del Solicitor General.
Il Congresso, quando varò il Civil Rights Act nel 1964, introdusse il riferimento al sesso all’ultimo minuto e non definì il termine “sesso”
Il significato comune di “sesso” è da un punto di vista biologico maschio o femmina e non comprende l’orientamento sessuale. Quindi la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale non ricade nella previsione del Titolo VII del Civil Rights Act
Il delirio (perché fatico a definirlo diversamente) del Solicitor General esplode nelle pagine seguenti dell’atto. Vi segnalo -e lascio alla vostra lettura- questo passaggio:
E conclude sul punto: “an employer who discriminates against employees in same sex relationships thus does not violate Title VII as long as it treats men in same sex relationships the same as women in same sex relationships”.
Delirante, vero?
Non pensiate che, pur in presenza di questi argomenti, l’esito del giudizio sia scontato: il fatto che la questione venga trattata dalla Corte Suprema, la sua composizione attuale, la posizione espressa dal governo federale, sono tutti elementi che preoccupano ad esempio @ACLU
ACLU American Civil Liberties Union è un’organizzazione che difende i diritti civili negli USA e nella vicenda assiste e difende alcuni dei dipendenti licenziati. Leggete ad esempio qui: aclu.org/blog/lgbt-righ…
Vedremo come andrà a finire.
Intanto osserviamo il mondo che cambia.
Dalle battaglie di John Kennedy e Martin Luther King -55 anni fa- alle contorsioni giuridiche dell’amministrazione Trump col solo scopo di affermare la legittimità di evidenti comportamenti discriminatori.
Nella narrazione della Casa Bianca Trump è un grande negoziatore: evidentemente non avete letto The Art of the Deal (e lo capisco).
L’ho letto per voi; in realtà era troppo pure per me. L’ho fatto leggere a ChatGPT.
Le tecniche descritte da Donaldo come funzionano in diplomazia?
Nel commercio, mostrare disperazione può far crollare il proprio potere negoziale. Ma nella diplomazia la trasparenza e la cooperazione sono spesso necessarie.
Nelle relazioni tra Stati, la forza non si misura solo nella capacità di ottenere un vantaggio immediato, ma anche nella capacità di costruire fiducia a lungo termine. L’arroganza può danneggiare le relazioni strategiche.
Nel nuovo sistema di dazi trumpiani un caso interessante è quello del Vietnam a cui viene applicato un dazio del 46%
Diverse imprese americane (Apple, Intel, Ford, Columbia Sportswear, General Electric, etc.) producono in Vietnam.
Ma un caso particolare è quello di Nike
Nel suo anno fiscale 2024 (concluso il 31 maggio 2024), Nike ha prodotto circa il 50% delle sue calzature e il 28% del suo abbigliamento in Vietnam, secondo il suo rapporto annuale.
Questo fa del Vietnam il principale paese di produzione per le scarpe Nike, superando Cina (18%) e Indonesia (27%).
Il Vietnam offre manodopera qualificata a basso costo (salari medi nel settore manifatturiero intorno ai 300-400 dollari al mese contro i 3.000-4.000 negli USA).
Ma se applicassimo i criteri utilizzati dagli USA e indicati nel link di USTR invece che alla 🇪🇺 nel suo complesso, all’ 🇮🇹, che risultato verrebbe fuori ? Avremmo un dazio reciproco maggiore o minore di quello che ci becchiamo come parte dell’Unione?
Il calcolo è presto fatto
Secondo i dati del U.S. Census Bureau e del U.S. Bureau of Economic Analysis (BEA) per il 2024 (aggiornati a ottobre 2024, annualizzati) sugli scambi commerciali 🇮🇹 🇺🇸
Importazioni dagli USA dall’Italia (m_i): 67,2 miliardi di dollari (dato annualizzato basato sui primi 10 mesi del 2024).
Esportazioni dagli USA verso l’Italia (x_i): 24,5 miliardi di dollari (dato annualizzato).
E sti dazi!
Allora uno si domanda come vengano fuori sti dati. Una risposta è che in 🇺🇸 si abusi di whisky e ketamina.
L’altra (non cambiano gli effetti) è quella indicata da USTR al link.
Vediamo come funziona
L’idea dei dazi reciproci nasce dalla constatazione che gli Stati Uniti hanno registrato deficit commerciali bilaterali persistenti con molti dei loro partner commerciali per decenni.
Secondo USTR, i modelli economici tradizionali presumono che il commercio internazionale si bilanci naturalmente nel tempo, ma questa premessa non si è verificata nella realtà americana.
In Francia, l’ineleggibilità (o privation des droits civiques et politiques) è una sanzione penale accessoria prevista dal Code pénal in particolare per reati che compromettono la fiducia pubblica o l’integrità delle istituzioni democratiche, come il détournement de fonds publics
Il Code pénal prevede che l’ineleggibilità possa essere pronunciata per un massimo di 10 anni per i delitti e di 5 anni per le contravvenzioni minori. Nel caso di Marine Le Pen, la condanna a 5 anni di inéligibilité riflette la qualificazione del reato come délit (delitto)
Normalmente, in Francia, le pene (come la reclusione o le multe) sono sospese in caso di appello, in virtù del principio di presunzione di innocenza fino a condanna definitiva.
Dicevano che non avrebbero trovato nessuno disposto a difenderli pur essendo uno dei primi 50 studi americani, fatturando oltre un miliardo l’anno, o che avrebbero abbozzato
Si sono rivolti a Williams & Connolly LLP