Altri due cents sul #ddlZan. E sull’identità di genere. Che esista, che vada tutelata, a me e a @mastrobradipo l’ha insegnato una persona trans del nostro cuore. Ha nove anni. 1/
Da quando ha due anni appena arriva a casa mette i vestiti della sorella. Da più piccolo, giocando col suo orsetto, diceva “fuori è maschio, dentro si sente femmina”. Con lui usiamo il maschile perché di gay e trans non vuole saperne: dopo qualche anno di elementari si odia.2/
è bullizzato, ha solo amiche femmine, le maestre paiono pervase da pregiudizi più o meno inconsci. Per dire, luilei è un’atleta, si arrampica ovunque, ma gli han dato un voto basso in ginnastica “perché è più debolino degli altri maschi”. È che è femminile, e aggraziato.3/
Era un bambino rompiballe e contento, anche grazie a due genitori fantastici. Ma più cresce e più sta male. La sua adolescenza ci terrorizza. Non sappiamo cosa fare per lui, ma sappiamo che non vogliamo lasciarlo indietro perché Renzi si deve mettere d’accordo sul Quirinale .4/
E insomma, se ci arrabbiamo, se ancora speriamo, se non vogliamo che si tolga l’identità di genere, è per il principio e per il diritto e le persone trans e non binarie che conosciamo e anche no. E per luilei e tutti quelli troppo giovani o impauriti per arrabbiarsi. 5/
Accettare un compromesso vorrebbe dire accettare che delle persone (il 2 per cento degli italiani secondo alcune stime, più di Italia Viva) siano considerate inferiori, troppo strane per essere tutelate. Non lo sono. Siete strani voi che ne avete paura, o che le usate. 6/
Ps. Terf, terf, terf (buongiorno).
*delle persone trans
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