Thread by @SignorErnesto

Interagire su Twitter non è facile; serve pazienza, serve rispetto, serve perseveranza.

Tutte doti che non possiedo.
Gran parte delle incomprensioni nasce dalla assoluta incapacità di analizzare i dati. Una sorta di analfabetismo funzionale che, sinceramente, risparmia pochi.
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La questione "Svezia" è un buon esempio.
Questo paese di circa 10 milioni di abitanti, ha fatto una scelta; una scelta interessante perchè ci consente di misurare un effetto.

La scelta è ben descritta in questa intervista che trovate oggi sul Time e che potete leggere..
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qui in chiaro : theaustralian.com.au/world/the-time…

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la parte più importante di questa intervista è racchiusa in queste poche righe che vi riassumo che collimano con quanto scrissi alle prime, catastrofiche previsioni degli aruspici titolomuniti nostrani.
I modelli non prevedono il futuro e dipendono dai dati in ingresso.
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Ovvero, se a un modello dai in pasto dati parziali e\o distorti, otterrai, come unico risultato, merda. Più i dati sono parziali e\o distorti, più questo scarto di trasformazione puzzerà.

Prendiamo i dati italiani. Isoliamo l'extra mortalità oltre la media dei 5 anni
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precedenti. Isoliamo la regione Lombardia. Isoliamo il periodo di lockdown. Ci rimangono 4 settimane (da 8 marzo 2020 al 4 aprile 2020, dati ISTAT-ANPR) dove viene imposto il massimo distanziamento sociale.

Sei recluso in casa.

Vediamo cosa succede:
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del numero di morti sopra, selezionato secondo le caratteristiche cui sopra, il 91% dei decessi è ascrivibile a persone dai 65 anni in sù.

Cosa possiamo dedurre? Che il lockdown aumenta la densità di popolazione nelle residenze. Ovvero, fa collassare la distanza sociale
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della popolazione distribuita per il territorio aumentandola in tanti piccoli cluster che sono i focolari (o focolai meglio) domestici.

Il risultato è quello che vedete, fenomeno che stanno affrontando in Svezia ma, è evidente, con numeri diversi pur in un tempo maggiore.

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A che è servito il lockdown quindi? A scaricare pressione dalle strutture ospedaliere trasferendola, semplicemente, nelle famiglie.

Quelli bravi la chiamano entropia ovvero una redistribuzione per raggiungere uno stato di equilibrio accettabile per il sistema sanitario.
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Il costo di questa redistribuzione è evidenziato nei numeri di quella curva sopra. Undicimila e 600 morti circa, per il 90% anziani, che hanno permesso al sistema sanitario di non collassare in maniera irreversibile.

In Svezia, hanno deciso di fare il contrario;
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hanno deciso di non aumentare la densità nelle residenze (tutti in casa per 24 ore al giorno), hanno deciso che il coma indotto dell'economia non era utile e, statistiche alla mano, hanno continuato, con raccomandazioni di buon senso, a lavorare..
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(prevedono una contrazione del PIL circa un terzo della nostra)

Ovvero, cercano un equilibrio tra il futuro dei giovani ed il sacrificio degli anziani.

I numeri, a mio avviso, per ora li premiano.

I nostri...di numeri...ci condannano.

So che questo thread è un po' crudo..
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ma è bene che iniziate a vedere le cose con distacco e imparzialità.

Il modello Italia, forse non è chiaro, è sicuramente preso come benchmark....ma dal quale stare più lontani possibile.

Vince chi si distanzia da esso il più possibile...quasi fosse un virus. Già.

Saluti :=)