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Croce e Gentile hanno tutta questa colpa nel primato della cultura classica che, si dice, rovina la società italiana?
Ho risposto in più occasioni a diverse accezioni di questa domanda che continua a riproporsi. Metto insieme qui gli elementi fondamentali
1) Parto dalla più stupida (eppure tanto comune) delle obiezioni alle loro figure stesse: si sono interessati "solo" alla filosofia, alla storia, alla letteratura, se si fossero interessati alla scienza sarebbe stato diverso. Sì, sono stati umanisti di rilievo internazionale...
...nel '900, e pensare che potessero e dovessero essere qualcos'altro a quel livello è stupido, e detto solo da chi a quel livello non può evidentemente essere niente. Detto questo, il loro interesse per dibattito scientifico era tutt'altro che assente... treccani.it/enciclopedia/e…
...(qui giusto due titoli) 2) Ma dovevano, soprattutto Gentile che ne ha avuto la possibilità, proporre una scuola diversa, meno incentrata sulla tradizione classica, con curricoli più vari e aperti... amazon.it/Gentile-matema… ibs.it/tra-scienza-le…
Forse sì. Del resto come dicevo ieri le alternative non erano mancate. Ma della riforma del 1923, che sembra l'origine di tutti i mali, non si considerano aspetti fondamentali. Il primo è che non introduce essa il primato della formazione classica...
...quello era già tipico della proposta casatiana, che derivava dai modelli internazionali più forti (soprattutto il liceo napoleonico), a loro volta rielaborazione della ratio studiorum gesuitica, e considerati anche da importanti scienziati (nella commissione per la Casati...
...c'era un giovane Quintino Sella) come LA strada per la formazione verso un sapere ancora non specializzato in linguaggi e riferimenti (si pensi all'uso degli Elementi di Euclide per lo studio della matematica che caratterizzava l'800 europeo). Nel primo dopoguerra...
...non si tornò agli antiqui mores solo in Italia ma in tutta Europa, e anzi la riforma Gentile rappresentava al principio un rafforzamento nella scelta e nella presenza territoriale dei corsi "inferiori", proprio per dare adeguato rigore selettivo alla strada "regina"...
Certo, il tutto in un'ottica essenzialmente gerarchica, che però appunto non era isolata. Gli equilibri ricominciarono a cambiare nella direzione già accennata a inizio secolo soprattutto con gli anni '30, e poi ovviamente nel secondo dopoguerra, anni in cui Gentile...
...poco o nulla poteva fare (spesso essendo già morto), e che scontavano soprattutto l'assenza di un organizzatore di cultura del suo calibro a riformare la scuola. 3) ma quindi è stata proprio la zavorra dei dioscuri del neoidealismo a fermare un rinnovamento curricolare!
Questo è vero, in parte: sicuramente facevano riferimento all'orizzonte gentiliano i conservatori che nel secondo dopoguerra hanno frenato ogni azione riformatrice. E' però vero anche il contrario; l'influenza neoidealista era così pervasiva che caratterizzava anche...
...il profilo dei più radicali innovatori, come il più influente didattico della matemarica italiano nel dopoguerra, Lucio Lombardo-Radice, figlio del più stretto collaboratore di Gentile nel 1923, e tutta la scuola dei deweyani fiorentini, da Codignola a Borghi
Se per tanti anni ebbe successo una soluzione di scarso impegno riformatore, non si dovette al fatto che chi frenava era più crociano o gentiliano degli altri, ma al fatto che per almeno due decenni (e poi ancora) le condizioni politiche favorivano l'inerzia
4) E allora perché siamo tanto indietro nelle competenze matematiche e scientifiche e i nostri diplomati che scelgono discipline scientifiche per la laurea sono così pochi?
Ma di tutto questo siamo sicuri, dati alla mano, chiedo io?
I dati OCSE ci dicono che abbiamo...
...pochi studenti universitari e pochi laureati, ma la loro suddivisione disciplinare non si discosta granché dalla media. Che poi possa essere meglio avere una distribuzione che privilegi le cosiddette discipline STEM più della media, o al loro interno... oecd.org/education/educ…
...un maggior favore per le discipline teoriche rispetto a quelle applicative, per conservare il livello di sviluppo che abbiamo acquisito negli anni, può anche essere, ma bisogna riflettere su un punto: quando a 14 anni gli studenti scelgono l'indirizzo scolastico...
...i curricoli caratterizzati in senso tecnico-scientifico (liceo scientifico e istituti tecnici, per intenderci) sono di gran lunga maggioritari; se queste scelte venissero semplicemente confermate all'università saremmo a cavallo. E invece no, perché come abbiamo detto...
