⛔️🇪🇺 Arriva il “Nuovo patto sulle migrazioni”, ed è già vecchio.
In un’Europa senza solidarietà, l’unico punto su cui si concorda è la riduzione degli arrivi. Con le buone (sviluppo) o le cattive (controlli e rimpatri).
Riforme? No. Piena continuità con il passato recente.
Solidarietà intra-UE: se uno Stato membro non ha voglia di accogliere deve almeno dare una mano sui rimpatri. Se non riesce, accoglie.
Non male: un mondo di rimpatri pressoché infattibili sarebbe solidarietà per altra via.
Ma, vedrete, i ricollocamenti resteranno utopia.
Ovviamente, i ricollocamenti volontari e di “emergenza” subito dopo lo sbarco, previsti a nell’accordo di Malta quasi esattamente un anno fa, sono scomparsi.
Già oggi di ricollocamenti post-sbarco non si vede neanche l’ombra.
Sul fronte delle migrazioni regolari c’è molto poco. D’altronde le competenze dell’Europa sono limitatissime.
Ma non si fa pressioni sugli Stati membri perché lo capiscano: se i canali regolari restano quasi assenti, le persone arriveranno per altre vie.
E con minori controlli.
Si propone di velocizzare l’esame delle domande d’asilo, introducendo esame rapido alla frontiera.
Nuova compressione dei diritti individuali per sopperire a carenze o incapacità europee.
Ma, soprattutto, anche con procedura veloce il rimpatrio per molti resterà impossibile.
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⛔️🇮🇹 Quattro fatti sorprendenti sulle migrazioni in Italia negli ultimi tre anni di governo.
Primo: gli sbarchi nel 2024 e nel 2025 sono calati rispetto al picco della crisi tunisina, ma restano alti (e in crescita).
Eppure, nessuno ne parla.
Ma allora non era emergenza.
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Secondo: la presenza delle navi ONG nella zona di ricerca e soccorso (SAR) libica è ai massimi dal 2019, e lì resta.
Niente male per un governo che prometteva il "blocco navale" e in cui i partiti di maggioranza definiscono illegali le ONG.
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Terzo: il numero di rimpatri di stranieri irregolari condotti ogni anno da questo governo resta poco più della metà della media del decennio pre-Covid.
Ma allora non erano i "governi di sinistra" a non voler rimpatriare le persone.
Il giudizio sui primi 100 giorni di Trump è netto: gli italiani che esprimono pareri negativi sono il quadruplo di quelli che ne esprimono di positivi.
Soprattutto, per il 41% di voi il giudizio è estremamente negativo.
I dazi di Trump faranno perdere quasi 4.000 dollari alle famiglie americane.
Il presidente anti-inflazione e anti-tasse ha deciso di tirare una mazzata senza precedenti ai suoi elettori. E soprattutto ai poveri (che perdono il 4% del reddito).
Un thread. 🧵
Quante volte in questi giorni avrete sentito tech bros e MAGA fan giustificare l'operato di Trump?
Riporterà la produzione in America, sta ripulendo una finanza malata, e tra qualche mese di aggiustamento comincerà l'età dell'oro.
Tutto completamente inventato.
Vediamo.
Dopo la mazzata iniziale, il PIL americano si riprende un po' (linea blu).
Ma anche un parziale ritorno della produzione non può compensare l'effetto ampiamente negativo dei dazi, e l'economia USA in futuro sarà costantemente più piccola, non più grande.