Prima del docile e lineare Olocene, la Terra ha vissuto un interglaciale particolarmente mite ed instabile, denominato Eemiano. Un periodo durato all’incirca 15.000 anni che ha visto il suo picco termico tra 125K e 120K anni fa.
L’Eemiano, oltre ad essere climaticamente avvincente, è molto e utile per comprendere l’entità dell’attuale fase di riscaldamento.
Circa 135000 anni fa il pianeta cominciò ad uscire dal penultimo massimo glaciale e lo fece, come spesso accade nelle fasi di transizione, in maniera molto rapida.
L’aumento medio della temperatura alle latitudini polari raggiunse un rateo di 1 °C ogni 1000 anni, in Groenlandia tra 127K e il 121K anni fa la temperatura aumentò di 6 °C.
Va tuttavia sottolineato che nelle prime fasi di riscaldamento l’aumento delle temperature non fu omogeneo in tutto il pianeta. Le regioni artiche si scaldarono molto più rapidamente e in maniera maggiore rispetto, ad esempio, alle latitudini tropicali o alla fascia equatoriale.
Durante la fase più calda dell’Eemiano la banchisa artica in estate risultava piuttosto ridotta sia in estensione che in spessore. Nei mesi di agosto e settembre i passaggi a nord ovest e a nord est erano stabilmente aperti (DX 130K anni fa, SX 125K anni fa).
In autunno e in inverno, tuttavia, il ricongelamento era molto rapido e la superficie di oceano ricoperta dal ghiaccio molto estesa. La calotta groenlandese era presente, ma meno vasta e spessa di oggi (ricostruzioni a SX), così come la calotta antartica occidentale (DX)
In alcune aree le foreste di conifere spinsero oltre il 70 °N zone dove oggi domina la tundra, mentre a latitudini più meridionali si potevano trovare savane e pianure erbose.
Il deserto del Sahara era meno esteso di oggi grazie ad abbondanti precipitazioni stagionali che interessavano quasi tutta la regione del Sahel. Rinoceronti ed ippopotami erano presenti nell’Europa centro occidentale.
Le stagioni erano più estreme, ad eccezione dell’Europa occidentale (poi vedremo il perché nella seconda parte); inverni freddi ed estati molto calde. Questo tipo di andamento era molto più marcato nel nord emisfero e nelle grandi zone continentali.
Le precipitazioni seguivano lo schema estremale, con forti variazioni geografiche e stagionali; nel complesso era un clima piovoso sull’Europa occidentale e sui Tropici con monsoni potentissimi in India, Cina meridionale, Africa e Sud America settentrionale.
Probabilmente le medie latitudini vivevano inverni ed estati secche e primavere e autunni piuttosto piovosi.
Il periodo nel suo complesso su instabile, nei 15000 anni la temperatura, pur mantenendosi globalmente mite, subì significative oscillazioni a livello regionale a causa, probabilmente, di alterazioni nella circolazione delle grandi correnti oceaniche.
Nella seconda confronteremo l'Eemiano con i giorni nostri.
A presto.
Antartidi, su Rieduchescional Channel.
Lo sapevate? Durante il massimo termico dell'Eocene (circa 55mln di anni fa) la temperatura media della Terra era 12-13 °C più alta di oggi. Gli abitanti dell'epoca, gli eocenici, vivevano in un mondo in cui le acque dei mari polari (thread)
...polari probabilmente oscillavano intorno ai 22-23 °C. L'Antartide non era nella posizione attuale, ma stava tristemente sprofondando verso sud. Ciononostante faceva un bel calduccio pure lì! Pisco IV, uno scriba degli eocenici, descrive la l'Antartide come terra mite e boscosa
Quindi stavolta gli "spingitori di continenti" (la tettonica a placche) da soli non spiegano come mai 55 milioni di anni fa facesse così caldo e non esistessero formazioni di ghiaccio a dispetto delle notti polari. Un aiutino -ino -ino arrivò dalla CO2. Sempre lei...che narcisa.
