Mentre proseguono le proteste a Hong Kong, la Cina ha ufficialmente dichiarato la volontà di fare della vicina di Shenzhen un centro globale di innovazione tecnologica e affari, attribuendogli una centralità strategica superiore a quella di Hong Kong medium.com/@bscfederico/l…
Shenzhen è destinata a diventare non solo la città modello dell’era di Xi Jinping, ma anche il principale hub tecno-finanziario della Cina. Shenzhen, Hong Kong e Macao fanno parte di una megalopoli da 71,6 milioni di abitanti e un pil di 1.641 miliardi di dollari nel 2018
L’obiettivo è trasformare quest’area di 56.904 kmq nel Guangdong nella prima regione al mondo per brevetti tecnologici, start-up, investimenti in imprese innovative, intelligenza artificiale, 5G e digitalizzazione
Se il progetto si svilupperà secondo il piano, la regione diventerà un centro dinamico di innovazione e servizi con un pil di 4.620 miliardi di dollari entro il 2030. Ciò potrebbe significare il superamento delle “bay area” rivali di Tokyo, New York e San Francisco
Ma l’obiettivo Xi Jinping non può essere pienamente realizzato senza stringere alla madrepatria le ex colonie occidentali di Macao e Hong Kong, oggi tornate alla Cina ma autonome nel quadro di “un paese, due sistemi”
Dopo la rivoluzione di Mao Tse Tung nel 1949 e di Deng Xiaoping alla fine degli anni settanta, in Cina è iniziata la terza rivoluzione, stavolta con il volto e il carisma di Xi Jinping. Il presidente cinese ha dato alla politica estera cinese una svolta decisa, quasi imperiale
Pechino adesso si considera una potenza ineluttabile e vuole dimostrarlo al mondo. Le tensioni di Hong Kong vanno quindi viste come l’ennesimo capitolo di una corsa cinese inarrestabile, ma dagli esiti ancora incerti
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La Russia non è riuscita a trovare acquirenti per il gas trattato nel terminal Arctic Lng-2, di conseguenza ha iniziato a trasferire nei siti di stoccaggio il gas naturale liquefatto (Gnl) che aveva già trasformato e imbarcato per l'esportazione via mare
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A rivelarlo è il Financial Times, che dopo aver analizzato foto satellitari e dati di tracciamento ha scoperto che ad agosto almeno tre navi metaniere sono rientrate nelle acque russe per depositare il loro carico, quando in teoria dovevano consegnarlo agli acquirenti
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Il terminal Arctic Lng-2 è il nuovo impianto della Novatek, la compagnia russa del gas specializzata nel Gnl. Si tratta del terzo terminal russo di Gnl dopo Sakhalin-2 e Yamal Lng ed è un'infrastruttura strategica per Mosca poiché la produzione pianificata mira a triplicare i volumi di esportazione
Nel pieno del terzo anno di invasione dell'Ucraina, con i profitti da esportazioni di materie prime in calo e le sanzioni che lentamente ma inesorabilmente diventano più incisive, la Russia sta iniziando ad avere grosse difficoltà ad alimentare la sua macchina bellica
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L'argomento è pressante per Mosca, poiché il governo ha iniziato a discutere la legge di bilancio dell'anno prossimo e le cose non stanno andando secondo i piani, perché la Russia era abituata da vent'anni a finanziare lo Stato con i vasti surplus dell'export di idrocarburi
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I dati sul Pil dicono che l'economia sta crescendo, ed è vero, tuttavia ciò avviene soprattutto grazie all'aumento delle spese militari che se da un lato sostengono l'economia, dall'altro la surriscaldano, mettendo sotto pressione un bilancio dello stato
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Quella del Superbonus è la scelta più scellerata della storia recente della politica italiana, un disastro che tormenterà le leggi finanziarie per anni, con buona probabilità di essere ricordata come la più grande violenza inflitta da un governo sui propri conti pubblici
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Una misura che non si è limitata a stanziare miliardi per ristrutturare a spese di tutti le proprietà di pochi, ma che ha creato anche un sistema di cessione crediti che vive di vita propria al punto che il Mef non riesce a definire quanti crediti residui siano ancora in giro
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Le colpe della politica sono evidenti. Tutto è iniziato con il M5S di Giuseppe Conte, ma il PD ha cavalcato la stessa la retorica senza farsi domande, seguito da Lega e Forza Italia durante il governo di larghe intese di Mario Draghi
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Quando si parla dell'alleanza del PD con il M5S e il resto del potenziale “campo largo” si trascura sempre un piccolo dettaglio: gli elettori. Chiunque conosca un pentastellato sa bene che “il piddì” è come minimo disprezzato, se non odiato visceralmente
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Per il grillino l'unico PD buono è il PD morto, o in alternativa (la posizione moderata) un PD sottomesso al M5S di Conte. Gli elettori del PD invece non sopportano quelli di Azione & company (Renzi non ne parliamo), e guardano ai pentastellati con fare paternalistico
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Quando guardiamo al centrodestra invece vediamo partiti e leader che magari si piacciono poco e sono in competizione, ma tra gli elettori troviamo molta più sintonia. Il leghista non disprezza il meloniano, che a sua volta non odia il forzista. Tant'è che i voti si spostano
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Lo chiamano “il bagno di sangue di Melbourne ”, il nome che è stato dato alla partita di pallanuoto giocata tra le nazionali di Ungheria e Unione Sovietica alle olimpiadi del dicembre 1956, poche settimane dopo la rivolta di Budapest schiacciata nel sangue dai sovietici
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L'immagine che ha coniato il nome è quella dell'ungherese Ervin Zádor che riemerge dalla piscina con il sangue che gli cola sul volto dopo il pugno del russo Valentin Prokopov, sferrato a due minuti dalla fine della partita che la nazionale sovietica stava perdendo
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La rivoluzione ungherese del 1956 iniziò il 23 ottobre, quando gli studenti universitari di Budapest fecero appello alla popolazione per unirsi a loro nella protesta contro il dominio sovietico dell'Ungheria e le politiche di sudditanza del governo di Mátyás Rákosi
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Tutto questo in un contesto in cui l'economia italiana sta andando bene, pensa a cosa succede quando arriveranno i giorni di pioggia (e fidatevi, arriveranno)
“In Italia la ‘trappola della povertà’ è più intensa che nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea e sta aumentando più che altrove, a confronto con il 2011”
“Se si analizza la spesa pubblica Italiana in ottica comparata, si nota che le voci direttamente rivolte ai giovani non raggiungono i livelli osservati negli altri paesi, sia in termini di Pil sia sul totale della spesa”