...tanti che in un paese sviluppato dovrebbero fare l'università non la fanno, e quelli che la fanno provenendo da un istituto tecnico spesso preferiscono avventurarsi in un percorso umanistico o di scienze sociali (anche se a volte non hanno solide basi per seguirlo da subito)
Questo ci porta al problema fondamentale: il nostro sistema scolastico non è particolarmente classicistico e passatista, caso mai è ancora poco inclusivo e conserva gerarchie fondate sulla volontà di selezionare più che di promuovere
Perché altrimenti, come dicevo tempo fa, una scuola che funziona attrezza gli studenti anche al quantitative reasoning qualsiasi siano le scelte disciplinari caratterizzanti del curricolo
L'eredità gentiliana che dobbiamo combattere, se c'è, è questa. Il punto è che a troppi di quelli che si lamentano la scuola che sembra una via crucis perché "devono uscire i migliori" sembra piacere più del greco
Vale la pena di ricordare che la New School nasce dalla protesta di un gruppo di docenti della Columbia per l'allontanamento di un loro collega fortemente critico della scelta di entrare nella Grande guerra presa subito foto la rielezione dal presidente Wilson/1
(influente accademico di Princeton, che trovava nei colleghi degli atenei maggiori una fondamentale base di consenso, come si sarebbe visto col coinvolgimento nelle trattative di pace di quello che sarebbe divenuto il Council on Foreign Relations)/2
Istituto incentrato per quasi 15 anni dopo la sua nascita nel lifelong learning e nella formazione accademica adulta dei professionisti di Manhattan (attività ancora molto presente nella sua offerta, ad es. coi corsi intensivi di lingue)/3
La sparata di Galli della Loggia sull'accesso all'università dei diplomati è almeno servita a evidenziare che ci sono idee molto poco chiare su come questo aspetto cruciale della legislazione scolastica italiana si è sviluppato. Vediamo di mettere le cose a posto con un THREAD 👇
Tanto per cominciare, EGDL fa riferimento alla cosiddetta legge Codignola dell'11 dicembre 1969, che sanciva la possibilità di iscriversi a qualsiasi corso di laurea a tutti i diplomati di un corso secondario superiore quinquennale (o quadriennale + anno integrativo)
Nell'immaginario collettivo di chi era allora studente o giovane laureato rimasto a bazzicare le aule per ambizione accademica (come EGDL, appunto), quel provvedimento aprì le gabbie a una iscrizione indiscriminata all'università...
Se nel 2023 si usa ancora il concetto di "fake news" come se fosse lo strumento più efficace per spiegare quel che abbiamo davanti, neanche fossimo dieci anni fa, il risultato non può essere che questo
Al di là del Molinari in sé, in generale è ormai insufficiente fare riferimento alle "fare news", ovvero prodotti confezionati ad arte da centri estranei all'informazione "ufficiale" che sfruttano la viralità social
Ormai dovremmo avere visto che questa separazione delle sfere, con cui si tendeva a salvaguardare l'immagine di una professionalità che credevamo abbastanza solida, è impalpabile
Nulla cambia nella valutazione generale del Fanfani IV, ma vale la pena precisarlo. La legge sulla scuola media unificata (che peraltro jon prolunga l'obbligo scolastico, fissato a 14 anni da Gentile, ma impone che si assolva in scuole uguali per tutti) è del 31 dicembre 1962 👇
A giugno però qualcosa di importante succede davvero: il ministro democristiano della Pubblica istruzione (allora il ministero si chiamava ancora come doveva) e il responsabile scuola del PSI si accordano sullo stralcio del piano decennale del 1958
Opera di un altro governo Fanfani, quello precedente al colpi di coda doroteo del 1959, il piano decennale era stato duramente criticato dal PSI. Dopo anni di agognate riforme senza spese, la crescita economica partoriva le spese senza riforme, si diceva
Da oggi è disponibile in full open access l'ultimo numero della rivista di @Siped_Italia, dedicato alla valutazione nella e della esperienza di formazione. Uno dei temi emergenti nel dibattito pedagogico, spesso trattato a sproposito dal senso comune 👇 ojs.pensamultimedia.it/index.php/sipe…
Uno sguardo ai saggi, diversi per orientamento e carattere metodologico, permette di comprendere rapidamente la distanza ormai consumata rispetto al modo di trattare la questione, anche in molti uffici ministeriali 👇
Da un lato, si avverte lo sforzo partecipato e finanche "militante" di rendere il processo valutativo uno strumento a sostegno del processo di apprendimento e di formazione, attraverso l'innovazione didattica e l'analisi delle risultanze raccolte sul piano sperimentale
Dire a qualcuno che "dovrebbe parlare solo di fisica" fa ridere quasi quanto dire a Barbero che "dovrebbe parlare solo di Medioevo", come se proprio su quegli studi non si fondasse un'opinione informata, e quindi degna di essere ascoltata anche se non condivisa, sull'attualità 👇
Nel '900 l'impegno degli scienziati per la pace e la distensione è stato significativo, e soprattutto quello dei fisici, quelli che per uno di loro, Robert Oppenheimer, con l'atomica "avevano conosciuto il peccato" vedendo la loro disciplina diventare arma di distruzione
Da Einstein a Frédéric Joliot-Curie, principale animatore francese dei Partigiani della pace in Francia negli anni '50 e per questo rimosso da molti incarichi scientifici, a Fuchs che addirittura passò a Mosca studi sulla bomba H per riequilibrare...