Arte nei libri, o arte dei libri, o libri d'arte: le combinazioni sono infinite e, a volte, anche inaspettate. Ve ne faccio una carrellata, per una nuova, leggera e colorata puntata di #artistantecolore.
Partiamo dall'ovvio: l'arte nei libri, ossia le illustrazioni. Da sempre le pagine ospitano il colore, basti pensare ai codici miniati. I materiali classici della decorazione erano l’oro e l’argento, ma più tardi si aggiunsero anche pigmenti più comuni.
Libri di questo genere sono presenti in tutte le culture, non solo in quella cristiana, ma anche in quella islamica e cinese.
Potremmo pensare che tale preziosità derivi dal fatto che molti di questi libri erano testi sacri, Bibbie o Corani. Beh, non è sempre vero. A partire dal ‘200, sempre più testi profani iniziarono a essere copiati in preziose edizioni miniate, a costi esorbitanti.
Ma si sa, l'amore, anche quello per i libri, fa fare follie. E di amore e gelosia si parla anche quando si prendono in considerazione i trucchi adottati nei secoli per reclamare la proprietà dei libri. Il primo, più noto, è l'Ex Libris.
L’ex libris è il vero marchio del bibliofilo e, a differenza di altri segni di appartenenza che non sono più attuali, oggi viene ancora usato largamente. Fra i primi ex libris d’arte giunti a noi, c’è quello creato da Albrecht Dürer (1471-1528) per Hieronymus Ebner.
L’Ex Libris ebbe fortuna come genere artistico, tanto che in tempi recenti il collezionismo legato a queste piccole immagini è diventato dilagante.
L’idea di collezionare ex libris è ritenuta dai bibliofili più radicali uno snaturamento della loro funzione. È stato addirittura pubblicato un “manifesto” per il ritorno dell’ex libris alla sua funzione originaria. artifexlibris.com/manifesto_ex_l…
Una visione un po' talebana, ma, in effetti, se l'Ex Libris ci identifica, perché cambiarlo? Per questi signori è un po' come cambiare nome.
Ma passiamo ad un altro tipo di gelosia, quella occultata. Si racconta che re Carlo II d’Inghilterra (1630-1685) avesse un’amica alla quale era solito prestare i libri: purtroppo, la nobildonna dimenticava di restituirli, tentando anche di far passare certi volumi per suoi.
Fu così che il re riprese l’antica arte della pittura sul bordo. Questo sarebbe stato un modo per rivendicare l’appartenenza dei volumi non restituiti, senza che la duchessa cui li prestava si accorgesse del trucco.
Infatti, secondo la leggenda, accadde una volta che la donna cercò di far passare un tale libro, prestatole dal sovrano, per suo. Il re, piegando in un certo modo le pagine del volume, fece comparire agli occhi increduli della duchessa lo stemma regale.
Figuraccia epica. Ora, ai giorni nostri c'è ancora chi porta avanti questa stupenda arte, ed è il signore cui ho rubato le belle immagini che vedete nel thread: Martin Froste, maestro di fore edge painting.
Dovete visitare la sua galleria, è imperdibile: troverete i soggetti più vari, tra cui una categoria Gentlemen's Relish. Cercatelo anche su YouTube. foredgefrost.co.uk/gallery
Andiamo avanti: l’arte figurativa e i libri hanno avuto per secoli un legame così stretto che non dobbiamo stupirci se a un certo punto sono comparsi dei libri senza testo che si propongono di per sé come oggetti d’arte.
Se siete qui come amanti dell'arte, vi sarà capitato di ammirare i libri di @analphabeta, che costruisce i suoi libri in un intreccio curato di materiali e tecniche, perché tutti i dettagli fanno parte della storia.
È il caso del suo Leggendario della Valnerina, realizzato per il @MuseoCanapa. Godetevi qui il cortometraggio per scoprire i dettagli della lavorazione.
