<<Care Cittadine e cari Cittadini!
è tradizione del nostro Paese che il Presidente della Repubblica, alla fine del vecchio ed alla vigilia del nuovo anno, rivolga un messaggio alla Nazione.
Ma di tradizione pur sempre si tratta e non di legge imperativa:
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e ad essa, per seri motivi, è legittimo, anzi può essere, come nel caso presente, puranco doveroso, derogare.
Nei tempi attuali e nel delicato momento presente, il mio messaggio, il messaggio del Capo dello Stato, rappresentante dell' Unità Nazionale,
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non potrebbe e non dovrebbe giammai essere un evento soltanto formale, quasi un mero rito di circostanza.
Non certo mancanza di coraggio o peggio resa verso le intimidazioni ma il dovere sommo, e direi quasi disperato, della prudenza sembra consigliare di non dire,
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questa solenne e serena circostanza, tutto quello che in spirito e dovere di sincerità si dovrebbe dire; tuttavia, parlare non dicendo, tacendo anzi quello che tacere non si dovrebbe, non sarebbe conforme alla mia dignità di uomo libero, al mio costume di schiettezza,
ai miei doveri nei confronti della Nazione.
E questo proprio ormai alla fine del mio mandato che appunto va a scadere
Questo comportamento mi farebbe violare il comandamento che mi sono dato, per esempio di un grande Santo e uomo di stato,
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ed al quale ho cercato di rimanere umilmente fedele: privilegiare sempre la propria retta coscienza, essere buon servitore della legge, ed anche quindi della tradizione, ma soprattutto di Dio, cioè della verità.
Ed allora mi sembra meglio tacere.
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Vi sarà certo altra più appropriata occasione per farvi conoscere il mio schietto pensiero ed i miei propositi.
Mi duole di avervi forse deluso Ma sono certo che voi, gente comune del mio Paese, vorrete comprendermi e, se lo ritenete, anche perdonarmi.
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Non voglio però farvi mancare questa sera, che spero di gioia e di serenità, il mio sincero e caloroso augurio.
A voi tutti, cittadine e cittadini delle cento città, delle mille contrade di questo meraviglioso Paese, con animo fraterno e sincerità di cuore,
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formulo i più fervidi voti augurali di benessere e di serenità, per voi e per l' intera comunità nazionale.
Per la nostra Repubblica auspico ed alla nostra comunità civile auguro un anno di forte impegno nella libertà e nel coraggio,
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per il rinnovamento della società e per la riforma delle istituzioni democratiche e repubblicane, per mandato di voi, il popolo italiano, e con la vostra sovrana sanzione.
Che Iddio protegga e benedica l'Italia.
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Viva l' Italia!
VIVA LA REPUBBLICA!>>
Francesco Cossiga - 31 Dicembre 1991
No, non è Sergio #Mattarella
Ma potrebbe prendere spunto...
Il naufragio della Katër i Radës è avvenuto il 28 marzo 1997.
La nave era in fuga dall'Albania in rivolta con 120 profughi quando entrò in collisione nel canale d'Otranto con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana.
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A causa della collisione tra la Katër i Radës e la Sibilla (che aveva il compito di impedire qualunque approdo sulla costa italiana)
morirono 81 persone e 24 risultano disperse.
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Il Presidente del Consiglio in carica era Romano Prodi (18 Maggio 1996 - 21 Ottobre 98)
Era un governo “di sinistra” con ben 9 ministri e 23 sottosegretari del “Partito Democratico della Sinistra”
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