25 anni fa se ne andava #AndreaFortunato. Un calciatore, un ragazzo, un figlio della nostra Salerno. Si potrebbero raccontare tante cose, anche grottesche (i maledetti 200 milioni), ma mi sembra più giusto ricordarlo con una bella storia di amicizia. 1/n
La storia di amicizia tra Andrea e Fabrizio Ravanelli e di come questa abbia cambiato il rapporto tra un uomo e una città. Il preambolo risale alla fine degli anni '80, quando Ravanelli è un giovane attaccante agli inizi della carriera 2/n
Ravanelli, ovviamente, fa quel che deve fare cioè gol e ciò non lo rende popolare a Salerno. Le partite con il Perugia sono paradossali: c'è il gemellaggio in vigore, poi sciolto nel 1994, ma dalla nostra curva partono cori contro il centravanti avversario. 3/n
La cosa peggiora quando Penna Bianca passa prima da Avellino e poi da Caserta, dove ci contende una promozione fino alla penultima giornata. È ufficialmente diventato un nemico del pubblico ma la cosa degenera l'anno dopo. (Serie B 90/91) 4/n
Il giocatore, nel mercato autunnale, è a un passo da Salerno ma all'ultimo l'affare salta. Per anni si disse che aveva rifiutato di venire a giocare a Salerno, un po' perché non voleva tornare al sud e un po' per rispetto verso i suoi ex-tifosi casertani. 5/n
Anni dopo si seppe la verità: la società aveva tirato troppo sul prezzo dell'ingaggio e per 25 milioni l'affare non si era fatto. Col senno di poi soldi che ci costano carissimo. Alla fine Ravanelli passa alla Reggiana. 6/n
Quando la Reggiana arriva all'Arechi, con la Salernitana in corsa per salvarsi, il pubblico è tutto contro di lui. Un duello rusticano e Ravanelli non le manda a dire, con le parole e con i piedi. Rischia di uscire scortato dallo stadio. 7/n
Le strade di Ravanelli e della Salernitana si separano, passa qualche anno e l'Italia viene a sapere della malattia di Andrea. Tutti sono in apprensione: la gente di Salerno per un ragazzo cresciuto tra i vicoli del centro, Ravanelli per un amico, prima che un compagno. 8/n
Andrea sembra migliorare ma poi una polmonite lo uccide. I funerali si svolgono a Salerno, in Duomo. C'è una città intera a piangerlo e c'è ovviamente la Juve. Vialli tiene l'orazione funebre e finisce con la voce rotta dal pianto: quella scena resta nella mente di tutti. 9/n
Ma quello più scosso è Ravanelli: Penna Bianca è sconvolto. Non si capacita che il suo amico Andrea non c'è più. Quel giorno nessuno si permette di ricordargli i gol a Caserta, poi viene alla luce un fatto risalente ai mesi precedenti. 10/n
Andrea Fortunato venne ricoverato a Perugia, nel tentativo poi vano di guarire dalla leucemia. Nei primi tempi la famiglia di Andrea alloggia in un albergo cittadino. Ravanelli un giorno va a visitarlo, parla con i famigliari e viene a sapere di questa cosa. 11/n
La decisione è quasi automatica: lascia le chiavi di casa sua alla famiglia. Dice loro che possono stare ospiti quanto vogliono e venire in qualsiasi momento. Paga tutto lui e non vuole nulla in cambio. 12/n
Da quel momento in poi il nemico, uno dei peggiori del tifo granata, scompare. Emerge l'uomo: quello che ha fatto di tutto per aiutare l'amico e la sua famiglia, quello che non ha mai dimenticato Andrea Fortunato. I cori? Quasi scomparsi. 13/n
Concludo con un ricordo personale, riguarda il Torneo in sua memoria: ero bambino, nei distinti dell'Arechi. Ricordo gli applausi, la commozione di tutti. Un ricordo che neanche una polemica da 200 milioni può scalfire. n/n
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Va bene tutto però prima di disquisire sulle dimensioni dei peni parliamo del fatto che Andrew Tate è accusato di cose mostruose, che per molti maschi rappresenta un modello e di com'è difficile costruire un maschile fuori dall'egemone, un accollo tremendo e a volte senza uscita
Parliamo di corpi, di sentimenti, di confidenze, di amore, di fragilità. Parliamo di quanto siamo in bilico tra "se non parli sbagli perché sei anaffettivo" e "se parli sbagli perché sei debole".
