Ci stanno tante, troppe persone che ritengono Patria una parolaccia. Intrinsecamente fascista, addirittura. Che associano il patriottismo al nazismo. O peggio.
In Italia ci sono 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta, 8 milioni in condizioni di povertà relativa.
Quasi 16 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, il 26,6% della popolazione totale.
Tra questi, 2,2 milioni sono NEET, cioè giovani non occupati e non in istruzione e formazione. Si tratta circa di 1 giovane su 3.
Negli ultimi 10 anni 900.000 italiani hanno lasciato l’Italia per mancanza di lavoro: 3 su 4 hanno 25 anni o più, 1 su 4 è in possesso di una laurea.
Più di 11.000 medici e 7.000 infermieri hanno lasciato l’Italia in cerca di lavoro negli ultimi 10 anni. La percentuale di medici italiani che espatriano per lavorare all’estero è la più alta in Europa. Numeri che non si registravano, da noi, dagli anni dell’immediato dopoguerra.
Sia la spesa che gli investimenti per il SSN sono calati drammaticamente, rispettivamente del 35% dallo scoppio della crisi del 2008 e di oltre 32 miliardi negli ultimi 5 anni.
Gli investimenti pubblici sono calati del 30% negli ultimi anni.
Quelli per le costruzioni sono calati di circa il 60% dal 2005. Investimenti che comprendono anche opere di manutenzione oltre alle nuove costruzioni. Costruzione e manutenzione di scuole, strade e ponti.
L’Italia spende solo l’1,4% del PIL in ricerca e sviluppo a fronte di una media europea del 2,2%.
Con 6,3 addetti alla ricerca e allo sviluppo ogni 1000 abitanti, l’Italia si attesta sotto tutte le principali economie importanti. La media UE è di 8,8 ogni 1000 abitanti.
E mentre la crisi si abbatteva con tutta la sua violenza sulla maggioranza della popolazione, accanendosi sui più deboli, la ricchezza dell’1% cresceva vergognosamente.
Ecco, Patria vuol dire offrire una speranza a quei 13,6 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa. Patria vuol dire lavoro per quei 16 milioni di cittadini tra disoccupati e inattivi.
Lavoro dignitoso anche nella retribuzione, che non obblighi 200.000 giovani ogni anno a lasciare il Pese per mancanza di alternative. Per mancanza di futuro. Patria vuol dire difendere l’universalità di accesso alle cure per tutti i 60 milioni di cittadini, senza distinzioni.
Difendere la Patria vuol dire combattere per un’istruzione pubblica e di livello. Per salari più dignitosi per i dipendenti pubblici: dai medici agli insegnati.
Difendere la Patria vuol dire battersi per avere scuole i cui tetti non franino sulle teste degli alunni e ponti che non crollino portandosi via il loro osceno carico di vite.
La Costituzione è lo strumento tramite cui immaginare e realizzare un Paese con meno disuguaglianze.
La Patria è l’ambito entro cui applicare la Costituzione. Ogni limitazione alla sovranità, ogni sua cessione, limita le possibilità di applicare la Costituzione.
Limita, cioè, le possibilità di realizzare un'Italia in cui valga la pena vivere e costruire il proprio futuro.
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Si sapeva tutto. Si conoscono tutte le zone a rischio frane, alluvioni e allagamenti. Si conoscono i punti deboli. Si sa dove e come intervenire¹. In Italia il 18,4% del territorio è classificato a pericolosità frane elevata, molto elevata e/o a pericolosità idraulica media.
Complessivamente il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni.
Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Le famiglie a rischio sono quasi 548.000 per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni.
Esistono migliaia di pagine di report e di dati grazie ai quali diventa facile dimostrare come le argomentazioni su cui si regge la propaganda a sostegno dell’autonomia regionale non solo sono completamente slegate dalla realtà dei fatti, ma spesso addirittura antitetiche a essa.
Tutta la narrazione del Sud parassita si regge sul nulla più assoluto. Il Sud sotto-finanziato dai tempi della Cassa per il Mezzogiorno rispetto al Nord, ha visto inevitabilmente aumentare il divario col resto del Paese. Dando però un contributo centrale alla ricchezza del Nord.
Con l’autonomia i primi a subire danni alla propria economia sarebbero proprio le Regioni del Nord e i loro cittadini. I danni sarebbero enormi anche per il Sud, che vedrebbe cristallizzata in eterno una condizione strutturale di sotto-finanziamento, arretratezza e sottosviluppo.
DI VINCOLO ESTERNO SI MUORE: IN MEMORIA DI ALDO MORO
45 anni fa, il 9 maggio del 1978, Aldo Moro venne assassinato.
Venne assassinato su mandato dei nostri "alleati" (UK e USA su tutti) e col tacito benestare di una buona parte delle istituzioni italiane.
Il 16 marzo 1978 la Fiat 130 che trasportava Aldo Moro fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse. Moro venne rapito e, dopo 55 giorni di sequestro, il 9 maggio 1978, venne ucciso.
Ma perché le Brigate Rosse ammazzarono Moro?
Come spiega Giovanni Fasanella, autore de Il puzzle Moro, «le Brigate Rosse furono gli utili idioti di un disegno internazionale che era un attacco all'Italia e alla politica italiana compiuto con l'apporto di quinte colonne interne»*.
Il Fronte per la Sovranità Popolare vuole essere parte organizzata di un ampio movimento di popolo volto a difendere il principio di sovranità popolare insito nella Costituzione italiana, contro la crescente ingerenza della UE e di altri organismi sovranazionali quali NATO e OMS.
Da oltre 30 anni l’avvicendarsi al governo di coalizioni di centrodestra e centrosinistra ha consegnato il Paese agli indirizzi di un’unica ideologia estremista, il neoliberismo, portando deindustrializzazione, tagli a istruzione e sanità, aumento della disoccupazione e povertà.
Nostro obiettivo politico primario, quindi, è quello di portare al governo dell’Italia una classe politica che difenda gli interessi del Paese e che attui l’uscita dell’Italia da UE ed Eurozona. come primo passaggio di una liberazione nazionale.
A proposito di cialtroni, quando si parla di produttività i liberisti usano sempre un grafico per dimostrare come il declino italiano sia iniziato negli anni 70. Il grafico è questo, e riguarda la Total Factor Productivity (produttività totale dei fattori).
Perché usare un grafico elaborato su dati di una sconosciuta università olandese anziché quelli ufficiali (ISTAT, AMECO, BdI)? La risposta è semplice. Perché se si usano fonti ufficiali, anche la TFP inizia a calare nella seconda metà degli anni 90. Questa la TFP su dati AMECO.
Questa invece è la TFP con i dati ISTAT e con i dati di Bankitalia.
60 anni fa, il 27 ottobre 1962, veniva assassinato Enrico Mattei. Una piccola carica di tritolo venne piazzata sull’aereo che lo stava portando dall’aeroporto di Catania Fontanarossa a quello di Linate.
Venne assassinato con la complicità di uomini di Stato italiani e su mandato di un Paese tra Regno Unito, Stati Uniti e Francia.
Quando nel 1945 gli venne affidata l’AGIP per liquidarla regalandola ai privati, si oppose. Non solo mantenne l’AGIP un’azienda di Stato, ma nel 1953 creò l’ENI.