A volte la lettura di in libro cambia la vita.
E a volte salva la vita di milioni di persone.
Il libro che cambiò la mia si chiamava “I cacciatori di microbi” di Paul De Kruif.
Mi piacque così tanto che lascia la facoltà di odontoiatria e mi iscrissi a medicina.
Era il 1926.
Ero nato nel ghetto di Bialystock, in Russia (oggi Polonia), figlio di un artigiano ebreo. Emigrammo quando avevo 15 anni in America. Nel 1931 mi laureai in medicina e andai presso l'università di Cincinnati, divenendo assistente del dottor William H. Park.
Qui il mio studio.
Il dottor Park era famoso per aver debellato la difterite e fu lui a consigliarmi di studiare la poliomielite.
Le epidemie attaccavano i bambini a partire dal secondo anno di vita, solo in America la polio colpiva 57.000 bambini all’anno, ne fu vittima anche Roosevelt nel ‘36.
Nel 1939 dimostrai che la sede prediletta del poliovirus è l'intestino: allora si credeva si trattasse di un virus "respiratorio", invece era "enterico", formato da tre ceppi diversi.
Finora tutti i vaccini provati avevano fallito, funzionavano nel 50% dei casi, come il Salk.
Fu proprio Roosevelt ad istituire la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP).
Nacque "la marcia dei dimes" (10 cent di $=11cent€) e il 20 gennaio di ogni anno (compleanno di Roosevelt) tutti i cittadini americani facevano donazioni, piccole gocce ma fondamentali.
La NFIP poté così iniziare una serie di ricerche per un vaccino più efficace e sicuro contro il morbo. Nel 1949 la NFIP stanziò la somma di 1.370.000 dollari e mise a disposizione dei laboratori 30 mila scimmie. Le mie peraltro sopravvissero incolumi ai trattamenti.
Nel 1953, presentai alla Commissione per l'immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte all'inizio su 10 mila scimmie e 160 scimpanzé e, poi, su 242 persone. Poco dopo, a Singapore, vennero sottoposti a vaccinazione 200 mila bambini.
Con una zolletta di zucchero.
Per una serie di ragioni non fui subito creduto né seguito, almeno in patria. Così il mio vaccino trionfò nei paesi dell'Est prima che in America. Solo quando i risultati furono clamorosi in Russia, Polonia, Germania dell’Est mi credettero.
Non ho mai voluto guadagnare un dollaro.
Mi sono rifiutato di brevettare il vaccino, per contenerne così il prezzo e far sì che potesse giungere a chiunque.
Dicevo sempre: “La medicina deve impegnarsi perché la gente possa coricarsi e morire anziana nel sonno senza soffrire".
E in Italia?
Chi era per esempio Rosanna Benzi?
Nonostante la disponibilità in Europa del vaccino antipolio, in Italia dal 1960 al 1962 si verificarono ben 10.213 casi.
Rosanna fu colpita dal virus a 14 anni nel marzo 1962, la vaccinazione non era ancora obbligatoria.
"Nel gennaio 1962 - racconta in una sua autobiografia - avevo portato mio fratello a farsi vaccinare contro la poliomielite. Lo feci contro il parere dei miei genitori e di mezza Morbello. La gente di lassù, un po' ingenua e molto ignorante, non vedeva di buon occhio i vaccini.
Mio fratello aveva due anni, e il fatto che fosse così piccolo aumentava l'apprensione di mia madre. "Guai a te se fai una cosa del genere!" minacciava. Io non mi feci vaccinare e nessuno mi prestò troppa attenzione, perché ero grande: avevo 14 anni".
Il 16 marzo, Rosanna Benzi accusava i primi sintomi di paralisi poliomielitica: da quel momento ha vissuto 29 anni rinchiusa nel polmone d'acciaio in una camera dell'ospedale Gaslini di Genova.
In Italia la vaccinazione con il Salk fu introdotta nel 1958, quella Sabin sei anni più tardi e, infine, l'obbligatorietà (vaccino Sabin) con la legge n. 51 del 4/2/1966, anno in cui si verificarono altri 148 casi, 12 nel 1976 e 3 tra il 1985 e il 1990.
Questi ritardi costarono all'Italia in totale quasi 10 mila casi di poliomielite, che provocarono più di mille decessi e oltre 8 mila paralisi.

Ah... dimenticavo di dirvi il mio nome, mi chiamo Albert Sabin e sono nato il 26 Agosto del 1906.
Me ne sono andato nel marzo 1993.
Grazie a Ernesto Bodini e al suo articolo da cui ho tratto la storia.
Dedico questo thread a @RobertoBurioni per ringraziarlo dell’impegno che mette nel diffondere una coscienza medica e scientifica. Io del ‘61 ringrazio di cuore il pulmino arrivato con i vaccini a scuola nel ‘66

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Mar 25
In Tajkistan negli ultimi 30 anni molti cittadini hanno preso il passaporto russo, principalmente per motivi di lavoro essendo il paese retto da una dittatura che governa da 32 anni.
