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Jan 4, 2022 25 tweets 8 min read Read on X
Quando ebbe inizio?
Esattamente il 6 gennaio del 1929, nevicava e faceva freddo.
Chi lo conosceva lo definiva “un essere insignificante”, ventinove anni, miope, tale da costringerlo a portale lenti molto spesse.
Proveniva alla classica famiglia borghese di Monaco di Baviera.
Lui ci aveva provato a fare carriera in ambito militare, ma non era andato più in là del grado di allievo ufficiale. Essendo lui e la famiglia in difficoltà economiche aveva deciso di donare le sue braccia all’agricoltura.
Voleva diventare agronomo.
Per questo si era iscritto all’università. Mettendosi subito in mostra. Tranquilli, non come studente.
Tutti lo conoscevano perché alle feste universitarie si presentava sempre vestito da sultano turco.
Teneva un diario dove scriveva il nome delle ragazze che lo respingevano.
Lui, con una vita ormai segnata dal nulla, pensò persino di andarsene dalla Germania, di emigrare in Russia, quando un giorno aveva incontrato lui, quello che adorava la focaccia dolce della signora Hoffman, che amava mangiare sdraiato sul prato.
Un altro dai sentimenti repressi come lui.
Due pericolosi frustrati che il destino aveva fatto incontrare.
Il nome dell’essere insignificante? Heinrich Himmler.
Il nome di quello che amava mangiare la focaccia sdraiato sul prato? Adolf Hitler.
Una storia, la loro, che andrebbe raccontata alle giovani generazioni prima che venga sepolta tra le pieghe della storia.
Almeno come certe cose sono cominciate.
“Come i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili”.
Duecento. Gli uomini che Himmler riuscì a radunare all’inizio. Lui, che non sarebbe mai riuscito a diventare un ufficiale dell’esercito nemmeno pagando.
Che alle feste gli piaceva vestirsi da sultano turco.
Che amava i bordelli e le osterie.
Duecento. Richiesto un fisico sano, massimo 35 anni, con tanta voglia di menar le mani. Senza armi, all’inizio.
La divisa? Una camicia bruna con la cravatta nera. Nessuna scelta. Era solo frutto di uno stock rimasto invenduto e destinato alle truppe coloniali.
Duecento. All’inizio. Nel 1929 con lui al comando.
Il nome? La sigla SS.
Una squadra di protezione del partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori.
Una squadra di protezione che ben presto diventerà un esercito.
Lo condizioni poste da Himmler per entrare nelle SS. “Una determinata altezza. Non ho preso gente al di sotto di un metro e settanta. Solo quelli di una certa altezza penso abbiano in qualche modo il sangue desiderato. Nelle SS deve entrare il miglior sangue tedesco”.
L’agronomo pose altre condizioni.
Chi entrava nelle SS celibe poteva poi sposarsi solo su autorizzazione scritta.
La domanda veniva analizzata da un “Ufficio Razza” che teneva il “Libro della stirpe delle SS".
Con il gruppo sanguigno tatuato sotto l’ascella.
Psichiatra francese Bayle a Norimberga. “Dotato di un’intelligenza insufficientemente sviluppata ed educata, è la forza bruta elementare, applicata unicamente all’azione vigorosa, dispotica e dissimulata, in accordo con un carattere profondamente aggressivo, scatenato e velenoso”
Il 17 marzo 1933, dopo le elezioni che rafforzano Hitler alla Cancelleria del Reich, nasce la Stabswache Berlin, il primo gruppo armato.
In maggio l’"SS Sonderkommando Zossen" con compiti di sorveglianza.
In giugno tre nuove compagnie, denominate "SS Sonderkommando Jüterbog”.
Nel maggio del 1934 la LSSAH (Leibstandarte-SS Adolf Hitler) dispone di due battaglioni armati e una compagnia di mitraglieri.
Alla fine del 1932 le SS contavano 52 000 membri. Dopo un solo anno potevano contare su oltre 209.000 uomini.
Alle SS il controllo della Gestapo nel 1936.
E poi il controllo di tutti i campi di concentramento e di sterminio.
All'inizio della Seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a 250 000.
Nel 1943 Himmler diventa ministro dell'Interno del Reich.
