Thread by @GabrieleIuvina1

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ESITO SONDAGGIO N. 1 - PENSIONI
Risultato: nessun progresso, spesa aumentata.
SITUAZIONE ATTUALE 1/

https://twitter.com/GabrieleIuvina1/status/1295412396765384707

Nelle raccomandazioni del febbraio 2019 la COMM. UE così concludeva "La spesa per le pensioni di vecchiaia è in realtà aumentata con l'introduzione del nuovo regime di prepensionamento.".
Leggiamo attentamente il documento: 2/

"Le nuove disposizioni sulle pensioni dovrebbero peggiorare la sostenibilità di bilancio. Per quanto riguarda la sostenibilità di bilancio a lungo termine, le passività implicite derivanti dall'invecchiamento della popolazione 3/

sono state contenute dalle varie riforme pensionistiche attuate negli anni passati. Tuttavia, un decreto-legge del
gennaio 2019 annulla alcuni elementi di quelle
riforme, ampliando la possibilità del pensionamento anticipato. In particolare, il decreto-legge introduce la 4/

possibilità di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi nel periodo 2019-2021. (...) Sebbene il Parlamento possa ancora modificare i dettagli della riforma e per quanto l'esatta entità dei costi dipenderà dall'effettiva adesione al regime, le nuove norme 5/

aumenteranno considerevolmente la spesa pensionistica nei prossimi anni. Il bilancio 2019 ha previsto un
fondo pari allo 0,2 % del PIL nel 2019, allo 0,4 % del PIL nel 2020 e allo 0,5 % del PIL nel 2021. Tuttavia, la riforma graverà sulle finanze pubbliche anche dopo il 2021. 6/

Di fatto, anche se il nuovo regime di pensione anticipata non fosse prorogato, nel corso del triennio il numero dei
pensionati sarà aumentato facendo salire la spesa pensionistica per molti anni dopo il 2021 rispetto allo scenario precedente la riforma. 7/

Inoltre, l'assenza di indicizzazione alla speranza di vita del
periodo contributivo per l'accesso alla pensione a norma del vigente regime di pensione anticipata è destinata a incrementare la spesa pensionistica a medio termine. 8/

Infine, queste disposizioni, ampliando la possibilità di pensione anticipata, potrebbero incidere negativamente sull'offerta di lavoro, ostacolando così la crescita potenziale." /9

Dunque la COMM. UE, e poi anche il Consiglio UE, hanno bocciato Quota 100 ritenendola dannosa per diversi aspetti.
La situazione è rimasta invariata tanto che nella successiva raccomandazione del 26 febbraio 2020 la COMM. UE rimproverava nuovamente l'Italia in quanto non ha 10/

attuato "pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia e di anzianità nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita." 11/

In particolare, scrive la COMM. UE, il nostro Paese non ha compiuto "nessun progresso" in tal senso, precisando che
"il bilancio 2019 ha introdotto diverse disposizioni che hanno parzialmente annullato le passate riforme delle 12/

pensioni ampliando le possibilità di pensionamento anticipato, anche creando un nuovo regime di pensionamento anticipato ("quota 100")... La legge di bilancio 2020 ha confermato le nuove misure pensionistiche attuate nel 2019 13/

e ha persino prorogato al 2020 i regimi temporanei di prepensionamento per le donne e per i dipendenti recentemente licenziati o che effettuano lavori pesanti ("APE sociale"), aumentando ulteriormente la spesa pensionistica."
In sintesi: situazione ulteriormente peggiorata. 14/

A fronte di tale grave situazione, l'attuale Governo così risponde sciattamente nel PNR approvato a fine luglio (peraltro unico Stato UE a non averlo inviato unitamente al DEF): 15/

"Per quanto riguarda la previdenza, il Governo ha già intrapreso un confronto con le parti sociali in vista della conclusione della sperimentazione di ‘Quota 100’, che la legislazione vigente fissa per fine 2021, e valuterà le scelte 16/

in materia alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico garantendo al contempo il rispetto per l’equità intergenerazionale e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica". /17

Non v'è chi non veda come tale risposta sia l'emblema dell'incapacità dell'esecutivo di risolvere i reali problemi atavici del Paese.
Perché sono così importanti le riforme strutturali per noi?
Perché le riforme, oltre a rendere sostenibile il debito pubblico, 18/

migliorano anche la competitività di un Paese e ciò può
andare anche a favore di altri Paesi.
Va sottolineato, inoltre, che l'Italia, insieme a Cipro e Grecia, è tra gli Stati che presenta i maggiori squilibri macroeconomici europarl.europa.eu/RegData/etudes… 19/
C'è da lavorare parecchio.