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Oct 28, 2021 21 tweets 6 min read Read on X
Già. Alla fine sono stato chiamato “l’inaffondabile”.
E sinceramente, se mi hanno affibbiato quel nomignolo, un fondo di verità c’è.
Ma è proprio grazie a quell’appellativo che oggi posso raccontarvi la mia storia.
Non ricordo chi mi imbarcò nel mio primo viaggio in mare sulla nave da battaglia Bismarck.
Era il maggio del 1941.
La Bismarck era battezzata così in onore del cancelliere Otto von Bismarck.
Una nave tedesca, varata il 14 febbraio 1939.
C’erano tutti ad assistere al suo varo.
Hitler, Raeder, Keitel, Göring, Goebbels, Hess, Ribbentrop, Himmler, Bormann e von Schirach.
Un vessillo della nuova potenza nazista.
Veloce, ben corazzata, con grande autonomia.
Nel maggio del 1941 l’operazione Rheinübung, con la Bismark e l’incrociatore pesante Prinz Eugen.
Al comando dell’operazione l’ammiraglio Günther Lütjens.
Sì, quello che non aveva fatto il saluto nazista durante un incontro con Hitler.
L’operazione Rheinübung aveva costretto la Bismark, su cui ero imbarcato, a cercare un porto di fortuna per riparare i danni.
La scelta fu quella di dirigersi verso Brest.
Gli inglesi ci stavano dando la caccia.
La caccia alla Bismarck.
Gli inglesi ci avevano affondato.
A bordo della Bismarck c'era un equipaggio di circa 2.200 uomini.
In realtà credo che si autoaffondò, lo so perché ero a bordo.
Chiedetelo comunque a Robert Ballard che oltre al Titanic ha ritrovato la Bismarck nel 1989.
Erano le 10.36 del 27 maggio 1941, quando la Bismarck affondò.
Fui tra i pochi a salvarsi.
Venni ritrovato dall’equipaggio del cacciatorpediniere britannico HMS Cossack, su di un’asse galleggiante. Già. Il cacciatorpediniere HMS Cossack.
Un cacciatorpediniere classe Tribal della Royal Navy, una nave da guerra britannica.
Non ho mai saputo perché cominciarono a chiamarmi Oscar da quel giorno.
Io non mi chiamavo Oscar. Almeno credo.
Era il 24 ottobre 1941 quando il Cossack venne intercettato dall’U-Boot tedesco U-563 durante una missione di scorta a un convoglio da Gibilterra al Regno Unito.
Fummo colpiti e tentammo di raggiungere Gibilterra. Inutilmente. Affondammo tre giorni dopo, il 27 ottobre.
Mi salvai anche quella volta.
Insieme all’equipaggio del Cossack, fui recuperato da una nave inglese, la Legion, e trasferito sulla portaerei HMS Ark Royal.
La Legion, proprio lei.
Quella che aveva partecipato all’affondamento della Bismarck.
Tutto è bene quel che finisce bene, quindi.
Insomma. Non proprio.
Sulla strada del ritorno verso Gibilterra la portaerei HMS Ark Royal, con me a bordo, venne colpita da un siluro lanciato dal sommergibile tedesco U-81.
Un disastro.
Avevamo le macchine allagate, ma ancora a galla.
La HMS Legion tentò di trainarci verso Gibilterra, ma sbandavamo paurosamente.
Il 14 novembre 1941 ci capovolgemmo verso destra.
Affondando.
Venni recuperato, aggrappato anche questa volta a pezzo di legno di legno, «arrabbiato, ma abbastanza in salute»
Sulla portaerei mi avevano dato l’appellativo di “Unsinkable Sam”.
Forse avevano ragione.
Ero praticamente inaffondabile.
Dopo il naufragio dell’Ark Royal venni rimpatriato nel Regno Unito.
Viziato e coccolato sono vissuto con un marinaio di Belfast fino alla mia morte, avvenuta nel 1955. Sinceramente, non ho mai capito tutti quegli onori.
