La vittima nell'arena di Giletti messa di fronte alle gigantografie in stile Warhol dello stupratore. Un'immagine che riassume come il caso #genovese si sia trasfomato in un sabotaggio mediatico della lotta contro la violenza di genere. 1/1
Viene trattato prevalentemente nell'infotainment di @nonelarena e @QuartoGrado. Format funzionanti sulla curiosità morbosa e l'equivalenza delle opinioni offerte al pubblico. Peggio ancora - sostituzione del processo. 2
La foto rappresenta plasticamente una situazione di vittimizzazione secondaria della vittima. Per rendere credibile la sua testimonianza deve ripeterla con davanti la foto del suo seviziatore e in presenza dei suoi sodali. 3
La forma della narrazione viene quasi esclusivamente dettata da uomini. Sia nel caso dei conduttori dei programmi di infotainment sia negli articoli di giornali. 4
Due giovani donne hanno denunciato gli abusi di Genovese. Gli articoli dei giornali si basano su una nuova puntata di @nonelarena. Che si rifà a un servizio uscito sul magazine "Men on Wheels, Manuale per uomini veloci" @mowmag! 5
Questa e altre foto riprese da tutti media delle due donne che hanno deciso di denunciare Genovese sono nel canone dei servizi glam di una rivista maschile. Giovani, belle, con le camicie bianco candido, ma smorfie un po' ribelli e un po' seducenti. 6
Queste donne hanno scelto dove apparire e come presentarsi. Una scelta che va rispettata. Perché la questione di fondo non riguarda loro singolarmente. 7
Riguarda l'assenza totale di uno spazio mediatico in Italia dove si possa seriamente, autorevolmente parlare di violenza di genere. E dove a farlo - come croniste e come commentatrici - siano delle donne. E delle femministe. 8
Perché "femminismo" significa semplicemente possedere gli strumenti per riconoscere e denunciare la violenza di genere e i meccanismi per riprodurla o banalizzarla nel discorso pubblico. 9