Chi è rimasto in Italia a combattere quella che molti chiamano "l'antica", "novecentesca" e "superata" lotta di classe? Apparentemente, l'ultimo romantico di questo conflitto è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
Ieri Bonomi ha fatto un discorso che si può senza dubbio definire novecentesco in cui ha rivendicato senza alcun timore quello che la classe imprenditoriale chiede al resto della società (glissando un po' su quello che promette di restituire)
Prima di tutto Bonomi chiede 25 miliardi di euro di "sostegno alla competitività", cioè sussidi alle imprese. Bonomi infatti è contrario ai sussidi (come vedrete tra poco), ma non a tutti i sussidi indistintamente
Poi Bonomi ha chiesto che alle imprese venga immediatamente restituita la possibilità di licenziare i lavoratori (e quindi la corrispondente cessazione della Cig? Non è chiarissimo). Tornare a licenziare i lavoratori serve, dice Bonomi, per "ristrutturare" e "assumerne di nuovi"
Per avere un'idea di quanto siano condivise queste proposizioni, al Financial Times le definiscono "intellettualmente disoneste ed economicamente pericolose". E al Financial Times non sono esattamente nemici del libero mercato
Bonomi chiede quindi che sia tolto l'obbligo alle imprese di agire da sostituti di imposta per i lavoratori, che dovrebbero d'ora in poi pagarsi le tasse da soli. Non dice se pensa che il denaro che le imprese risparmierebbero debba poi andare nelle tasche dei lavoratori
Richiesta, inoltre, scopertamente ideologica: è molto più efficiente infatti far pagare le imposte per tutti i lavoratori ai professionisti dell'impresa, piuttosto chiedere a ogni singolo lavoratore di sviluppare (o acquistare) le competenze per farlo
Bonomi dice poi che è contrario a un salario minimo superiore alla media, è contrario a statalizzazioni e dice che il ruolo dello stato dev'essere solo quello di regolatore del mercato (non posto articoli di Ft ed Economist che ricordano che il mondo sta andando dall'altro lato)
Infine, Bonomi ha lanciato un attacco contro il sistema dei sussidi che ha dato il nome al discorso: l'attacco contro il "sussidistan". A questo proposito, mi pare che abbia trovato paralleli interessanti @GGabbuti
In altre parole, dopo anni in cui la Confindustria si poneva come elemento in dialogo con il resto del paese, attenta agli interessi di tutti e allineata al clima di società priva di conflitti sociali degli ultimi 30 anni...
...oggi la guida degli imprenditori sembra tornata a presentarsi chiaramente come la protettrice tenace di una parte della società, in lotta con le unghie e con i denti per difenderne gli interessi. Se è un segno di forza o di debolezza lo sapremo solo in futuro
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Today, the first cycle of news about the Georgian election has closed. A lot could still happen (more on that later), but for now, the Georgian Dream victory looks consolidated. After almost two weeks in the country, here are some final thoughts 👇
Three days after the election, EU and international observers have conditionally recognized the results and seem ready to work with the new GD government. The US appears less willing to accept the results, but with their own election approaching, we shouldn't expect much action
The Georgian opposition refuses to accept the result and vows not to take their seats in parliament. This could lead to a constitutional crisis. Article 38 of the Constitution stipulates that parliament can exercise full powers only when ⅔ of elected MPs accept their mandates
Since I'm now on Russia's wanted list for visiting the Kursk-occupied region, along with many colleagues who did the same, I thought it might be interesting to translate in English my report from there.
A longish thread 🧵👇
The trip to Kursk starts in the Ukrainian city of Sumy, a quiet provincial city with 250,000 inhabitants before the war. To get there, you board an armored military vehicle and travel for a little less than two hours.
I've heard stories of very brave colleagues who, in the first days after the incursion, managed the trip alone in their own cars. Now, security is much tighter, and you need special permission and escort to visit.
Sono entrato nella regione russa di Kursk occupata dagli ucraini nel corso della loro incursione del 6 agosto per parlare con i civili russi.
Ecco cosa ho visto👇🧵
Per entrare nella regione di Kursk si parte dalla città ucraina di Sumy a bordo di un blindato dell'esercito di Kiev. I militari ci accompagneranno costantemente - anche se avremo l'opportunità di parlare da soli con alcuni civili
Il viaggio dura circa un'ora e mezza in cui osserviamo il paesaggio da dietro le feritoie protette da vetri antiproiettile. I militari sono preoccupati da possibili attacchi di droni e artiglieria e guidano il veicolo rapidamente, senza fermarsi
«Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale, dove ci state portando».
Piaccia o meno, con gli argomenti di Conte bisogna misurarsi sul serio. E lo devono fare soprattutto coloro che hanno davvero a cuore l'Ucraina.
Un thread 👇🧵
(video da @MarcoFattorini)
1/ Non importa se sono argomenti portati avanti in buona o cattiva fede. I timori di un'escalation militare e del taglio di una già risicata spesa sociale in nome del riarmo sono paure reali di una fetta rilevante del pubblico e come tali vanno affrontate.
2/ Se Conte, o chi per lui, dice: "Siamo spaventati, fermate il conflitto" la risposta non può essere: "Ma la colpa è di Putin!". Come risponde questo alla paura reale delle persone?
Il Washington Post pubblica un lunghissimo e dettagliato post mortem della controffensiva ucraina in due parti: è la più accurata ricostruzione degli eventi dell'ultimo anno resa pubblica fino a questo momento.
I punti chiave 👇🧵
1. Ucraina ed alleati hanno iniziato a preparare la controffensiva già l'anno scorso. La pianificazione è state estensiva, con settimane di wargame per simulare i possibili effetti dell'attacco e le reazioni russe.
2. Com'era già emerso nei mesi scorsi, ci sono state forti divisioni tra ucraini e alleati su come condurre la battaglia. A livello strategico/operativo: gli americani favorivano un'avanzata concentrata in un'unica direzione, l'asse sud Melitopol-Mar D'Azov
Pur di difendere i bombardamenti israeliani allo scopo di segnare qualche misero punto contro gli avversari interni siamo arrivati a giustificare i bombardamenti a tappeto della II guerra mondiale.
Un🧵per spiegare l'orrore di queste posizioni 👇
Partiamo da un presupposto: per gran parte dell'epoca moderna l'idea generale che avevano gli strateghi era che per vincere una guerra bisognasse essenzialmente sconfiggere l'esercito del nemico. I civili, ai militari, non interessavano più di tanto
Questo non significa che non ci fossero massacri e uccisioni deliberate. Ma la distruzione della vita civile non era considerato un obiettivo centrale del conflitto. Per ragioni pratiche, prima che umanitarie