È fra i più poveri del mondo e lo stipendio dei pochi lavoratori si aggira sui 100$.
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Fino al 2102 i lavoratori tagiki all’estero erano circa 1 milione e mezzo su una popolazione di 7 milioni di abitanti, alcuni in Uzbekistan e persino in Corea, ma la stragrande maggioranza in Russia.
Fino al ‘92 il Tajikistan era invece una regione fiorente, sotto l’URSS.
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Da qui il desiderio di molti abitanti di ritornare sotto l’ombrello russo, anche perché i servizi sociali sono allo sbando, e anche in questi giorni in molte zone del paese l’elettricità è razionata.
Putin prima della guerra con Kuev visitava il paese 5-6 volte all’anno.
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Mar 6
Era il 1948, migliaia di ebrei stavano arrivando a Tel Aviv, da tutto il mondo.
È l’anno in cui l’esercito israeliano ha cominciato ad occupare i villaggi della Palestina, dove famiglie arabe vivevano lì da 40 generazioni.
Il campo profughi di Jenin, aperto nel ‘53.
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Vecchi, donne e bambini vivevano in tende, inviate da Giordania, Iraq e altri paesi arabi.
Aspettando di tornare ai loro campi, alle loro case.
Dopo il Luglio ‘48 seppero che il mediatore svedese delle Nazioni Unite, il conte Folke Bernadotte sosteneva una tesi:
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“Sarebbe un'offesa ai principi elementari della giustizia se a queste innocenti vittime del conflitto fosse negato il diritto di tornare alle loro case, mentre gli immigrati ebrei continuano a entrare in Palestina…
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Nov 23, 2023
Mia mamma aveva una zia di Rovigo: il fratello era il classico agricoltore ricco, padre padrone assoluto in casa. Nessuno poteva toccare il cibo a tavola finché lui non distribuiva le pietanze.
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Nell’andare a bordelli si è preso la sifilide, l’ha passata alla moglie, e due suoi figli hanno avuto problemi mentali. La zia di mia mamma passava mesi a casa nostra negli anni ‘60 perché non poteva sopportare il clima: botte, soprusi e un clima infernale.
2/n
Il modello di famiglia patriarcale era diffuso ai tempi in cui le occupazioni principali erano agricoltura e allevamento: famiglie numerose=braccia da lavoro, donne relegate in casa a sfornare figli. Poi è arrivata l’industrializzazione e con essa l’emancipazione femminile.
3/n
Read 7 tweets
Sep 14, 2023
Vi racconto un’esperienza vissuta in Bielorussia.
Mi chiamano per una consulenza in una grande fabbrica tessile vicino a Minsk: esporta in Russia, in Asia Centrale e nei paesi dell’Est.
Visito la fabbrica, faccio alcune domande e mi trovo davanti ad una situazione strana. ⬇️
Considerato il numero di macchine di tessitura presenti vedo che nel reparto di cucitura c’era un numero di macchine superiore di 4-5 volte al reale fabbisogno, l’80% erano ferme.
La fabbrica è in mano ad una cerchia di personaggi vicini al Presidente, classico schema russo.⬇️
Praticamente i ‘gestori’ di questo impianto avevano comperato inutilmente macchinari per 1 Mil di euro in più, facile immaginare il perché.
Nonostante ciò la fabbrica lavora ed esporta, principalmente perché lo stipendio base è attorno ai 300$, quello medio 500$.
⬇️
Read 4 tweets
Sep 5, 2023
Milano, giugno 1945.
La città è un cumulo di macerie e piena di bambini malnutriti, alcuni orfani, scalzi, coi pidocchi, impauriti. Ma c’è una donna, Teresa Noce, che ha un’idea.
Non è una donna qualunque: incarcerata dai fascisti, partigiana, dirigente del PCI e dell’Udi. Image
L’Udi era l’Unione donne italiane, un'associazione femminista di promozione politica, sociale e culturale fondata nel 1944, in piena guerra civile.
È ancora attiva, ora si chiama Unione donne in Italia.
L’idea di Teresa Noce? Image
Chiese ai mezzadri dell’Emilia Romagna, a partire da quelli iscritti al Pci, di ospitare per qualche tempo a casa loro quei bambini e quelle bambine, per nutrirli, rivestirli, toglierli dalla città distrutta.
Read 14 tweets
Jul 24, 2023
Vi stupite del fatto che questo governo non affronti i problemi ma ci giri attorno?
È una delle caratteristiche che ha contraddistinto il periodo fascista: quando non si è capaci o non si vuole affrontare un problema si assume un atteggiamento ambiguo.
Un esempio?
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Già nel 1925 il ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Rocco lanciò una bozza di articolo da inserire nel nuovo codice penale: “Chiunque compie atti di libidine su persona dello stesso sesso è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni”
Eh… conosco uno che sarebbe contento.
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Fra parentesi Alfredo Rocco, portò a compimento anche il suo progetto di ripristinare la pena di morte per i reati comuni, abolita nel Regno d’Italia sin dal 1890.
Un illuminato riformista dunque.
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