Bassano del Grappa.
Guardate che bella e ridente cittadina è oggi, che bel viale hanno i nostri figli e nipoti.
Noi l’abbiamo visto l’ultima volta nel Settembre del ‘44, ci hanno fatto “sfilare” lì per 22 ore di fila.
Ma non è stato un bello spettacolo, proprio no.
Eppure anche i maestri furono “invitati” a portare le classi a vederci, gli alunni dovevano imparare.
Ma facciamo un passo indietro.
Il massiccio del Grappa è tristemente noto per i fatti della Iª Guerra mondiale: un eccidio in una logorante guerra di trincee, cecchini e mortai.
Il Monte Grappa è in una posizione strategica, dalla cima si controllano le vie d’accesso dall’Austria e Germania verso Vicenza e Padova, verso la pianura.
Le vie attraverso le quali i tedeschi passavano con truppe fresche, armi e rifornimenti.
In quel Settembre del ‘44 eravamo circa in 1.200 partigiani sparsi lungo le pendici del Grappa: sbandati dopo l’armistizio, renitenti alla leva della RSI, studenti, operai e contadini oppressi dal fascismo.
Tantissimi giovani.
Le nostre erano azioni di disturbo ai convogli militari: eravamo in tanti ma pochissimo armati, senza un unico comando, senza un coordinamento fra noi.
Però davamo fastidio ai tedeschi, così tanto che il 21 Settembre del ‘44 partì l’operazione Piave.
Il Piave lambisce sulla destra le pendici del Massiccio del Grappa.
Fatto sta che interi battaglioni tedeschi e migliaia di camice nere, provenienti dalle città della pianura, accerchiarono completamente il Monte Grappa.
142 Km. di strade.
E risalirono verso noi.
Fu un rastrellamento molto rapido, non eravamo in grado di resistere a tale dispiegamento di forze. Fummo annientati completamente.
I più fortunati di noi caddero in combattimento, circa 70 dicono, ma furono senz’altro di più.
E i meno fortunati?
Quelli che furono catturati furono poi torturati, e dopo un processo sommario fucilati per diserzione o per tradimento. In molti furono deportati.
Noi invece fummo i più sfortunati, quelli “messi in bella vista” per i civili e i ragazzi.
Solo a Bassano ci hanno impiccati in 31, e lasciati lì per 22 ore. Dovevamo far vedere agli italiani cosa succede a chi si ribellava ai nazisti e fascisti.
Ma in tutti i paesi attorno al Grappa impiccarono e appesero qualcuno di noi.
Sempre a scopo educativo si intende.
Sono talmente tanti gli episodi del genere accaduti dal ‘43 in poi che è impossibile conoscerli tutti.
Ogni giorno se ne scopre di nuovi, di una brutalità tale che va oltre una qualsiasi idea di guerra.
Eccidi, stermini, vendette senza senso.
Il trionfo del male.
L’inferno.
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Il filo di Arianna.
Il vittimismo fa parte essenziale di una cultura populista, basti pensare al successo elettorale dei primi grillini ottenuto con la promessa di eliminare i privilegi dei politici e di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. 1/n
Chiaramente era un inganno, tutta fuffa e propaganda, i privilegi i grillini se li sono tenuti ben stretti.
Promettere e non mantenere.
Per questo parlo del filo di Arianna, la più fidata consigliera della sorella: promesse fatte in campagna elettorale e poi mai mantenute.
2/n
E il filo di oggi è lo stesso di un rotolo dipanato per la prima volta durante la marcia su Roma del ‘22.
Sì, perché il più famigerato soggetto populista risponde al nome di Benito Mussolini, responsabile del periodo più nero e tragico dell’Italia.
3/n
Vannacci fonda un nuovo movimento politico, si chiamerà ' "NOI CON VANNACCI".
Programma?
"I miei amici camerati ex militari faranno quello che devono fare.”
Si è forse messo in testa di imitare Borghese?
Nel 1970 il neofascista Junio Valerio Borghese tentò un colpo di Stato⬇️
Borghese era stato il comandante della X Flottiglia MAS dal 1º maggio 1943 e dopo l'8 settembre 1943 con il proprio reparto aderì alla RSI.