Dal diario di Himmler.“Nessuno ha visto 500, 1000 corpi che giacciono insieme. Aver visto cose del genere, ed essere rimasti freddi e impassibili, ci ha resi duri e freddi. Una pagina di gloria […]Non c'è nulla di sbagliato in noi, nella nostra anima, o nel nostro modo di fare"
Lo studente che andava ai balli vestito da sultano turco s’inventò le SS onorarie. Senza obbligo di servizio.
Poterono così indossare l’uniforme delle SS, finanzieri, banchieri e molti imprenditori che in cambio di un’offerta annuale potevano avere manodopera a prezzi di fame.
1937. Discorso di Himmler ai suoi ufficiali.
“Nei Lager l’insegnamento sarà effettuato attraverso l’ordine. I campi sono circondati da filo con la corrente elettrica. Chi l’oltrepassa viene liquidato. Se qualcuno fugge durante il lavoro viene liquidato”.
Otto Ohlendorf, generale di brigata delle SS al processo di Norimberga.
Domanda: Quanti esseri umani ha fatto uccidere?
Risposta: Circa 90.000. Con le migliaia di persone che hanno fatto parte delle, SS ne processate solo 23; e condannati a morte, solo 12? Fate ridere!".
Quale fu il destino di tutto quelli inseriti nel “Libro della Stirpe delle SS”?
Solo i volontari SS francesi si batterono fino all’ultimo per Hitler intorno al bunker della Wilhelmstrasse a Berlino.
Tutti gli altri si arresero subito, pensando ad una sola cosa: scappare.
Pure lui, il capo. Quello che per spostarsi usava una Hotch corazzata con la targa “SS1” o un treno blindato parcheggiato nella zona dei laghi Masuri.
Con un documento falso intestato a un certo Heinrich Hizinger tentò di superare il controllo inglese sul ponte Bremervorde.
Voleva raggiungere il Grande Ammiraglio Doenitz. Erano esattamente le 17 del 22 maggio 1945 quando, scoperto, spaccò la fiala di cianuro che teneva tra i denti. Gli inglesi lo seppellirono nella landa di Lüneburg senza mai rivelare il luogo esatto.
Quando Heinrich Himmler morì le SS erano ormai dissolte come fumo nell’aria, dopo aver assassinato quattro/cinque milioni di ebrei nei forni o per fame, eliminato due milioni e mezzo di polacchi e 520.000 zingari in quanto definiti parassiti.
Il giuramento all’atto di ammissione nelle SS.
“A te, Adolf Hitler, in qualità di duce, giuro fedeltà e valore. A Te e a tutti coloro che ti designerai come capi, prometto obbedienza. Fino alla morte, e che ciò s’avveri con l’aiuto di Dio”.
Heinrich Himmler, l’uomo che portò avanti con Reinhard Heydrich e in seguito con Adolf Eichmann, il programma di sterminio degli “inferiori rispetto alla razza ariana”.
L’uomo insignificante che si vestiva da sultano turco e che amava i bordelli e le osterie.

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Jul 22
Se ho mai sentito la frase:"E' roba da uomini?"
Hai voglia.
Sono cose che dicono da sempre a noi donne.
Sei donna?
Mica puoi fare questo!
Mica puoi fare quello!
Non puoi certo avere il coraggio di guidare un'auto da corsa e battere i maschi!
Ricordo che era il 1962.
Ero una dei piloti di rally di maggior successo. Svedese.
Probabilmente non sarei mai andata a quella corsa in Argentina, una delle più dure al mondo.
Poi cosa mi vengono a dire?
Che non sarei mai stata capace di finire quella corsa. Figuriamoci vincere.
Ora.
So benissimo come siamo considerate noi donne quando si tratta di motori.
So anche che se chiedi ad una bambina cosa vuole fare da grande difficilmente risponderà “pilota di auto”.
Lo so.
Quello che voi forse non sapete, è questo.
Non bisogna mai sfidare una donna.
Mai.
Read 17 tweets
Jul 19
“Pilotino” mi chiamavano.
Rispetto ad oggi altro che pilotino.
Provate a farli correre con la Maserati dei miei tempi. Con quel volante che mi stampava una mezza smorfia ogni volta che lo dovevo girare, con il cambio in mezzo alle gambe e con l’acceleratore e freno invertiti.
