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Se ci fosse una competizione per il genio meno conosciuto dell'astronomia del XX secolo, il vincitore sarebbe Fritz Zwicky a mani basse. Le sue tesi innovative avrebbero portato fama e onori a qualsiasi scienziato. Ma Zwicky non era di certo uno qualsiasi. Coi colleghi anziani >
era arrogante e indisponente. Una volta disse: "Gli astronomi sono bastardi sferici, cioè bastardi da qualsiasi angolazione si guardino". Il carattere aggressivo gli valse l'antipatia di molti e anche per questo rimane sconosciuto al grande pubblico.
Zwicky nasce in Bulgaria da >
padre svizzero e madre ceca. Si laurea in Fisica al Federal Institute of Technology di Zurigo, poi si trasferisce negli USA. Entra a Caltech nel 1925 per lavorare sulla fisica delle strutture cristalline. Ma presto finisce preda dell'eccitazione per le ricerche astronomiche >
dell'università californiana condotte da Hubble. Si appassiona ai raggi cosmici, le particelle subatomiche ad alta energia che viaggiano nello spazio quasi alla velocità della luce. Nessuno sa suggerire una spiegazione plausibile per l'origine di queste misteriose particelle. >
Ma Zwicky ha un'intuizione: decide che i raggi cosmici sono prodotti in esplosioni catastrofiche di stelle giganti. Nessuno prima ha mai ipotizzato un evento di questo tipo. In una lezione del 1931 a Caltech, Zwicky introduce il termine di "super-nova" per diversificare >
l'esplosione di un'intera stella dalla comune e molto meno potente "nova", una serie di violente e ripetute esplosioni sulla superficie di una stella instabile.
Zwicky fa squadra con l'astronomo Walter Baade per verificare l'idea delle supernova. Baade conosce diversi resoconti >
storici di "nuove stelle", apparse come oggetti luminosi visibili a occhio nudo per diversi mesi, prima di sparire dalla vista. L'astronomo svedese Tycho Brahe aveva riportato attente osservazioni di un evento tale nel 1572. Zwicky e Baade pensano che queste esplosioni siano >
eventi supernova che si verificano nella nostra galassia. Nel 1933 avanzano tre nuove ipotesi: 1. stelle giganti terminano il loro ciclo vitale in magnifiche esplosioni 2. queste esplosioni producono i raggi cosmici 3. si lasciano dietro una stella compatta fatta di neutroni. >
Zwicky ragiona sul fatto che un oggetto del genere avrebbe avuto un diametro di pochi chilometri ma sarebbe stato denso come un nucleo atomico. L'idea viene accolta con scetticismo, d'altra parte i neutroni sono stati scoperti scoperti giusto l'anno prima! Nel 1935 convince il >
direttore dell'Osservatorio di Mount Wilson a costruirgli un telescopio Schmidt da 18 pollici, che aveva un insolito ampio campo visivo, ideale per fotografare più galassie contemporaneamente. In tre anni lo utilizza per scoprire 12 supernova. Riesce anche a farsi costruire un >
telescopio Schmidt da 48 pollici a Monte Palomar. Obiettivo principale: fotografare e mappare tutto il cielo dell'emisfero nord. Ma Zwicky prosegue anche la sua indagine sulle supernova, fino a identificarne ben 122.
Nel 1967 i radio astronomi scoprono le prime pulsar e l'anno >
seguente Thomas Gold della Cornell University dimostra come questi oggetti possano essere solamente stelle di neutroni a rapida rotazione prodotte da una supernova.
Nel 1933 mentre investiga il grande ammasso di galassie Coma, si trova dinnanzi a una discrepanza notevole tra >
teoria e dati ossevati. La velocità media delle galassie all'interno di un ammasso dipende dalla massa totale dell'ammasso, visto che ogni galassia è attratta dalle altre mediante la forza di gravità. Dalle velocità registrate Zwicky calcola la massa totale dell'ammasso Coma. >
Aggiunge poi tutta la luce prodotta dalle galassie dell'ammasso e la usa per calcolare la massa sotto forma di luminosità delle stelle. Con sua grande sorpresa trova che la massa basata sulla velocità è 10 volte maggiore di quella basata sull'output luminoso.
Conclude quindi >
che l'ammasso Coma deve contenere un'enorme quantità di materia invisibile, con attrazione gravitazionale sufficiente a impedire alle galassie di separarsi. La maggior parte della materia nell'universo è invisibile e lui decide di chiamarla "dark matter" (confermata poi dagli >
studi di Vera Rubin).
Nel 1937 predice anche l'effetto "lente gravitazionale" in diretta applicazione della teoria della relatività generale di Einstein. La correttezza di questa idea viene dimostrata nel 1979, cinque anni dopo la sua morte.
Questo thread arricchisce la raccolta “Grandi Pensatori” pensata per facilitare l'accesso ed il recupero di questi thread al di là dello stream delle timeline.
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