A Genova senti ancora gridare
la città offesa, città solidale,
e intanto puoi udire in piazza Alimonda
muta la pietà che sprofonda
in fondo al cuore, in fondo al mare.
Al di là di quegli alberi adulti
corre ora un ragazzo tra i molti,
che per un sogno non volle scappare
dalla implacabile violenza bestiale
di biechi militi con artigli severi,
che servili non sanno pensare,
o da vermi hanno odiosi pensieri.
A Genova senti ancora forte
lo sgomento che negli animi sale
e la rabbia, che al dolore si mischia,
come acre l’odore di morte
si unisce all’odore del sale,
si confonde nel vento che fischia.
Ma al di là di quegli alberi amici,
sulla linea tenue dell’orizzonte,
CARLO corre come negli anni felici,
dalle onde del mare, tra la cima di un monte...
e Carlo vive nei sogni ribelli che volan liberi,
in noi Compagn@ vicini e lontani
che unit@ da ideali immortali non effimeri,
siam ora figl@ di Haidi e Giuliano Giuliani.
(Qui) Genova ancora piange e s’offende
. . . . Genova lotta... e non si arrende