Cosa c’entrano le file infinite davanti alle farmacie della mia Roma sud con l’astensione alle amministrative o il voto di protesta degli ultimi anni?
Provo a dirlo sinteticamente.
Una volta c’era il PCI con le sue sezioni e la sua alfabetizzazione delle periferie, degli ultimi⬇️
, degli operai identificati in classe. Poi gli anni ‘90 e il processo di adesione acritica ad un liberalismo individualista, la competizione e la competenza come emblema del successo, poi gli anni 2000 con il partito liquido, anzi liquidato come ingombro e costo, bastava la TV.⬇️
La rapida scomparsa dalle periferie della sinistra, divenuta élite intellettuale e aspirante borghesia alla direzione del Paese. Quella stessa politica che oggi critica il sindacato per la sua richiesta sul #greenpass: non si può pagare per lavorare, non si rende conto che ⬇️
i cittadini, come i lavoratori, hanno paure e bisogni. Mancano da anni di confronto e di una partecipazione democratica reale.
Quelle file per i #tamponi, magari a qualche “osservatore” faranno quasi piacere: si potevano vaccinare…
Continua però a sfuggire che prima con quelle⬇️
persone ci si parlava, a quelle persone si spiegava. Prima si era capaci di tenere assieme lavoro, cultura, democrazia. A quelle persone gli si prospettava una vita migliore. C’erano luoghi in cui si accoglievano istanze e le si traducevano in politiche nazionali e del . ⬇️
territorio. Oggi le periferie guardano a destra o non votano per protesta, si sentono abbandonate e sfruttate più di prima. La colpa non è dell’ignoranza, ma della politica che ha rinunciato al suo ruolo sociale per farsi amministrazione subalterna dei processi economici.
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