E' la settimana di #EURO2020! Non perdiamo altro tempo e apriamo la serie di thread dedicati: ecco le migliori 10 esultanze della storia degli Europei (bonus track, Antonio Conte che si aggrappa alla panchina dopo il 2-0 di Pellé alla Spagna nel 2016).
10) 2008 - Uno dei maggiori badass della storia della competizione: Andrej Arshavin, punta di diamante della Russia Meccanica di Hiddink che terremota il continente per due settimane, prendendo a schiaffi l'Olanda di Van Basten. E quando segna il 3-1, tutti zitti.
9) 1996 - L'urlo di liberazione di Stuart "Psycho" Pearce che nel quarto di finale contro la Spagna si toglie dalle spalle un trauma lungo sei anni, da quando aveva sbagliato uno dei due rigori che avevano eliminato dell'Inghilterra a Italia '90.
8) 2008 - Un altro indice davanti alla bocca, ma diverso da Arshavin: in un'allucinante quarto di finale Turchia-Croazia Semih Senturk mette a tacere i tifosi avversari che avevano esultato troppo presto per il gol di Klasnic al 119'. E invece, al 121'...
7) 2004 - In un drammatico frullatore di pensieri ed emozioni, Antonio Cassano non fa in tempo a sorridere per il gol-vittoria contro la Bulgaria al 94' che dalla panchina lo stanno già avvisando che Danimarca-Svezia è finita 2-2.
6) 1988 - Discusso da mezza stampa italiana che non lo ritiene all'altezza di una maglia da titolare a Euro 1988, Roberto Mancini non mostra assolutamente nessunissima forma di rancore dopo il gol che ci porta in vantaggio contro la Germania.
5) 2016 - Il lascito migliore della meteora Islanda è questo suggestivo grido di guerra poi copiato da tutta Europa: qui, il "geyser sound" dopo la storica vittoria sull'Inghilterra agli ottavi di finale.
4) 2012 - Nicklas Bendtner, un genio dei nostri tempi: segna il 2-2 al Portogallo e festeggia abbassandosi i calzoncini per mostrare i boxer portafortuna con il logo di Paddy Power. L'UEFA gli appiopperà 100 mila euro di multa.
3) 1988 - Purtroppo non esiste un video di questo storico festeggiamento di Ronald Koeman che, dopo che l'Olanda aveva battuto la Germania per la prima volta in un grande torneo, fece un uso non esattamente ortodosso della maglia appena regalatagli da Olaf Thon.
2) 2012 - "E ti amo, Marioooo!": Balotelli terrorizza il Continente - o quantomeno la Germania, tramortita da questa fiondata di destro che fa sembrare Neuer piccolo piccolo. E quell'esultanza...
1) 1996 - Paul Gascoigne segna alla Scozia uno dei gol più maradoniani della storia della Nazionale inglese e festeggia alla sua maniera: inscenando sul prato di Wembley con i compagni il numero della "sedia del dentista". Ma cos'è la sedia del dentista?
La "sedia del dentista" è un drinking game a cui Gascoigne aveva partecipato da protagonista assoluto in un locale di Hong Kong, in occasione del suo compleanno. Erano presenti anche McManaman e Anderton, che 25 anni dopo sul Guardian è sceso nei dettagli della questione.
La Nazionale inglese era stata massacrata dai tabloid per l'immagine negativa data al Paese a due settimane dal "loro" Europeo: e Gazza, acconciato con un'improbabile capigliatura biondo platino, si prese la rivincita alla sua maniera.
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Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...