Ho abortito e sto benissimo.
Ma sarei stata meglio se:
1. non avessi dovuto chiamare ogni singolo ospedale di Roma prima, del Lazio poi (e per disperazione di altre grandi città italiane) per capire come effettuare l’aborto farmacologico;
2. non avessi dovuto spiegare a una infermiera del Pertini la differenza tra la RU486 (pillola abortiva) e la pillola del giorno dopo (metodo contraccettivo);
3. non mi fossi dovuta alzare all’alba per essere alle sei del mattino in un seminterrato del San Camillo (all’epoca unico ospedale di Roma che utilizzava la RU486) e mettermi in fila in una scala arrugginita con la speranza di riuscire a prendere un appuntamento per abortire;
4. non mi avessero messo in una lunghissima lista di attesa, perché "le richieste sono moltissime, ma i medici non obiettori pochi" e la priorità va giustamente a quelle donne che rischiano di superare il periodo che consente di abortire con la pillola;
5. non avessi dovuto rinunciare all’aborto farmacologico e mi fosse stata garantita la mia libertà di abortire e di scegliere come farlo;
e in ultimo 6. avessi avuto il tempo di fermarmi e vivere il mio aborto in maniera privata, invece che rincorrere disperatamente la burocrazia. Senza che nessuno decidesse al posto mio cosa fosse più giusto fare o quale emozione provare.
"Perché in Italia l’aborto farmacologico fa così paura? Perché la sua diffusione tutela l’autodeterminazione e la libertà di scelta di chi vuole decidere come abortire ed alleggerisce il lavoro dei medici non obiettori negli ospedali pubblici." @nonunadimeno@ivgstobenissimo
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Rispondo all'ottimo thread sull'immunita di gregge di @Di_SPACE_Lauro (assolutamente da leggere) e parlo un po' di efficacia del vaccino, e anche di sicurezza del vaccini (perché no?). Altro thread lungo e noioso.
In inglese esistono due termini per indicare l'efficacia di un vaccino: efficacy e effectiveness. L'efficacy è la riduzione del rischio di infezione stimata in fase di sperimentazione attraverso due gruppi il più possibile simili tra loro. Si tratta di un esperimento controllato
A un gruppo si somministra il vaccino, all'altro il placebo (sostanza innocua) e si confronta il rischio di infettarsi in un gruppo con il rischio di infettarsi nell'altro. Il confronto può avvenire direttamente, dato che i gruppi sono simili.