Esattamente cinque anni fa, nel cuore di una tranquilla notte di fine estate, un fortissimo #terremoto di magnitudo 6.0 dà inizio ad una delle sequenze sismiche più importanti per il nostro paese da diversi decenni a questa parte. #Amatrice
La scossa, che ha avuto un ipocentro ubicato ad 8 km di profondità, semina morte e distruzione in ben quattro regioni: il Lazio, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo.
La zona epicentrale viene fin da subito ricondotta alla provincia di Rieti, nel Lazio, una zona molto famosa per i suoi borghi storici ubicati all'interno di un paesaggio montuoso quasi fiabesco: i Monti della Laga.
Il terremoto avviene proprio lungo questa catena montuosa, più precisamente nella zona del comune di Accumoli, un piccolo borgo fondato nel XII secolo ricco di storia e di cultura. Qui i danni saranno tantissimi, così come ad Amatrice, Pescara del Tronto, Illica e tanti altri.
Il crollo degli edifici, complice l'orario notturno, causa la morte di ben 299 persone tra cittadini locali e turisti di passaggio. Proprio in questo periodo dell'anno infatti, queste spettacolari terre appenniniche vengono prese d'assalto da numerosi turisti
provenienti soprattutto da Roma, a causa delle famose sagre locali, una tra tutte è sicuramente quella dell’Amatriciana, simbolo della città di Amatrice. Dalle macerie vengono estratte vive circa 238 persone, mentre i feriti in totale saranno oltre 388.
A circa un’ora di distanza dalla scossa principale, un importante replica di magnitudo 5.3 avviene una decina di chilometri più a nord, più precisamente nella zona di Norcia, in Umbria.
È un campanello d’allarme che non passa inosservato, dopo la faglia dei Monti della Laga sembra essersi riattivata anche la faglia del Monte Vettore, un particolare sistema di faglie capace di produrre terremoti anche molto intensi.
Il sistema di faglie del Vettore-Bove, secondo studi pubblicati già diversi decenni prima della sequenza del 2016, non ha prodotto terremoti importanti da quasi duemila anni, ovvero dall’epoca dei romani.
Ciò rappresenta un ulteriore pericolo, in quanto più a lungo una faglia non produce terremoti e più a lungo accumula energia, deformazione e quindi un ipotetico terremoto molto intenso.
Inoltre c’è da tenere conto che appena pochi chilometri più ad ovest di Norcia e di Amatrice, un altro sistema di faglie aveva prodotto una delle sequenze sismiche più intense dell’appennino centrale: quella del 1703.
In quell’anno, ad un solo mese di distanza, due fortissimi terremoti di magnitudo 6.7 e 6.9 seminarono morte e distruzione proprio tra i comuni di Norcia, di Amatrice e dell’Aquila.
Ma torniamo a quel terribile 24 agosto del 2016, in ventiquattro ore l’INGV localizza e parametrizza ben 1.478 terremoti, 121 dei quali di magnitudo superiore a 3, un vero e proprio strazio per la popolazione locale già sotto shock.
Nei mesi successivi le cose non migliorano, dal 24 agosto al 25 ottobre l’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia registra oltre 255 terremoti di magnitudo superiore a 3, quasi tutti avvertiti dalla popolazione locale ormai sfinita.
Ad ottobre le cose sembrano andare meglio, i terremoti diminuiscono sia di numero che di intensità, una cosa del tutto normale dopo un forte terremoto.
Tutto però precipita nel corso del tardo pomeriggio del 26 ottobre, momento nel quale un forte terremoto di magnitudo 5.4 colpisce l’area di Castelsantangelo sul Nera, nelle Marche.
La zona colpita è la parte nord del sistema di faglie del Vettore-Bove, un ulteriore campanello d’allarme sui pericoli che gli esperti del settore avevano già ampiamente discusso ed illustrato. La popolazione torna in allarme e si riversa nelle strade
mentre nelle ore successive un nuovo terremoto ben più forte colpisce la zona di Visso, un borgo a pochi chilometri di distanza. La magnitudo questa volta è di 5.9, tanto alta da far temere una nuova strage che per fortuna verrà evitata soltanto dalla scossa di due ore prima.