Parliamo di lacrime, di grida e di silenzi. Parliamo di persone che vedono dei mostri, perché gente come Tate questo sono, che diventano modelli perché dentro quei mostri non ci sono dubbi. E delle persone in bilico vengono attratte facilmente da quelle "certezze"
15 anni fa la città di Brescia viveva una delle sue pagine più buie. Paolo Scaroni, tifoso del Brescia in trasferta con gli ultras del gruppo Brescia 1911, veniva massacrato di botte dalla celere alla stazione di Verona Porta Nuova.
Gli agenti si accaniscono sul corpo di Paolo per dieci minuti colpendolo in tutte le maniere possibili e lo lasciano lì per terra. Chiamano l'ambulanza in codice giallo, parlando genericamente di 'tifoso ferito'. I medici arrivano e si rendono conto che la situazione è drammatica
Paolo arriva in ospedale e passerà settimane in coma, con gli amici fuori che faranno il tifo per lui perché davanti a cose così chissenefrega del calcio.
Nota a margine, minuscola, sulle palestre. Al netto degli 'ok boomer' da rivolgere a tutti i giornalisti italiani guardate che non c'è solo chi prende le palestre per centri di reclutamento. C'è tutto un mondo che dall'insegnamento di arti marziali costruisce una socialità
E questa socialità non si esprime solo con l'attività sul ring, sul tatami, eccetera. Poi esce da lì e diventa socialità diffusa sul territorio. In questi mesi si sono trasformate in centri per la distribuzione di cibo, DPI, sostegno alle famiglie, eccetera.
Non parliamo di casi isolati ma di un mondo variegato che ha esempi in tutta Italia: dalle grandi città alla piccola provincia. Esperienze che, tra l'altro, con il Covid stanno facendo i conti con la sopravvivenza perché lo sport di contatto non è semplice da praticare.
Parliamo di cose serie. L'altroieri è stato pubblicato il nuovo numero di 'Zarina', newsletter sullo sport femminile. In questo numero Giorgia Bernardini ci parla di Asma Elbadwai, poetessa e cestista sudanese-britannica. Cos'ha di così importante?
Ha combattuto e vinto una partita che, per certi versi, vale di più di una qualunque medaglia: quella che consente alle donne di poter giocare a basket con l'hijab. Una battaglia non solo per sé ma per tutte quelle donne che subivano questa enorme discriminazione.
Non entro nei dettagli (abbonatevi a Zarina e seguitela su Instagram!) vi dico solo che in questo numero c'è tantissimo per ragionare su tante cose, a cominciare dagli stereotipi e dai pregiudizi sul tema 'Donne musulmane e sport'.
Ieri sera ho visto 'Soggetti pericolosi'. Un documentario bellissimo, colmo di passione e di vita anche grazie all'unione degli intenti e dell'energia che lo ha generato
Un documentario auto-prodotto, un percorso che potrà continuare e diventare altre storie. Quello che potete fare è farlo vedere nelle vostre città, contribuire al crowdfunding, comprare le bellissime stampe di ZeroCalcare e seguirne gli sviluppi
Perché 'Soggetti pericolosi' nasce da un processo alle intenzioni. Un attacco a cinque persone che sono andati in Rojava per sostenere la costruzione di un mondo più giusto. Un processo che ha avuto una colpevole e che andrà avanti.
Dopo 5 turni, e in attesa degli ultimi 5, credo di poter fare un bilancio della ripresa della Salernitana e posso dire, con grande tranquillità, che avevo lasciato una squadra modesta e con pochissime idee e l'ho ritrovata esattamente uguale.
Abbiamo affrontato Pisa, Entella, Cremonese, Juve Stabia e Ascoli. Tutte squadre sotto di noi in classifica e abbiamo raccolto 5 punti, obiettivamente una miseria. Siamo ancora ai margini della zona play-off solo perché attorno c'è la stessa modestia tecnica.
Il materiale tecnico è oggettivamente molto limitato, con giocatori mediocrissimi o inadeguati alla categoria per la maggior parte. E poi c'è l'atteggiamento di Ventura che non aiuta. Il mister continua a predicare di un gioco che non c'è e di un carattere della squadra.