Sui libri d'artista tornerò, perché è una di quelle forme artistiche di nicchia che più mi fa pensare a come tutti ci sforziamo, in fondo, di portarci in tasca le cose belle. Per ora vi ringrazio della lettura! Tornate sul ColorBlog a trovarmi 🙏 artistante.com/colore/
Con il rischio di imbrodarmi, vi racconto un’episodio che mi ha mostrato una sfumatura in più dell’emarginazione. Esterno giorno, una tavola calda a Genova. Si avvicina un signore sui 60, ma potevano essere di meno portati male. Chiede i soliti due spicci. 🔽
Non li ho, sono il genere di pessima persona che gira solo con cellulare e bancomat, e ho fatto l’uni a Pisa, dove i bar in centro sono un continuo di “due spicci”, che si danno una volta al mattino e poi si passa la giornata a rispondere “li ho dati a quello prima”. 🔽
Mi sta già passando di mente, invece mi giro a guardarlo, intendo davvero. Lui coglie il mio guizzo di attenzione e mi dice: ho proprio fame. Non reagisco subito, per cui si volta e se ne va, mentre io rimango a darmi della cretina. Finalmente, scollo il culo dalla sedia 🔽
Non usate le foto, vi prego. Non ci serve vederla mentre abbraccia gli alberi, a me non importa quanto fosse dolce e innocente (e lo era), perché, pure fosse stata una stronza senza cuore, non doveva finire uccisa.
La storia della donzella e dell'orco è fuorviante, perché ⬇️
In modo subdolo e collaterale alimenta altre narrazioni, come la donzella e l'uomo forte che la protegge, o il principe senza macchia e stronzate annesse sul vero uomo e la vera donna. Questa donna è morta perché l'ennesimo uomo non l'ha rispettata come persona. ⬇️
Questa donna è morta perché molti uomini, che fanno riferimento proprio a quel tipo di narrazione, credono di avere un ruolo come padroni, proprietari, salvatori e dispensatore di punizione e lezioni che sono valide solo nelle loro fantasie. Quindi, per favore ⬇️
Ieri mattina mamma ha chiuso gli occhi per l'ultima volta. Non dirò di lei o del nostro dolore, perché non trovo le parole, ma voglio parlarvi delle infermiere e dei medici del servizio domiciliare della asl. - - >
A giugno, dopo il ricovero necessario per un intervento palliativo, ho riportato mia madre a casa con il peso di una diagnosi terminale fresca di ore e la totale ignoranza su quello che sarebbe successo dopo.
Sapevamo tutti di volerla tenere con noi fino all'ultimo, ma non avevamo idea di cosa significasse far vivere con dignità e senza dolore una persona completamente allettata per mesi. Certo, eravamo consapevoli della portata dell'impresa e ci spaventava.
Coinvolta in una conversazione sull'arte, mi è stato confermata la persistenza di quello che io credo essere un pregiudizio infondato, ossia che per capire l'arte sia necessaria una preparazione, come dire che l'arte è per chi l'ha studiata. Questo è il mio thread di smentita.
Esistono indubbiamente modi diversi di fruire di un'opera. Questo concetto vale per tutto, davvero tutto. Prendete i fiori: quasi tutti li amano per l'estetica e per il loro potere evocativo, mentre un botanico terrà in considerazione altri aspetti.
Possiamo dire che il botanico ami i fiori in modo "migliore" di un comune mortale che li coltiva sul terrazzo? Non credo. L'arte poi non è solo estetica, è un linguaggio. Lo abbiamo usato nelle caverne: prima di imparare a scrivere, dipingevamo e probabilmente suonavamo musica.
Novembre sta finendo e quasi mi dimenticavo del mio post annuale sulla #SclerosiMiultipla. Sono 18 anni, toh che bello, cara SM, sei maggiorenne pure tu. Cose da festeggiare ne abbiamo in quantità, e pure molte incazzature da digerire, ma non parliamo di noi:
parliamo più in generale, così da includere chi non ti conosce. Ecco, non tutti sanno che la SM è una malattia autoimmune. Significa che il sistema immunitario penetra la barriera ematoencefalica e attacca la mielina che ricopre nervi e cervello, oppure il midollo.
Perché lo fa? Non si conosce con esattezza l'esegesi, ci sono molte teorie. Fatto sta che agisce come se la mielina fosse un tessuto estraneo, quindi lo attacca. Quando una porzione di mielina viene attaccata si infiamma e si danneggia. Se si tratta di una zona del cervello
Gli esercizi sono pronti! Due parole su cosa è questo manualetto, cosa non è, e a chi è destinato. Ecco gli #esercizicavernicoli, metodo primordiale per slacciare le cinture della mente.
Non è un corso di disegno. Non so disegnare, quindi non mi metto certo ad insegnarlo. Disegnare "bene", cioè rispettando determinate proporzioni e regole prospettiche, non è lo scopo.
Se farete gli esercizi contenuti in questa raccolta, scoprirete due cose: la prima, ve ne accorgerete subito, è che disegnare male non è un limite.