Oggi ho letto che sarei un “collettivista”. Di solito mi danno del liberista. Ma al di là delle etichette questo è il segno di quanto degradata sia la discussione. 1/n ->
Se uno vede che sei un dipendente pubblico, allora automaticamente sei uno statalista o collettivista. Se un altro legge che faccio parte di un comitato di Assolombarda allora vuol dire che sono un liberista e servo dei padroni. 2/n ->
Se dico che i dipendenti pubblici pagano le tasse (è un fatto e negarlo è una idiozia) allora sono uno che difende i “mantenuti pubblici”. 3/n ->
Se dico che ci vuole meritocrazia e competitività sono un “turboliberista”. 4/n ->
È tutto così. Non esistono fatti e scelte precise, ma solo schieramenti. Non ci sono complessità, solo banalizzazioni estremizzate. 5/n ->
Un giorno una persona di cui ho una stima immensa, un intellettuale e ricercatore tra i più fini che abbia conosciuto mi ha detto una cosa semplice: “Alfonso, io sono un Comunista, tu sei un riformista liberale”. 6/n
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Lo diceva perché era andato al fondo di quelle parole, le aveva vissute e aveva fatto una sua scelta. E si era confrontato con me nel profondo, non per tags o stereotipi. E ci stimiamo l’un l’altro immensamente. 7/n ->
Oggi il confronto è tra milanisti, juventini e interisti, tra tifosi. Il tutto trasposto in quella che sarebbe una discussione politica e che invece rassomiglia ogni giorno di più ad una rissa di un pollaio. n/n
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Le reazioni al Nobel a Parisi sono emblematiche e tipiche di questo paese. Si loda lo scienziato, ma non si investe in scienza.
1/n
Allo stesso modo celebriamo il Made in Italy, ma chiamiamo gli imprenditori “prenditori”. Diciamo che siamo luogo di cultura millenaria, ma la si mortifica dando spazio a bufale e ciarlatani.
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Siamo maestri di retorica, annunci e salite sui carri dei vincitori. Siamo maestri nello sproloquio vuoto e nel culto della relazione, ignorando sistematicamente il silenzio della fatica e della serietà. E il valore della coerenza e dell’onestà intellettuale.
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Belle riflessioni poco fa su @joinClubhouse. Ha ragione @OGiannino quando dice che è dalla società civile che deve ripartire la rinascita del Paese. Cosa possiamo fare?
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Sarò vecchio e forse un po' moralista, ma credo dobbiamo ripartire da valori semplici ancorché decisivi: responsabilità, coerenza, onestà intellettuale, senso dello Stato.
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Se non ricominciamo da questi valori, qualunque altra costruzione sarebbe debole, "costruita sulla sabbia" direbbe qualcuno lassù. Per esempio, "Il tuo parlare sia sì sì, no no". Così ci insegnavano in oratorio.
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[thread] Questa sera parlando con @PastorellaGiu ho fatto una considerazione su COVID e contact tracing. @carloalberto
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Oggi molti si chiedono “quali sono i luoghi e le occasioni che provocano più contagi?” Chi dice una cosa, chi un’altra. La conseguenza è che si adottano misure generalizzate e non mirate.
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Se avessimo potuto tracciare, sul serio e in modo anonimo (non serve conoscere le identità) e se avessimo tracciato anche i luoghi dei contatti (non i percorsi), oggi avremmo dati di un anno che ci avrebbero aiutato a pensare misure mirate.
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Consiglio non richiesto per la riscrittura del PNRR sui temi del digitale: parallelizzare.
Quando si è in ritardo o si vuole accelerare non si può mettere tutto insieme o in sequenza sullo stesso cammino critico. Bisogna parallelizzare.
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Capitolo 1: infrastrutture
Servono, inutile stare a dire "però le competenze". Certo servono anche le competenze. Ma intanto la rete va fatta. 5G e FTTH, ovunque.
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Capitolo 2: competenze
Non serva che dica molto. Se ne è parlato cento volte.
Capitolo 3: cooperazione applicativa per la PA. Sviluppo dei backend nel pubblico, frontend ai privati.
Capitolo 4: Revisione dei processi applicativi per settori e domini critici (vedi sanità)
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[Thread] A proposito di stato imprenditore e #ilpaeseinnovatore. Ogni sfida può essere affrontata in modi diversi. Provo a fare qualche esempio.
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Lo Stato può creare un fondo di venture capital e intervenire sul mercato direttamente. È una distorsione e un conflitto di interessi perché lo stato ha modi per influire sullo sviluppo del mercato stesso.
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Cosa diversa è creare un fondo di fondi che spinga gli operatori di mercato ad investire laddove farebbero più fatica perché troppo rischioso.
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Piccolo thread sulla ricerca del valore:
Quando partecipavo assiduamente ai comitati scientifici delle conferenze per referare gli articoli, diversi membri del comitato di programma dovevano dare un giudizio per uno stesso articolo. 1/n
Imparai che è molto facile stroncare un lavoro: c’è sempre un difetto, qualcosa che si poteva fare in modo diverso, una variante da esplorare. E poi essere duro e severo dava un tono: “quello là è proprio severo”. 2/n
Confesso: l’ho fatto troppe volte anche io. Ed è stato segno di immaturità.
Con il tempo ho imparato che i colleghi più bravi erano quelli che riuscivano a trovare il valore nei lavori, che aiutavano i ricercatori magari più inesperti a migliorare il loro contributo. 3/n