La delusione nei nostri coetanei è indescrivibile. Ormai assorbiti dalla propaganda continua e indottrinamento a livello scolastico, sono il futuro di questa distopia: Obbedienti, "moderati", servili e acritici. /1
Il nostro processo di crescita è fatto di indottrinamento continuo: all'obbedienza nelle istituzione, al non contestare tuoi superiori, a non avere un'opinione se non quella degli "esperti", e soprattutto ad esprimerci con moderazione in ogni cosa. /2
Un sistema che educa all'apatia sociale e all'esclusione delle persone attive ed emotive, classificate come dei "Soggetti". Creano già da subito la tendenza a fidarsi di chi è moderato, presentabile e falsato, contro chi è reale e si esprime in modo diretto e con passione /3
E qui nasce la distanza dalla politica, creata da campagne decennali contro ogni tipo di posizione, ma hanno qualche parola chiave che li guida verso ciò che è "buono e progressista". Questa è la base del loro pensiero nullo, punta dove va l'esperto di sistema e moderato /4
E arriviamo ad oggi, dove tra le tante inutili battaglie che i nostri coetanei (dai 18 ai 30 anni) combattono, non combattono quella per i diritti fondamentali, quella del lavoro, di un'istruzione adeguata, di un'università libera, che torni a formare le menti. /5
Ora che più si necessita di loro, sia noi, loro amici e colleghi, sia tutti voi altri, se ne fregano etichettandoci come "Imbecilli che meritano il peggio" o stanno nel menefreghismo "si ti capisco, ma io tanto ho il GP che mi frega". /6
Il sistema e il mondo li ha cresciuti in questo modo, non ricercano verità perché ci sono altri che l'hanno trovata per loro, gli esperti accettati dal sistema. Quindi ad oggi loro, obbedienti, sono la prima milizia di questo ordine, denunciando chiunque si discosti. /7
Sono felici di oggi, delle violenze perpetrate a chi è diverso da loro, per scelta o meno. Credono nel discorso del PdR, che parlava mentre le FFOO assaltavano una scuola e reprimevano il dissenso. Loro, che postano discorsi sulla libertà di espressione contro i fascismi. /8
Ma tra l'indifferenza di alcuni e la sadica felicità di altri, ci siamo noi, che ci battiamo per loro, nonostante tutto, figli di un mondo che ci vuole ignoranti, al quale noi stiamo urlando "Non ci stiamo". Questo con tutti voi. Proteggeremo il nostro futuro. Non molleremo mai.
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"La vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.
Le immagini che si sono distaccate da ciascun aspetto della vita si fondono in un corso comune, dove l'unità della vita non può più essere ristabilita.
La realtà parziale si dispiega nella propria unità generale in quanto pseudo-mondo a parte, oggetto di sola contemplazione.
La specializzazione delle immagini del mondo si ritrova nel mondo autonomizzato dell'immagine, dove il menzognero ha mentito a sé stesso.
Lo spettacolo in generale, in quanto inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente."