Per problemi personali arrivo in ritardo sul caso #Tridico. Era ovvio fin dall’inizio che la storia si sarebbe sgonfiata. Ripercorrendo la mia timeline dei giorni scorsi, però devo dire di essere sorpreso dal fragoroso silenzio di molti colleghi (con alcune eccezioni) 1/n
Mi sarei aspettato che molti, compresi (soprattutto!) coloro che non condividono le opinioni di Tridico denunciassero un’imboscata giornalistica strumentale e un attacco personale inaccettabile. Da quello che leggo, ripeto con colpevole ritardo, questo non è avvenuto 2/n
Si può (anzi, si deve. È il sale del dibattito pubblico) non condividere le scelte di Tridico. O la sua gestione dell’INPS. O ancora il suo ruolo nel concepire e poi mettere in pratica il reddito di cittadinanza. 3/n
Ma possibile che la legittima critica delle sue azioni accechi fino al punto di non sentire di dover fustigare la sciatteria (se non il dolo) di un giornalismo da osteria che aggredisce un collega? Al contrario, ho visto serpeggiare un po’ di ironia e di soddisfazione. 4/n
Per fare un esempio, è possibile che Boeri, che sicuramente conosce le modalità di determinazione della remunerazione del presidente INPS non abbia sentito il bisogno di intervenire in difesa del suo successore, pur non condividendo nessuna delle sue convinzioni o azioni? 5/n
Siamo arrivati al punto che, anche tra accademici, tutto fa brodo pur di mettere in difficoltà coloro con cui si è in dissenso in una discussione di politica economica. 6/n
Dopotutto, se si è convinti della giustezza delle proprie critiche, non si dovrebbe aver bisogno, per "vincere" la polemica, che l'avversario sia trascinato nel fango (oltretutto senza ragione)
Così il dibattito si imbarbarisce. E perdiamo tutti end/
Sono felicissimo di essere smentito: Boeri ha preso le distanze dall’attacco a Tridico. Chapeau. Spero altri lo seguano
Ancora una volta “le elezioni si vincono al centro” ha mietuto una vittima eccellente
Il problema dei cosiddetti progressisti è che pensano ancora di vivere nel mondo dell’elettore mediano, in cui si vince al centro e gli estremi seguono per abitudine o mancanza di alternative
1
Ma l’ultimo quarantennio ci ha lasciato una distribuzione degli elettori bimodale. Classi medie maltrattate si sono spostate verso gli estremi.
La destra ha seguito gli elettori e radicalizzato il suo discorso, aumentando i consensi.
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La “sinistra”è rimasta a presidiare un centro dove non ci sono più elettori, finendo necessariamente per rappresentare solo le élites benestanti e provare a limitare i danni giocando sulla paura dell’uomo nero (Berlusconi, Trump, Le Pen, Orbán; la lista è lunga)
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1/
A proposito di #Macron che secondo la narrazione italica prevalente avrebbe fermato i fascisti a petto nudo e con sprezzo del pericolo, credo sia utile qualche elemento di riflessione.
🧶
2/ #LePen lavorava al 2027. La scelta del grande stratega di indire le elezioni anticipate ha fatto balenare la vittoria oggi. Non è andata, e lei torna a pensare al 2027
In condizioni, se possibile, anche migliori. Come ha detto lei , la marea sale. E anche parecchio, purtroppo
3/ #Macron si trova con una pattuglia parlamentare fortemente ridotta, con l'#RN che certo non fa bene come prevedevano i sondaggi, ma che sale al 34% di voti e incrementa di 50 deputati la sua rappresentanza, con il #NuovoFrontePopolare primo gruppo parlamentare.
Fatto enunciato dai ricercatori FMI: L'#inflazione è attribuibile a profitti e costi delle importazioni (poco al costo del lavoro).
Questo può essere spiegato da un aumento dei #margini (non evidente sia pur presente in alcuni settori importanti) ma non necessariamente 2/
E qui scatta la cortina fumogena: a chi ritwitta i risultati del Fondo si urla"non conosci l'economia, i margini sono costanti"!
Scopo della cortina è ovvio: trasformare il dibattito in un match per o contro il capitalismo.
Se noti i profitti elevati sei nemico delle imprese
3/
Il ministro @AndreaOrlandosp è crocifisso dal twitter nostrano per un'affermazione tanto banale quanto vera
La restrizione monetaria rende molto più difficili gli sforzi che gli Stati fanno (io direi dovrebbero fare). 1/
Perché l'affermazione è banale e veritiera? Una restrizione monetaria
a) riduce la domanda aggregata, già in caduta per il crollo di salari
b) rende più complicate le politiche di bilancio a supporto dell'economia
c) crea problemi al settore finanziario ft.com/content/2d79d1…
2/
La risposta del twitter nostrano è che Orlando non conosce l'economia: Il tapino non sa che qualunque sia l'origine dello shock, una volta che imprese e lavoratori aumentano i salari attendendo inflazione, si innesca una spirale prezzi-salari (anni 70 o il Venezuela, a scelta)
3
#LucioCaracciolo ha ritenuto che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina, sbagliando. Questo agli occhi dei tifosi da stadio è abbastanza per screditarlo
Ora, un'analisi fondata e accurata può portare a previsioni erronee. Questo non la rende meno accurata né meno utile a capire
Invece, nessuno si confronta con le sue riflessioni sulle cause della crisi e sulle possibili vie d'uscita: è più facile schernire e delegittimare. Siamo in guerra, cribbio!
Siamo agli antipodi di una discussione seria con punti di vista diversi e ugualmente legittimi
Ma si va oltre Caracciolo. Chiunque cerchi di capire cosa succede e come se ne possa uscire, è costretto ad iniziare premettendo che Putin è un criminale, se no viene bollato come Putinversteher
Sembra di stare in un documentario dell'Istituto Luce.
Qualche settimana fa, di fronte al ritorno dell'inflazione molti chiedevano politiche monetarie più restrittive
un esempio qui: lavoce.info/archives/90120…
1/
Alcuni di noi obiettarono sommessamente che se il problema sono colli di bottiglia e o fattori settoriali (temporanei o meno), la restrizione monetaria ci darebbe recessione CON inflazione.
Supply-side inflation non può essere affrontata con politiche restrittive demand side
2/
La risposta deve venire da politiche settoriali mirate, FISCALI quindi, per ridurre i colli di bottiglia.
Gli strumenti possibili sono vari e ad orizzonti diversi: investimenti (pubblici e privati), incentivi, regolamentazione, misure amministrative
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