Come sono arrivata, una contessa che abitava nel Palazzo Bianco di Merigliano e con un papà ingegnere che aveva elettrificato l’irrigazione in Campania, su un circuito?
Sinceramente non lo so.
Io amavo i cavalli.
Erano i miei fratelli che amavano correre.
Sono nata a Napoli l’11 novembre 1926.
E proprio grazie alla passione di due dei miei quattro fratelli, vinsi proprio in provincia di Salerno la mia prima gara.
Era il 1948 e su una Fiat Topolino 500 vinsi la 10 Km di Cava de' Tirreni.
E tutto per una loro scommessa Image
Read 16 tweets
Jul 17
Cosa abbiamo i comune noi quattro?
Quelli della foto intendo.
Due cose.
La prima.
Siamo quattro pionieri della cardiologia interventistica.
Nella foto siamo all’Università di Zurigo nell’agosto del 1980.
Ricordo che era un meeting sull’angioplastica. Image
Mason Sones (a destra) fu quello che eseguì la prima arteriografia coronarica il 30 ottobre del 1958. Possiamo dire in un modo del tutto casuale.
Quando accidentalmente il mezzo di contrasto finì all’interno della coronarica di destra. Image
Malgrado ciò il cuore non andò in fibrillazione.
Da quell’esperienza Sones comprese che piccole quantità di mezzo di contrasto non erano mortali per i pazienti.
Ciò avrebbe permesso di studiare meglio l’albero vascolare cardiaco.
Image
Image
Read 16 tweets
Jul 12
Perché non ho mai vinto le Olimpiadi?
Bella domanda.
So solo che ad ogni partecipazione era sempre la solita storia: “non corrisponde agli schemi tradizionali”.
Mi chiedo, ma quale progresso puoi ottenere seguendo solo schemi tradizionali, facendo sempre le stesse cose?
Se parliamo di sport.
Dick Fosbury ha seguito uno schema tradizionale?
Ulrich Salchow, svedese, primo campione Olimpico nel 1908, ha seguito uno schema tradizionale facendo il primo salto Salchow nel 1909?
Ma per piacere.
Chi sono?
Sono Surya Bonaly.
E questa è la mia storia.
Image
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Sono nata sull’isola della Riunione, un'isola dell'oceano Indiano occidentale
A 18 mesi sono stata adottata da una coppia di Nizza. Fu mia madre ad insegnarmi a pattinare.
Ma praticai anche ginnastica artistica a livello agonistico.
Fu quello che mi aiutò ad entrare nella storia
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Read 15 tweets
Jul 10
Sto morendo dissanguata.
Sento il sangue scorrere accanto a me mentre ripenso a quello che è stata la mia vita nei palazzi dorati.
Mai immaginato di poter finire in questo posto.
Ma dopo essere passata per il campo di smistamento a Bolzano mi avevano portata qui, vicino a Weimar
Ricordo l’entrata, e quel cancello con la scritta “Jedem das Seine”, “A ciascuno il suo”.
Non sapevo cosa volesse dire, ma non mi ci volle molto per capirlo.
Significava essere arrivati all’inferno: l’inferno del campo di concentramento di Buchenwald. Image
Era il 18 ottobre del 1943.

Il mio nome è Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana, principessa d’Italia, Etiopia e d’Albania, figlia di Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro. Sposata col principe tedesco Filippo Langravio d'Assia-Kassel.
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Read 18 tweets
Jul 8
Inverno 1944 – Mi chiamo Sara e ho tredici anni.
Tre anni fa vivevo in Lituania con tutta la mia famiglia, poi erano arrivati i tedeschi.
Mio padre e mio fratello erano stati rinchiusi nella "Fortezza numero sette".
So che sono stati uccisi, con altre centinaia di ebrei.
Ero stata separata da mamma e da mia sorella.
Loro portate altrove, non so dove.
Io, a soli 10 anni, rinchiusa in un campo per bambini.
Per ben tre anni.
“Avevo perso totalmente la nozione del tempo, non sapevo più che giorno fosse, notavo soltanto il cambiamento delle stagioni”
Era un giorno d’inverno quando i tedeschi radunarono noi bambini per caricarci su dei carri bestiame.
Fu un viaggio lungo.
Quando il treno arrivò faceva freddo.
Fa sempre molto freddo d’inverno ad Auschwitz.
Mi chiamo Sara e come detto ho tredici anni.
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