Le complicate operazioni di monitoraggio del vulcano Askja, in Islanda. 🧵
Nel corso del mese di agosto di quest'anno, un modesto rigonfiamento del suolo era stato registrato nella zona occidentale della caldera vulcanica di #Askja, un particolare sistema vulcanico dell'Islanda.
Poco più di un mese dopo, ovvero durante la prima settimana di settembre, l'Ufficio Meteorologico Islandese ha comunicato che tale sollevamento aveva raggiunto valori poco superiori ai 7 cm, un valore piuttosto significativo per un periodo temporale così ristretto.
Dopo varie riunioni ed analisi, le autorità islandesi avevano dichiarato che l'attuale inflazione era da attribuire ad una probabile intrusione magmatica che stava interessando l'area occidentale della caldera ad una profondità di circa 2-3 km.
L'allerta vulcanica è quindi stata elevata al livello giallo, il che significa semplicemente che il vulcano stava mostrando un attività vulcanica superiore alla media.
Come nel caso di Vulcano qui in Italia, un aumento del livello di allerta vulcanica richiede un potenziamento del monitoraggio vulcanico per registrare e rilevare il maggior numero possibile di cambiamenti sia geofisici che geochimici.
Nel caso di Askja però, la manutenzione degli strumenti non è così semplice come su Vulcano. Il clima islandese, soprattutto d'inverno, è uno dei più ostili in assoluto e l'area di Askja - che si trova ad oltre 1.000 metri di quota - non fa purtroppo eccezione.
Come si può vedere da questo video girato nel corso delle ultime settimane da alcuni ricercatori dell'Ufficio Meteorologico Islandese infatti, in quest'area dell'Islanda le bufere di neve sono praticamente all'ordine del giorno, mentre le temperature sono molto rigide.
I ricercatori islandesi hanno quindi cercato di installare e riparare il maggior numero di strumenti possibili proprio tra settembre e ottobre in quanto nei prossimi quattro mesi il clima sarà ancora più rigido e pericoloso.
L'area della caldera è inoltre completamente tagliata fuori dalla maggior parte delle connessioni mobili e di conseguenza inoltrarsi in queste zone mentre le condizioni meteorologiche non sono favorevoli diventa un rischio troppo elevato.
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Esattamente 392 anni fa, il 16 dicembre 1631, il #Vesuvio generò una delle eruzioni più violente della sua recente storia. Stiamo parlando di un'eruzione sub-pliniana avvenuta dopo una lunga quiescenza durata circa 500 anni e che causò tra le 1.000 e le 14.000 vittime. 🧵
L'eruzione del 1631 fu preceduta da una moltitudine di precursori che iniziarono a manifestarsi piuttosto chiaramente a partire dalla seconda metà di novembre, ovvero una ventina di giorni prima dell'inizio della fase eruttiva.
Intorno a quel periodo, molti degli abitanti di Portici iniziarono ad udire dei rari ma improvvisi boati che si manifestavano con il cielo completamente sereno, un fenomeno che oggi potremmo ricondurre ad una probabile attività sismica di bassa magnitudo.
Alle 9:10 un nuovo #terremoto di magnitudo 3.2 è stato registrato nel Golfo di Pozzuoli, all'interno della caldera dei #CampiFlegrei. La scossa fa parte di un nuovo sciame sismico, l'ennesimo delle ultime settimane. I livelli sono ormai paragonabili alla crisi degli anni 80' 🧵
Nelle ultime settimane la sismicità è notevolmente aumentata. Gli sciami sismici sono ormai all'ordine del giorno, mentre le scosse di magnitudo pari o superiore a 3 vengono registrate quasi settimanalmente. Siamo ormai entrati nel vivo di una nuova crisi sismica.
Come si può vedere dal bollettino mensile dell'Osservatorio Vesuviano infatti, ad agosto sono stati registrati 1.118 terremoti, il numero in assoluto più alto dalla crisi sismica degli anni 80'. Tra poche settimane sapremo se il mese di settembre lo supererà o meno.
Come ormai già tutti sapete, nella tarda serata di ieri un violento #terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto nel cuore del #Marocco, dove secondo i primi bilanci si contano già 820 vittime e oltre 672 feriti. Si tratta del terremoto più forte della storia del paese 🧵
La scossa si è verificata lungo la catena montuosa dell'Atlante, un'area fortunatamente non densamente popolata che però si trova a soli 70 km di distanza da Marrakech, una delle città più popolose del paese. Lo scuotimento in quest'area è stato molto intenso dannoso.
A causa della sua intensità e profondità di 18 km, la scossa è stata chiaramente avvertita in tutto il Marocco, nella zona occidentale dell'Algeria e perifno in alcune aree della Spagna (Malaga, Siviglia, Isole Canarie) e del Portogallo (Lisbona, Faro).
A partire da questa notte, un corposo sciame sismico è in corso all'interno della caldera dei #CampiFlegrei, tra Pozzuoli e Bagnoli (#Napoli). In poco meno di 8 ore sono stati registrati circa 120 piccoli terremoti, il più forte dei quali ha avuto una magnitudo di 3.6. 🧵
Di queste 120 scosse, la stragrande maggioranza ha avuto una magnitudo molto contenuta (≤ 2.0) e soltanto 6 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2 (2.0, 2.5, 2.0, 3.1, 2.5, 3.6 e 2.8). Per via della loro superficialità però, ne sono state avvertite tantissime in città.
Per via della persistenza dello sciame, una buona fetta della popolazione di Pozzuoli e Bagnoli è rimasta sveglia e (comprensibilmente) in ansia. Questo video per esempio, ci mostra lo scuotimento provocato dalla scossa principale di magnitudo 3.6 delle 6:18 di questa mattina.
All'alba del 21 luglio del 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata, a seconda degli studi, tra 8.0 e 8.5 si è verificato vicino #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana si immerge al di sotto della microplacca egea. 🧵
Il terremoto del 365 è durato oltre un minuto ed è oggi considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. L'area in cui si è verificata la scossa, ovvero lungo l'arco ellenico, è una delle zone più sismiche dell'intero bacino.
In poche decine di secondi, la scossa ha provocato un sollevamento del suolo (e in particolare del fondale marino) di circa 8-9 m, un valore incredibile. Oggi possiamo ammirare i suoi effetti lungo l'antico molo di Phalasarna, un'antica città portuale di Creta.
Dopo un incremento della sismicità che è durata diversi mesi e che è culminata pochi minuti prima con un forte terremoto avvertito dagli abitanti di Torre del Greco, la sera del 15 giugno 1794 è iniziata un'importante eruzione laterale sulle pendici del #Vesuvio 🧵 1/12
L'eruzione è iniziata alle 22 con l'apertura di una serie di fratture eruttive localizzate a bassa quota sulle pendici nord-orientali e sud-occidentali del vulcano. Lungo queste ultime in particolare, si erano aperte almeno 6 bocche tra i 325 e 550 m di quota. 2/12
Queste bocche avevano iniziato ad alimentare una fluida e voluminosa colata di lava diretta proprio verso la città di Torre del Greco. Poco meno di cinque ore dopo, nel cuore della notte, la lava aveva già raggiunto e superato il perimetro delle mura cittadine. 3/12