Un anno fa l’Italia scopriva l’esistenza di #Codogno, un posto che per me è sempre esistito, perché fa parte del mio Dna. Madre è nata lì, l’unica dei quattro fratelli a essere partorita nell’ospedale (quello del paziente 1, Mattia), perché nonna sentiva “fosse meglio così”.
Zii e cugini sono stati i primi a conoscere cosa fosse un lockdown. E la mia famiglia, piuttosto fortunata pensando a come si sono messe le cose in quest’anno, ha avuto solo due lutti, due mie prozie molto molto anziane.
#Codogno è un posto di case gialle e mattoni rossi, che pure per questo mi sono nel cuore. Da piccola era complicatissimo spiegare agli altri bimbi cosa e dove fosse questo posto. Era ancora provincia di Milano (non esisteva ancora quella di Lodi), ma con un prefisso diverso.
I miei nonni vivevano in viale Risorgimento. Dalla loro casa si sentivano passare i treni, alcuni velocissimi, quelli che andavano verso sud e pure in Sicilia, l’altra parte di me.
Nella stessa via c’è una villa bellissima, Villa Bianciardi. Io e mio fratello inventavamo storie assurde sui suoi presunti abitanti. Da piccola mi pareva una delle poche cose belle che lì, ora so che c’è tantissimo per me, insieme alle case gialle e ai mattoni rossi.
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