Fondò in seguito il Fronte Nazionale che addestrava gruppi clandestini armati, supportati da settori delle Forze Armate.⬇️
Il piano prevedeva un’azione armata simultanea che avrebbe occupato diversi ministeri, la RAI e tutte le fonti di informazione. All’azione sarebbe seguito un proclama ritrovato fra le carte di Borghese. ⬇️
Non è vero che sotto il fascismo non si votava più: il 24 marzo del 1929, al termine della legislatura, gli italiani andarono di nuovo alle urne.
La scheda era quella nella foto, la lista dei parlamentari era stata fatta dal Consiglio del PNF 1/4
Si poteva solo dire se si era d’accordo o no.
Tutto molto bello vero?
Vinse il SI con il 98%.
Nel ‘34 idem, il SI vinse con il 99,85%.
Nel ‘39 le camere furono sciolte e il PNF nominò direttamente i parlamentari.
Palazzo Braschi Roma 1934 2/4
L’esclusione dal voto delle donne, l’esclusione di chi non apparteneva a certe categorie o pagava almeno 100 Lire di tasse, la propaganda martellante e le intimidazioni ai seggi, oltre ai brogli, resero possibile questo successo elettorale.
Palazzo Tenta, Bagnoli Irpino 1929. 3/4
Salvini chiude il comizio a Milano con ‘Generale’ di De Gregori in omaggio a Vannacci.
La mia prima reazione è stata pensare che siamo veramente al livello da bambini dell’asilo.
Risultato?
Tutti i presidenti di Regione, Zaia per primo, incazzati.
1/4
Alla domanda a Zaia se ha salutato Vannacci la risposta è stata: “Mia madre mi ha insegnato che per educazione bisogna salutare tutti”.
Inoltre come al solito Salvini dimostra di non capire nulla.
Lui vuole ripristinare il servizio di leva e la canzone dice il contrario.
2/4
Infatti è un testo autobiografico in cui racconta della felicità nel tornare alla vita normale di un militare che ha passato le notti (crucche e assassine) a fare guardie inutili.
Non solo.
È un testo polemico anche contro le idee che piacciono a Meloni.
Infatti le parole…
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In Tajkistan negli ultimi 30 anni molti cittadini hanno preso il passaporto russo, principalmente per motivi di lavoro essendo il paese retto da una dittatura che governa da 32 anni.
È fra i più poveri del mondo e lo stipendio dei pochi lavoratori si aggira sui 100$. 1/n
Fino al 2102 i lavoratori tagiki all’estero erano circa 1 milione e mezzo su una popolazione di 7 milioni di abitanti, alcuni in Uzbekistan e persino in Corea, ma la stragrande maggioranza in Russia.
Fino al ‘92 il Tajikistan era invece una regione fiorente, sotto l’URSS.
2/n
Da qui il desiderio di molti abitanti di ritornare sotto l’ombrello russo, anche perché i servizi sociali sono allo sbando, e anche in questi giorni in molte zone del paese l’elettricità è razionata.
Putin prima della guerra con Kuev visitava il paese 5-6 volte all’anno. 3/n
Era il 1948, migliaia di ebrei stavano arrivando a Tel Aviv, da tutto il mondo.
È l’anno in cui l’esercito israeliano ha cominciato ad occupare i villaggi della Palestina, dove famiglie arabe vivevano lì da 40 generazioni.
Il campo profughi di Jenin, aperto nel ‘53. 1/n
Vecchi, donne e bambini vivevano in tende, inviate da Giordania, Iraq e altri paesi arabi.
Aspettando di tornare ai loro campi, alle loro case.
Dopo il Luglio ‘48 seppero che il mediatore svedese delle Nazioni Unite, il conte Folke Bernadotte sosteneva una tesi: 2/n
“Sarebbe un'offesa ai principi elementari della giustizia se a queste innocenti vittime del conflitto fosse negato il diritto di tornare alle loro case, mentre gli immigrati ebrei continuano a entrare in Palestina…
3/n