Tempestoso (thread)
Per descrivere quello che avverrà nei prossimi giorni parto da questa immagine satellitare che ritrae nubi medio-alte (altocumuli e cirrostrati) sottovento all'arco alpino. Queste formazioni sono legate ad un fronte freddo sull'Europa centrale che crea un..1/n
...gradiente termico-barico tra le zone oltralpe e la Val Padana, area interessata forti venti nord occidentali in quota. Questa situazione è generata dall'azione di un profondo vortice centrato sulla Scandinavia che nei prossimi giorni piloterà altri due sistemi frontali.
Il prossimo transiterà nella giornata di mercoledì, coinvolgendo tutta Italia. Martedì qualche pioggia prefrontale sulla Toscana centro-settentrionale e sulle regioni peninsulari in genere. Nevicate sulle Alpi settentrionali a quote medio-alte. Venti occidentali in rinforzo.
1. L'acqua provenie dal reticolo a monte di Valencia, in particolare dai tributari del Turia e dal fiume stesso. 2. Dopo la disastrosa alluvione del 10 ottobre 1957 furono effettuati interventi di messa in sicurezza, ad esempio deviando di 3 km il corso del fiume.
Continua 1/7
3. Altri interventi sono stati effettuati negli anni successivi sempre a seguito di alluvioni, ma di intensità molto minore rispetto a quella di martedì scorso. 4. L'unico analogo degno di essere definito tale, come scritto, è l'alluvione del 10 ottobre 1957, ma...
....fu probabilmente minore in termini di estensione e intensità. 5. Quella occorsa quest'anno ha infatti portato grande distruzione nonostante le opere di sicurezza messe in atto nei decenni successi al 1957. 6. Con simili quantitativi d'acqua (491 mm in 8 ore) non esiste...
Alluvioni e anticicloni (thread lungo).
Mi è stato più volte chiesto di spiegare cosa sta succedendo in Europa negli ultimi due mesi da un punto di vista meteorologico. Episodi alluvionali a ripetizione, siccità e caldo anomalo coesistono in questo "fazzoletto" di mondo. 1/n
Partiamo dall'immagine del primo tweet: un vortice insistente sulla penisola iberica, tagliato fuori dalla circolazione zonale (ovest-est) da un robusto anticiclone. Si tratta di un "cut-off", del tutto simile a quello che nei giorni scorsi ha portato nubifragi sulla Francia...
...su parte del Nord Ovest e sulla Toscana occidentale. Vortice che nelle ultime 24 ore ha prodotto temporali devastanti nella regione di Valencia, con cumulati eccezionali, comparabili a quelli registrati sulla Francia meridionale a metà mese. Un sistema che ricorda...
Piogge cumulate tra domani (martedì) e giovedì sull'Europa. La prima fase piovosa sarà legata ad un vortice atlantico, la seconda al transito dell'ex uragano Kirk che si porterà rapidamente dalla Spagna settentrionale alla Svezia meridionale.
Queste le raffiche di vento previste dal modello. Si può notare il rinforzo dei venti in corrispondenza del passaggio del ciclone extratropicale (ex-Kirk).
Queste le cumulate attese tra domani e giovedì in Italia.
Piogge molto abbondanti al Nord (specie Alpi, Prealpi, Friuli e alte pianure in genere), sulla Liguria (soprattutto di levante) e sull'alta Toscana. Temporali anche forti sulle regioni del medio e alto versante tirrenico.
Pensare (thread).
A San Cassiano sul Lamone sono caduti complessivamente 353 mm di pioggia in 48 ore, in località Trebbio 304 mm, a Casola Valsenio 322 mm.
Si tratta di quantitativi di pioggia insostenibili per un reticolo fluviale medio-piccolo come quello dell'alta Romagna. 1/8
Ma lo sarebbero per molti altri reticoli fluviali in Italia e in Europa. Bisogna riflettere: 1. non è tanto la quantità di pioggia, ma in quanto tempo cade; 2. ci sono territori più vulnerabili di altri a parità di evento; 3. E' la terza alluvione in un anno e mezzo in Romagna;
4. Il calore in eccesso e la maggior quantità di vapore acqueo contenuta in atmosfera sono fattori che intensificano questi eventi; 5. Anche in questo caso una configurazione bloccata, figlia di flussi di calore e geopotenziali anomali sul Nord Europa (segue)