(1) Come ricorda il comunicato stampa della Corte, l'ordinanza di oggi è importante innanzitutto da un punto di vista processuale, ma che cosa ci dice davvero sui rapporti tra Stato e Regioni nella pandemia? Ancora poco, ma qualcosa forse se ne può trarre.
(2) Il ricorso verte su una legge valdostana attributiva di poteri di ordinanza al Presidente della Regione in deroga a dpcm e ordinanze dello Stato. La Regione VdA (al pari della Provincia autonoma di Bolzano) ritiene di avere competenza statutaria a tale riguardo.
(3) Nessun'altra Regione ha approvato leggi di questo tipo, non godendo di alcuna esplicita base statutaria per farlo. Tutte le Regioni dispongono quindi di poteri di ordinanza in materia sanitaria sulla base della sola legge dello Stato.
(4) La legge statale, più volte integrata dai decreti-legge dell'emergenza, dispone, in estrema sintesi, che poteri di ordinanza regionale possano essere esercitati in deroga soltanto qualora rechino misure più restrittive di quelle stabilite da ordinanze e dpcm statali.
(5) La legge VdA deroga a quanto stabilito da legge statale e consente a Pres. Regione adozione ordinanze meno restrittive. Può farlo? Pare di no, perché disciplina legislativa dei poteri di ordinanza rientra nella materia profilassi internazionale di competenza esclusiva Stato.
(6) Né lo Statuto (speciale), né tantomeno il Titolo V possono quindi fondare la competenza delle Regioni a disciplinare in maniera diversa dalla legge statale i poteri di ordinanza del Presidente della Giunta.
(7) Questo significa che tutte le ordinanze in deroga delle Regioni sono in violazione di legge? Ovviamente no. Solo quelle che dispongono misure meno restrittive, fintantoché la legge statale così dispone. Come dice la Corte essa "non preclude diversificazioni regionali".