Del resto su ogni nave in cui ero salito avevo fatto solo il mio dovere.
Combattere i roditori, in quanto gatto, era una consuetudine diffusa persino sulle navi fenicie.
Certo, sempre in salvo.
Noi gatti non abbiamo forse sette vite? O sono nove?
Non sono certo stato l’unico gatto a salire su una nave.
C’è stato Convoy, a bordo dell'incrociatore reale britannico HMS Hermione.
E la signora Chippy (che scoprirono essere un maschio) che accompagnò Ernest Shackleton nella sua spedizione in Antartide.
E Blackie, nella foto, accarezzato dal primo ministro britannico Winston Churchill a un incontro con il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt a bordo della HMS Prince of Wales.
Perché ci portavano a bordo?
Per i topi certo, ma non solo.
Gatti, e anche cani, in guerra c’erano stati anche prima della seconda guerra mondiale.
Cosa c'è di meglio che un gatto o un cane per sollevare il morale delle truppe.
Alcuni studiosi ritengono inventata o esagerata la mia storia, la storia del gatto Oscar.
Perché mancano evidenze documentali e ci sono troppe contraddizioni, dicono. Non fateci caso.
In fondo, e di questo ne sono certo, a voi piace pensare che sia tutto vero.
Dimenticavo.
Ricordate l'ultimo salvataggio e il mio trasferimento dopo l'affondamento della Ark Royal?
Del mio ritorno in patria, nel Regno Unito?
Per arrivare sano e salvo a casa feci il viaggio utilizzando due navi.
Uno era il Lightning e l'altro il Legion (c'ero già stato ai tempi dell'affondamento del Cossack ricordate?)
Beh, il Legion affondò l'anno successivo nel 1942.
Il Lightning due anni dopo, nel 1943.

Ehi, perché fate quella faccia?
A cosa state pensando?

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Aug 16
Churchill lo aveva detto alla Camera dei Comuni.
“Il dittatore ha cominciato, pistola in pugno, a chiedere una sterlina. Quando la sterlina gli è stata concessa ne ha preteso un’altra, sempre minacciando con la pistola”.
Chiaro il riferimento ai precedenti. Image
L’Europa stava quindi per rotolare in una guerra? Probabile.
Hitler era stato di parola.
Aveva messo in stato d’allarme cinque divisioni per la frontiera francese e altre sette divisioni pronte ad entrare in azione il 30 settembre.
Per l’invasione della Cecoslovacchia.
Ma qualcosa era cambiato rispetto al passato.
Quelle sue mosse avevano scatenato una reazione. Che diavolo stava succedendo?
Hitler era stupito.
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Il re di Svezia era intervenuto. Image
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Aug 11
Il 12 agosto 1880 il Corriere della Sera pubblicò un lancio dell’agenzia Stefani che riguardava il piroscafo Jeddah.
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Nessuna vittima.
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Ma era andata veramente così come la raccontava l’agenzia Stefani?
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Poteva, eccome se poteva.
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Un piroscafo da 1000 tonnellate di stazza lorda.
A cosa doveva servire?
Read 21 tweets
Aug 9
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Settimana scorsa ho mandato in stampa il mio libro.
Per evitare una censura da parte delle autorità, dato il contenuto altamente accusatorio nei confronti del Governo italiano, ho cercato di darne ampia diffusione.
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Ho inviato quindi due copie anche al Re e Regina.
So che il prefetto va in giro a dire che l’autore di quel “lurido libello” deve pagare Image
28 maggio 1911.
Ho ricevuto indietro le copie che avevo inviato al Re Vittorio Emanuele e alla Regina Elena.
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Aug 8
C’era una volta, nell’anno del Signore 1284, una cittadina di nome Hameln, in Bassa Sassonia.
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Quando si presentò al suo cospetto uno strano uomo con una giacca variopinta.
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Aug 6
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Aug 5
«Salve Annibale.
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