Dopo soltanto quattro giorni, alle ore 7:40 del 30 ottobre, il sistema di faglie del Monte vettore si risveglia completamente dopo quasi duemila anni di riposo producendo uno dei terremoti più forti degli ultimi decenni, una scossa di magnitudo 6.5
nella zona della piana di Castelluccio di Norcia, proprio a metà strada tra i terremoti del 24 agosto e quelli del 26 ottobre. Castelluccio di Norcia, uno dei borghi più belli del nostro paese, viene completamente distrutto
così come quello che resta di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto, Illica, San Pellegrino, Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso.
La scossa, nonostante la sua notevole intensità, non provoca vittime soltanto perché i terremoti del 26 ottobre erano avvenuti pochi giorni prima. Repliche a parte, la sequenza sismica inizia il suo lento declino fatto di alti e bassi.
Il suo ultimo colpo di coda importante avviene la mattina del 18 gennaio del 2017, momento nel quale ben 4 scosse di magnitudo superiore a 5 (la più forte 5.5) colpiscono l’area di Capitignano, in provincia dell’Aquila. Qui, una terribile valanga travolge l’Hotel Rigopiano.
A cinque anni di distanza, la sequenza sismica iniziata quella maledetta notte del 24 agosto non si può ancora definire tecnicamente conclusa. Una sequenza sismica infatti, si può definire conclusa soltanto quando la media mensile dei terremoti avvenuti nell’area epicentrale
ritorna a quella dei mesi precedenti all’agosto del 2016. Il numero da raggiungere è di circa 250 eventi mensili, mentre attualmente siamo ancora intorno ai 360. Ciò è comunque puro tecnicismo, i terremoti forti in quest’area ci potranno essere sempre
sia a sequenza sismica in corso che a sequenza sismica conclusa. L’area colpita fa infatti parte di una delle zone più altamente sismiche di tutta la nostra nazione, pensate che dal 1000 ad oggi questa medesima area è stata colpita da ben 48 terremoti di magnitudo superiore a 5
un numero impressionante che deve farci entrare in testa che l’unica soluzione per salvare le nostre vite e quelle delle generazioni future è cercare di costruire gli edifici con le più moderne norme antisismiche.
Oggi la ricostruzione purtroppo non sta procedendo come dovrebbe il che sta mettendo a dura prova la rinascita delle zone colpite, di conseguenza se si vuole fare attivamente qualcosa in merito il mio consiglio è di visitare proprio questi meravigliosi borghi pieni di buon cibo
arte e cultura, gli abitanti locali ve ne saranno sicuramente grati. Foto di Tommaso Della Dora admin della pagina Facebook "Quando la terra trema".
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Esattamente 392 anni fa, il 16 dicembre 1631, il #Vesuvio generò una delle eruzioni più violente della sua recente storia. Stiamo parlando di un'eruzione sub-pliniana avvenuta dopo una lunga quiescenza durata circa 500 anni e che causò tra le 1.000 e le 14.000 vittime. 🧵
L'eruzione del 1631 fu preceduta da una moltitudine di precursori che iniziarono a manifestarsi piuttosto chiaramente a partire dalla seconda metà di novembre, ovvero una ventina di giorni prima dell'inizio della fase eruttiva.
Intorno a quel periodo, molti degli abitanti di Portici iniziarono ad udire dei rari ma improvvisi boati che si manifestavano con il cielo completamente sereno, un fenomeno che oggi potremmo ricondurre ad una probabile attività sismica di bassa magnitudo.
