La prevedibilissima seconda ondata di casi di COVID-19 e’ in corso e si discute se chiudere di nuovo le scuole in Italia. Sarebbe un fallimento enorme dato il tempo che c’e’ stato per prepararsi alla situazione. Fallimento prima di tutto del governo. 1/n
Vi offro qualche riflessione da semplice genitore a Seattle, dove le scuole sono chiuse da marzo ed e’ stata presa in agosto la decisione che il nuovo anno scolastico sarebbe partito online. 2/n
E’ un anno sabbatico per me. Prima che esplodesse la crisi del virus, io e la mia famiglia pensavamo che ne avremmo passata buona parte in Italia, nel nostro rifugio tra i castagni, mandando i bambini alle scuole del paese, dove hanno gia’ tanti amici. 3/n
Poi e’ arrivato il virus e ha fatto deragliare tutti i nostri piani. Per tutto agosto e anche all’inizio di settembre, abbiamo considerato se venire in Italia comunque. Alla fine siamo ancora a Seattle. 4/n
Una parte importante della decisione di non venire in Italia e’ stata l’impossibilita’ di capire come avrebbero funzionato le scuole per i bambini: di persona? Online? E qual era il piano per la didattica online in caso di chiusura delle scuole dopo un inizio in classe? 5/n
Leggevo di banchi con le ruote, ma nessuno che sapesse dirmi nulla. Nessuna risposta a molteplici messaggi inviati all’ufficio responsabile. 6/n
Qui l’anno scolastico e’ partito online e sappiamo tutti quanto stanno perdendo i bambini. La situazione dei contagi a Seattle e nello stato di Washington e’ molto migliore che in tanti altri stati e spero lo rimarra’. 7/n
Forse avere rinunciato alla scuola in presenza ha avuto un ruolo in questo, forse no. Non e’ quello su cui desidero condividere la mia opinione. 8/n
Quello che pero’ tengo a dirvi e’ che mi sembra che qui il distretto, le scuole e gli insegnanti stiano facendo un lavoro eccezionale col prodotto online. Mi sembra tutto ben organizzato, coordinato, eseguito. 9/n
Probabilmente meno che avrebbero imparato in classe, ma mi sembra che i nostri bambini stiano imparando e che i loro insegnanti stiano facendo un gran lavoro anche per offrire forme creative di socializzazione online. 10/n
Insegnanti, presidi e il distretto ci tengono informati. Abbiamo molteplici opportunita’ di conversazione a differenti livelli. 11/n
Insomma, c’e’ la sensazione di stare ricevendo il miglior servizio possibile date le circostanze, un servizio che e’ stato organizzato nei dettagli da tempo e viene discusso, aggiornato, e ri-coordinato in corso d’opera se necessario. 12/n
Tutti i bambini hanno ricevuto un laptop dalla scuola; per tutti, se necessario, e’ disponibile aiuto, anche finanziario, per affrontare problemi di servizio internet, come usare gli strumenti, eccetera. 13/n
Ecco, la mia preoccupazione per i bambini e gli adolescenti in Italia e’ di vedere lo stesso dilettantismo, la stessa approssimazione di cui Azzolina e Arcuri sono esempi lampanti applicati ad un’eventuale transizione alla didattica online se fosse di nuovo necessaria. 14/n
Oltre al fallimento di essere alla seconda ondata senza i preparativi che avrebbero consentito di tenere aperte le scuole, ci sarebbe il fallimento ulteriore di dover di nuovo contare solo su risorse e creativita’ di singole scuole e insegnanti per il servizio agli alunni. 15/n
Pur con tutto l’impegno e grandissima professionalita’ di tantissimi insegnanti e presidi, se penso alle scuole del mio amato paesino tra i castagni, alla distanza e alle montagne tra le case di tanti bambini e la scuola, mi viene da piangere. 16/n
Spero con tutto il cuore che presidi e insegnanti abbiano fatto tutti i piani e preparativi che non ho fiducia siano stati fatti da governo e regioni. 17/n
Spero che, se sara’ necessario, le scuole abbiano le risorse per offrire ai loro alunni quello che penso i miei bambini stiano ricevendo a Seattle. 18/n
E’ lontano da quello che io e K vorremmo che i nostri bambini potessero avere, ma temo sia molto, molto meglio di quello che avrebbero tanti bambini in Italia. Spero tantissimo di stare sbagliando. 19/19
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I read threads and tweets about the burden imposed on Italy by austerity and the “refreshing” perspective of those who want more intervention of the state in the Italian economy, and I shudder. 1/n
Here is some “fun,” first-hand experience with how the state works in Italy. 2/n
Last summer, when I was in Italy with my family, our Italian car needed to undergo an inspection to verify that it was in good conditions. 3/n
io mi accontenterei di avere uno Stato efficiente e onesto, che fornisca servizi pubblici essenziali all’altezza delle tasse che chiede di pagare, premi il merito, faccia rispettare regole chiare a tutti e non contribuisca a una cultura dove concorrenza = Il Male. 2/4
Non so se l’Italia abbia mai avuto questo tipo di Stato. Sicuramente non dagli anni 80 in avanti. Ecco, io vorrei vedere cosa potrebbe essere il nostro Paese con lo Stato che non ha (mai?) avuto prima di tornare a IRI e nazionalizzazioni varie. 3/4
On balance, it is a stinking, utterly counterproductive mess. I think some of the points made in its main body would deserve discussion that could even be very interesting and beneficial to all parties. 2/n
But everything is overshadowed by a title and a set of questions that contain an amazing, utterly poisonous degree of arrogance. And this makes the post a steaming mess. 3/n
A US administration whose incompetence is borderline criminal squandered the time bought by the experiences of China, Italy, and other countries instead of working seriously to prepare for what was coming. 1/n
We are now staring at the prospect of the US economy and society having to go into the type of lockdown that Italy has already been experiencing for days, with costly consequences of all types. 2/n
We all would have liked the US to start stockpiling test kits immediately, to prepare drive-through testing stations, to find the way to use technology, to implement the type of response that has been very successful in Korea. 3/n