Prima di prolungare il blocco dei licenziamenti fino a novembre il governo potrebbe prendersi una pausa e valutare alcuni fatti. Naturalmente nel presupposto che tutti in Italia vogliano il massimo di occupazione, di reddito nazionale e di equità possibili nella sua distribuzione
Primo: nessuno al mondo ha imposto un blocco così rigido, incondizionato e prolungato dei licenziamenti. Neanche paesi che fanno molto meglio dell'Italia non solo per dinamismo ma per contrasto delle diseguaglianze (Indice di Gini) come Francia, Svezia, Finlandia, Belgio etc
Secondo: neanche il blocco ha impedito una riduzione di 498 mila occupati (febbraio-giugno). E' un calo del 2,5% degli occupati, mentre il calo delle ore lavorate è senz'altro almeno 5 o 6 volte superiore. Davvero è possibile decidere per legge che un posto di lavoro rimane tale?
L'idea è: cassa integrazione i molti milioni di persone che oggi non lavorano, mantenendo formalmente il loro posto di lavoro. Purtroppo spesso è una finzione, che però solleva autorità e imprese dall'obbligo di offrire ai disoccupati formazione e un percorso di rientro reale
La cassa integrazione su scala così vasta naturalmente poi è coperta da debito pubblico su scala altrettanto vasta. In altri termini, si trasforma la finzione che i posti di lavoro di ieri siano ancora reali in ostacoli concreti alla creazione di veri posti di lavoro domani
Si dice: oggi il debito pubblico lo fanno tutti i paesi avanzati ed è più sostenibile. Questo è vero. Ma come ricorda Raghuram Rajan, a tre condizioni. La prima è che la crescita ritorni a livelli ragionevoli (ma in Italia non lo è da inizio anni '80, senza fare troppo debito)
Il secondo fattore che può rendere il debito sostenibile è che gli interessi su di esso restino bassi in futuro. Ma possiamo darlo per scontato? Come facciamo a essere certi che la BCE comprerà debito italiano fuori proporzione anche in futuro? Il contrario sembra più probabile
Il terzo presupposto perché sia sostenibile il debito fatto in nome della finzione di aver "impedito" i licenziamenti fino al ritorno del mondo di ieri (?) è che i futuri governi limitino la spesa per investimenti o welfare o per avere un'amministrazione che funzioni
In altri termini, rischiamo di scambiare un sussidio passivo, soggetto a frodi e spesso basato su una finzione sui posti di lavoro di oggi con l'opportunità di investire - oggi e domani - le stesse risorse pubbliche per creare più posti di lavoro reali
Nessuno nega, credo, che a volte la cassa integrazione sia opportuna per offrire un ponte a imprese e lavoratori vitali, da preservare perché pronti a ripartire al primo recupero dell'attività. Solo che a volte non è così e serve solo a spazzare la polvere sotto al tappeto
I politici che prendono queste decisioni oggi in nome dell'equità potrebbero valutare se non stanno rendendo più acuta la diseguaglianza e la povertà di domani (fra generazioni) e di oggi (fra persone con diritti diversi) solo per paura del prossimo sondaggio
I politici che compiono queste scelte cercano, al fondo, di salvare il loro singolo posto di lavoro. Quanti futuri posti di lavoro degli altri queste scelte rendono impossibili, mai nati? Ma la realtà è che non funziona mai. Neanche per i posti di lavoro dei politici stessi -fine