Alle 9:10 un nuovo #terremoto di magnitudo 3.2 è stato registrato nel Golfo di Pozzuoli, all'interno della caldera dei #CampiFlegrei. La scossa fa parte di un nuovo sciame sismico, l'ennesimo delle ultime settimane. I livelli sono ormai paragonabili alla crisi degli anni 80' 🧵
Nelle ultime settimane la sismicità è notevolmente aumentata. Gli sciami sismici sono ormai all'ordine del giorno, mentre le scosse di magnitudo pari o superiore a 3 vengono registrate quasi settimanalmente. Siamo ormai entrati nel vivo di una nuova crisi sismica.
Come si può vedere dal bollettino mensile dell'Osservatorio Vesuviano infatti, ad agosto sono stati registrati 1.118 terremoti, il numero in assoluto più alto dalla crisi sismica degli anni 80'. Tra poche settimane sapremo se il mese di settembre lo supererà o meno.
Come ormai già tutti sapete, nella tarda serata di ieri un violento #terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto nel cuore del #Marocco, dove secondo i primi bilanci si contano già 820 vittime e oltre 672 feriti. Si tratta del terremoto più forte della storia del paese 🧵
La scossa si è verificata lungo la catena montuosa dell'Atlante, un'area fortunatamente non densamente popolata che però si trova a soli 70 km di distanza da Marrakech, una delle città più popolose del paese. Lo scuotimento in quest'area è stato molto intenso dannoso.
A causa della sua intensità e profondità di 18 km, la scossa è stata chiaramente avvertita in tutto il Marocco, nella zona occidentale dell'Algeria e perifno in alcune aree della Spagna (Malaga, Siviglia, Isole Canarie) e del Portogallo (Lisbona, Faro).
A partire da questa notte, un corposo sciame sismico è in corso all'interno della caldera dei #CampiFlegrei, tra Pozzuoli e Bagnoli (#Napoli). In poco meno di 8 ore sono stati registrati circa 120 piccoli terremoti, il più forte dei quali ha avuto una magnitudo di 3.6. 🧵
Di queste 120 scosse, la stragrande maggioranza ha avuto una magnitudo molto contenuta (≤ 2.0) e soltanto 6 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2 (2.0, 2.5, 2.0, 3.1, 2.5, 3.6 e 2.8). Per via della loro superficialità però, ne sono state avvertite tantissime in città.
Per via della persistenza dello sciame, una buona fetta della popolazione di Pozzuoli e Bagnoli è rimasta sveglia e (comprensibilmente) in ansia. Questo video per esempio, ci mostra lo scuotimento provocato dalla scossa principale di magnitudo 3.6 delle 6:18 di questa mattina.
All'alba del 21 luglio del 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata, a seconda degli studi, tra 8.0 e 8.5 si è verificato vicino #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana si immerge al di sotto della microplacca egea. 🧵
Il terremoto del 365 è durato oltre un minuto ed è oggi considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. L'area in cui si è verificata la scossa, ovvero lungo l'arco ellenico, è una delle zone più sismiche dell'intero bacino.
In poche decine di secondi, la scossa ha provocato un sollevamento del suolo (e in particolare del fondale marino) di circa 8-9 m, un valore incredibile. Oggi possiamo ammirare i suoi effetti lungo l'antico molo di Phalasarna, un'antica città portuale di Creta.
Dopo un incremento della sismicità che è durata diversi mesi e che è culminata pochi minuti prima con un forte terremoto avvertito dagli abitanti di Torre del Greco, la sera del 15 giugno 1794 è iniziata un'importante eruzione laterale sulle pendici del #Vesuvio 🧵 1/12
L'eruzione è iniziata alle 22 con l'apertura di una serie di fratture eruttive localizzate a bassa quota sulle pendici nord-orientali e sud-occidentali del vulcano. Lungo queste ultime in particolare, si erano aperte almeno 6 bocche tra i 325 e 550 m di quota. 2/12
Queste bocche avevano iniziato ad alimentare una fluida e voluminosa colata di lava diretta proprio verso la città di Torre del Greco. Poco meno di cinque ore dopo, nel cuore della notte, la lava aveva già raggiunto e superato il perimetro delle mura cittadine. 3/12