Le ipotesi d'accusa riguardanti l'esame di #Suarez e i relativi antefatti incarnano bene il "modello Bananas" da cui l'Italia non riesce a liberarsi. Anche perché, in fondo, tanti cittadini (al netto delle sbiadite ideologie politiche) non trovano così disdicevoli simili vicende.
Infatti, come spesso accaduto e accade (da decenni) per tanti fatti con risvolti giudiziari, anche qui il filo conduttore - comune a molti ambienti, non solo altolocati, del belpaese - sembra essere il sistematico aggiramento delle regole, spesso senza infrangerle direttamente.
1) Norme finalizzate al "rientro dei cervelli" impiegate per agevolare fiscalmente l'acquisto di top players; 2) richieste di cittadinanza strumentali ad evitare il limite di calciatori non comunitari; 3) sospetti di “magheggi” (vedremo come finirà) per superare prove selettive.
E come saltano fuori gli elementi d'accusa? Ancora una volta con le intercettazioni, magari proprio nella versione-trojan implementata dal M5S e sgradita alla classe politica (tanto “progressista” quanto “sovranista”) e ai centri di potere in generale. Perché indignarsi solo ora?
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Un @ale_dibattista deludente, quello visto stasera ad Accordi&Disaccordi. Forse in buona fede, ma decisamente illogico, strategicamente miope e che si aggrappa spesso (come molti suoi sostenitori sia dentro il Parlamento sia fuori) a parole e concetti vuoti. Andiamo con ordine:
1) Il punto centrale del suo discorso è la paventata alleanza organica col Pd, che non c'è e non ci sarà, a prescindere dalle dichiarazione di singoli portavoce. Anche perché la “strutturalità” implica convergenza su tutti i temi e a tutti i livelli elettorali (cosa che manca).
A differenza di ciò che pensa Di Battista, il M5S non sta facendo altro che proseguire nella logica contrattualistica attuata con la Lega, senza aderire al “bipolarismo”. E' innegabile che si naviga a vista. Infatti il Conte2 stava per implodere da solo poco prima dell'epidemia.
E' un nodo spinoso che si trascina da troppo tempo. Bisognava mettere in conto che una parte di eletti, malgrado l'accettazione delle "restituzioni" all'atto della candidatura, avrebbe poi disatteso l'impegno (per tornaconto) ricorrendo a pretesti vari, fino all'uscita dal M5S.
Le restituzioni sono politicamente meritorie, ma possono rivelarsi controproducenti se non accompagnate da una vera sanzione. Perciò, secondo me, ci son due cose da fare, anche per evitare che certi andazzi incidano sulla tenuta del governo (la cui sorte deve decidersi sui temi):
1) nel breve termine occorre provare ad azionare in sede civile - nei confronti di chi per evitare le decurtazioni ha lasciato il gruppo parlamentare M5S - la nota clausola fatta firmare nel 2018 (forse inefficace giuridicamente), almeno come deterrente contro altri malpancisti;
L'estensione dell'uso dei trojan ad ipotesi di reato prima escluse si rivela ancora una volta determinante. Sarà per questo che la modifica targata M5S è sgradita sia al cdx, malgrado la Lega l'abbia pure votata, sia al csx (vedi le critiche di Ferri)? 🙄 rep.repubblica.it/pwa/generale/2…
La lista di inchieste agevolate dalla norma della Spazzacorrotti e di condanne per quali i trojan hanno avuto un peso determinante si allunga sempre più. Il M5S è l'unica forza che si batte concretamente per la legalità, senza la quale non può esserci nemmeno giustizia sociale.
1) Palamara e la Spazzacorrotti. “I trojan utilizzati dalle Procure fanno una vittima eccellente: Luca Palamara, ex presidente Anm, oggi indagato per corruzione. Si dovrebbero infatti a un malware nello smartphone la maggior parte delle intercettazioni" (bit.ly/38WZZom);
#Migranti. Sarò accusato di razzismo oppure di “accoglionismo” ma, siccome non sono un ipocrita, non riesco a non scrivere cosa penso. A prescindere dall'attualità, trovo ugualmente assurde sia le posizioni di “destra” che quelle di parte della “sinistra” (tanto per capirsi).
Entrambe soffrono di una costante ideologizzazione che le rende del tutto inidonee, seppur agli estremi opposti, ad affrontare la realtà delle cose. Ancor più se molti cittadini/internauti si schierano in modo preconcetto da una parte o dall'altra, come fosse un derby tra tifosi.
Questo non aiuta a valutare questioni complesse che non hanno colore politico e per le quali, come Conte ricordò anche prima delle dimissioni (libero da condizionamenti), il ventaglio di opzioni ragionevoli non è sterminato e non tende certo all'estremo.
Pensieri sul dibattito interno al M5S riguardante le consultazioni regionali: 1) In politica non esistono vere alleanze. L'unica eccezione, quantomeno formale, è data da un'eventuale legge elettorale che obblighi/incentivi a coalizzarsi prima del voto per il Parlamento nazionale;
2) Per me - sostenitore M5S - il Movimento è e deve restare alternativo a destra e sinistra, ma ciò non implica l'esclusione aprioristica di qualsiasi accordo nazionale o locale, sempre mettendo al centro i temi da attuare (ossia lo scopo ultimo ed essenziale del fare politica);
3) Questo perché, in premessa, esistono due modi alternativi di intendere la “terza via”: il “mai con nessuno” (versione duropurista, legittima ma un po' infantile perché rischia di non condurre mai a nulla di concreto) e il “ciò che conta è cosa fare, non con chi”;
Spero che l'intervista di #DiBattista e la replica di Grillo non generino spaccature interne al M5S (eventualità auspicata sia a destra che a sinistra). Anche perché Alessandro ha dato pieno sostegno a Conte e, in fondo, ha solo offerto il suo punto di vista su alcuni, noti temi.
Secondo me, alcune cose che ha detto sono condivisibili, altre meno. Che si chiami Congresso o “Stati generali”, un appuntamento per discutere leadership e orizzonte politico era già in programma, quindi (fermo restando che l'emergenza è prioritaria) non capisco l'astio di Beppe.
D'altro canto è pur vero che se i “vincoli esterni” sono limitativi e nella fase attuali vanno accantonati, Di Battista è vittima di una contraddizione, in quanto l'unico modo per superarli è attuare/mantenere le iniziative legislative del M5S contro sprechi, privilegi e ruberie.